Il tetto del mondo [Kiwi]

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Il Cuore pesava di meno sulla cima del mondo.

C'era qualcosa di speciale nel modo in cui il velo livido della lunga notte scivolava silenzioso sui palazzi di Mizef[1]. Si poteva avvertire qualcosa di rassicurante nella mole famigliare del pianeta Gaseet appeso nel buio e nei soffici vortici gassosi ammiccanti sulla sua superficie, i quali tremolavano nell'immensità del cielo in una benevola moltitudine di occhi socchiusi.

Le guglie del Palazzo di Vetro[2] erano come lunghe dita bianche protratte a raccogliere le stelle. Scintillavano come cristallo, attorcigliandosi nel vento freddo. Kobontåwi Lenitov lasciò scivolare una gamba oltre una sporgenza del tetto del Palazzo, la spalla appoggiata alla solidezza pallida di una guglia e gli occhi, di un blu profondo tempestato da schizzi d'argento, persi all'inseguimento della linea frastagliata dell'orizzonte.

Aveva ancora addosso i vestiti da ricevimento mizefiani, che lo inglobavano in un turbine di nastri lattiginosi. Un largo abito di un bianco perlaceo, ricamato con spirali preziose, gli stringeva spiacevolmente sulla vita, e le maniche troppo vaste gli inghiottivano le mani come se le avesse immerse in nuvole di seta scivolosa. Di solito amava le vesti pregiate, ma aveva un favoritismo specifico per i tagli privi di spessi strati di tessuto soffocante. Ricordava la prima volta che uno stilista della Terra gli aveva porto una giacca candida, con finissimi disegni turchini di stelle cadenti sui polsini e sul colletto morbido. Elegante, non eccessiva, flessibile. La conservava con cura nell'armadio dei suoi appartamenti. Quel capo meraviglioso era così drasticamente distante dall'ingombro inutile degli abiti mizefiani che quel pomeriggio Biatra[3] gli aveva fatto ritrovare ripiegati sulle lenzuola: una quantità informe e superflua di stoffa che serviva soltanto ad aumentare la probabilità di inciampare nei propri passi.

Kobontåwi si strinse nelle spalle, reprimendo uno sbuffo esasperato quando un nastrino pieno di perline gli finì in faccia.

Non aveva avuto nemmeno la forza di andare a sciacquarsi il viso nelle sue stanze, prima: il Cuore appeso al collo pesante come l'universo e la voce di Nome nella testa come il brusio crocchiante di una radio fuori frequenza. Il sorriso sul suo volto si stava irrigidendo in qualcosa di pericolosamente simile ad una smorfia, mentre si imponeva di parlare educatamente con i numerosi ospiti della regina. Quest'ultima, l'estremamente incantevole quanto terrificante Biatra, gli aveva scoccato un'occhiata penetrante, vedendolo uscire dalla sala delle cerimonie, una minaccia muta espressa nei bagliori freddi dei suoi occhi dorati da uhmee[4] e nei fremiti severi delle sue labbra serrate. Ma non lo aveva fermato, e Kobontåwi, con la sua grazia silenziosa, le aveva rivolto un cenno del capo ed era sgattaiolato via, in cerca della quiete glaciale della notte.

Sentiva le palpebre appesantite dal trucco e dalla stanchezza, gli orecchini pendenti dai bordi delle grandi orecchie appuntite che tintinnavano in modo sinistro ad ogni alito di brezza. Si era concesso soltanto di disfare la complessa acconciatura in cui qualche ora prima era stato costretto a fissare i capelli chiari: per quanto gli piacesse il modo in cui era riuscito a intrecciare in spirali perfettamente simmetriche le ciocche ai lati della testa, non sarebbe riuscito a sopportare quel prurito sulla cute per un altro minuto.

Era bastato pensarlo, come sempre, e l'energia nascosta nelle pieghe dell'universo si era destata attorno a lui, sciogliendo le trecce con mani invisibili mentre lui non rallentava nemmeno il passo, i tacchi duri delle scarpe che producevano schiocchi lugubri lungo i giganteschi corridoi deserti.

Affacciandosi alla botola del tetto del Palazzo, una folata di vento ghiacciato gli aveva trafitto le guance e la voce di Nome si era attenuata.

Non crogiolarti troppo a lungo lontano dai tuoi compiti, Lenitov, aveva bisbigliato Nome un'ultima volta, il tono riecheggiante e asciutto come uno schiaffo.[5]

Il tempo di un respiro [OCs - Oneshots - Raccolta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora