Deemar [Biatra]

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TW: menzioni vaghe a violenza su bambini

Note obbligate per capire la shot:
Biatra è l'attuale regina di Mizef e figlia di Mevo. Quest'ultimo, in passato, pochi giorni dopo l'apertura ufficiale della Piazza (che allora collegava soltanto la Terra e Mizef) si è autoesiliato senza spiegazioni in un'area del Palazzo di Vetro, che Biatra definirà "Il corridoio degli spettri" ma che è conosciuto da tutti come "Deemar", passando la reggenza del Mondo a sua moglie Jikea in attesa che Biatra fosse abbastanza grande.
Nessuno può avvicinarsi alle Deemar, che sono rappresentate da uno scudo energetico impenetrabile di cui nessuno conosce la natura (spoiler: è Materia Esotica). Mevo da allora compare solo a rare riunioni del Senato e amministra Nome, la Piazza e il Cuore da lontano.


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I piedini di Biatra scivolano furtivi sul lustro marmo argentato dei corridoi laterali.

I suoi passi leggeri aleggiano tra le immense sale del Palazzo di Vetro come sussurri remoti, bisbigli di spettri che non udirà mai nessuno. C'è solo lei.

La notte è calata da tempo sulla grande capitale di Sphera[1], una notte impregnata di un buio lampeggiante e paurosamente opaco, dentro cui voci gracchianti e musica tonante si intrecciano in uno stremato caos. Ma quei suoni, tracce di un mondo diverso, non riescono a trapelare nella barriera di luce che circonda il Palazzo[2]. I rumori attorniano la sua casa, premendo da fuori, artigliandone i confini, ma Biatra non può sentirli.

La sola cosa che sente è il lento struscio dei propri passi e il cupo ronzio che le riempie la testa.

La Trama[3] pulsa dentro di lei in continui bagliori intermittenti. È come se ogni minimo impulso che le guizzi in testa, urti inevitabilmente una porta nascosta, rimbalzando giù per scale invisibili. Da quella porta spalancata dai suoi pensieri, file di informazioni non sue strisciano fuori, tintinnando in fitti sonagli. Migliaia di dati che continuano ad attorniarla, stimolando la sua memoria e aprendo finestre magiche su universi lontani...

Normalmente a Biatra piace quella sensazione.

È la consapevolezza di essere costantemente legata a tutto, la confortevole certezza che basterebbe desiderarlo per ottenere qualunque cosa.

Eppure... la sola cosa che vorrebbe adesso è un po' di silenzio.

Accelera il passo mentre i suoi grandi occhi dorati si velano di lacrime pungenti. Se le asciuga sulla manica della veste in un gesto brusco, maledicendo la propria debolezza, odiandosi per quello che sta facendo.

Perle argentate scintillano nella penombra del Palazzo, grondando dalla sue ciglia e riflettendosi sulla trama di scaglie smeraldine, cornice dei suoi zigomi. Biatra si lascia sfuggire un singhiozzo smorzato, serrando le dita sulla manica di stoffa pregiata e premendosele con rabbia sugli occhi.

Inizia a correre.

Non c'è nessuno, continua a ripetersi invano, mentre la Trama risponde a quel pensiero con una serie di tetre immagini di desolati corridoi, appartenenti all'infanzia passata, Non c'è nessuno, non possono vederti...

Riesce a pensare solo a quello, un'unica locuzione affissa in loop al centro della sua mente in tumulto. È certa che se permettesse a se stessa di pensare a qualcos'altro, di rivivere i vividi e dolorosi ricordi che compongono il puzzle frammezzato degli ultimi giorni bui, non avrebbe più nemmeno la forza per reggersi in piedi. La troverebbero rannicchiata a terra, in un bagno di lacrime e vestiti strappati.

Il tempo di un respiro [OCs - Oneshots - Raccolta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora