Capitolo 25

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Niccolo's pov

Ero appena tornato a casa, aprii la porta dell'appartamento e mi accolse un insolito silenzio.
Rachel doveva già essere a casa, ma forse aveva avuto qualche contrattempo in ospedale.

Entrai in camera da letto per mettermi una semplice tuta per stare più comodo e appena entrai vidi Rachel raggomitolata sotto le coperte.

Sorrisi a quella scena e mi avvicinai dandole un bacio sulla fronte, per poi prendere una tuta e cambiarmi senza fare troppo rumore e uscì dalla stanza per lasciarla dormire in pace.

Preparai una semplice pasta al pomodoro per tutti e due e quando ebbi finito il tutto ritornai in camera da letto per svegliare la mia piccola fata.

"Ehi amore, ho preparato il pranzo, svegliati." Dissi cercando di essere il più delicato possibile.
Disse delle parole incomprensibili e poi piano piano aprì lentamente gli occhi.
"Ciao." Disse con la voce assonata.
"Ciao, come stai?" gli chiesi a proposito dell'appuntamento che aveva avuto quella mattina.
"Bene, ero solo un po' stanca, mi hanno fatto girare per tutto l'ospedale per trovare l'ala giusta." Disse.
"Un bacino potrebbe sistemare tutta questa stanchezza?" chiesi.
"Mm, potrebbe." Disse.

Gli diedi un bacio sulle labbra, mentre lei mi accarezzava i capelli, mi fece cadere sopra di lei e io presi il controllo della situazione continuando a baciarla. Scesi verso il collo per poi ritornare alla bocca mentre lei continuava a tirarmi leggermente i capelli per poi prendere lei il controllo.
Continuò a baciarmi tutto il viso dolcemente e poi arrivata al lobo delle orecchie mi sussurrò: "La pasta diventa fredda."
Poi scese dal letto ridacchiando.

Io mi alzai subito dopo di lei e la rincorsi verso la cucina facendole perdere l'equilibrio per prenderla poi in braccio.
"Sei proprio una manipolatrice sai?" dissi.
"Lo so." Disse sorridendo soddisfatta.
"Mi vendicherò." Dissi sorridendo.
"Ohh, che paura." Disse.
"Si, devi averne." Dissi guardandola dritta negli occhi.

[...]

"Amore? Hai visto la chiave della mia macchina?" disse Rachel entrando nel salotto.

Era vestita con una gonna scozzese rossa e nera abbinata ad una semplice maglia aderente sempre nera, con un giubbotto di pelle abbinato con degli anfibi.
Era semplice, ma allo stesso tempo mi faceva impazzire.

"Pianeta terra chiama Niccolò." Disse.
"Oh, sì. Emh l'ho vista in cucina." Dissi.

Andò in cucina e prese le chiavi appoggiate sul bancone e poi ritornò nel salotto.

"Fate attenzione tu e Ginevra e non bevete troppo." Dissi cingendole la vita.
"Va bene capo." Disse facendo toccare le nostre fronti.
"Sei bellissima comunque." Dissi.
"Grazie." Disse dandomi un lungo bacio.
"Sei tutta rossa." Dissi ridacchiando.

Lei abbassò lo sguardo ma io con due dita gli alzai il volto per incrociare di nuovo i suoi occhi.
"Sei bellissima." Dissi guardandola negli occhi.
Lei sorrise e io gli stampai un bacio sulle labbra.
"Meglio che vada, devo passare a prendere Ginevra." Disse.
"Ci vediamo dopo." Dissi.
"A dopo."

Uscì dall'appartamento velocemente dopo aver preso la borsa e dandomi un ultimo bacio.
Successivamente mi misi sdraiato sul divano e accesi la TV, ma tenendola solo come sottofondo tornando a pensare alla bellezza della ragazza che poco prima era accanto a me, piombata nella mia vita senza preavviso, ma che mi aveva completamente reso la persona più felice al mondo.

[...]

Poche ore dopo io e il mio gruppo di amici ci diedimo appuntamento al parcheggio, giusto per bere qualche birra e parlare un po'.
Io scesi a piedi, visto che il parcheggio distava poco più di 5 minuti da casa mia.
Arrivato da loro salutai tutti quanti e ci dividemmo una birra ognuno e iniziammo a parlare del più e del meno.

Quel che resta intatto lo dedico a te/ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora