Capitolo 18

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Niccoló's pov

Presi i piatti sporchi e li spostai nel lavandino nel mentre Ginevra lavava i piatti e Adriano puliva il tavolo.

Poco dopo squilló il telefono.
E Adriano lo prese tra le mani.

"É Rachel?" Disse incredulo.
Io feci cadere un piatto a terra e gli strappai il telefono dalle mani e risposi alla chiamata.

"RACHEL! DOVE SEI?" Chiesi.
"Sono al sicuro, sto bene." Disse con una voce strana.
"Sicura? Con chi sei?"
Ginevra mi guardava preoccupata.

"Con Edoardo." Ero incredulo.
"Stai bene ti ha fatto qualcosa quello stronzo?" Sbottai.

"No... Non mi ha fatto niente. Sono voluta io venire da lui, perciò non cercarmi."
Non era lei.
Non stava parlando la Rachel che conosco.
"Ti ha obbligato? Spiegami Rachel."
"No... L'ho voluto io." Disse lei.
"Rachel dimmi che stai scherzando." Dissi.

"No Niccolò, io credo di amare ancora Edoardo e non voglio illuderti..." Disse lei.
Non poteva dirlo seriamente.
Cercai di rimanere calmo.

Sentii una voce lontana e poi Rachel parlo di nuovo.

"Niccoló... Non ho molto tempo, sono nel mio vecchio appartamento, Edoardo mi porterà via oggi perché sa che i carabinieri verranno a cercare qui, devi controllare sotto il letto della mia stanza troverai una lista di posti che appartengono all'azienda di famiglia sicuramente andremo in uno di quelli, devi stare attento, Edoardo ha degli uomini ovunque." Disse tutto d'un fiato.

Per un attimo rimasi in silenzio.

"Starò attento ma tu devi esserlo di più... Mi hai fatto prendere un colpo prima."
"Non é il momento di chiaccherare Nicco..."

"Sta tornando, cercami ti prego..." Disse disperata e in poco meno di qualche secondo la chiamata si chiuse.

"Rachel?! Rachel!" Esclamai sperando che mi rispondesse.
"Nicco stai calmo... Ora i carabinieri hanno qualcosa su cui partire e sappiamo anche dove dovremmo cercare." Disse Adriano abbracciandomi.

Ginevra aveva le lacrime a gli occhi.
"Vieni qui." Disse Adriano aprendo un varco tra noi.
Ginevra ci si fiondó e ci abbracciamo tutti e tre.

"La troveremo." Disse Adriano.
"È una promessa." dissi.

"Dobbiamo andare subito, magari sono ancora li." disse Ginevra.
Io annuii e Adriano digitò il numero dei carabinieri per avvisargli di tutto, così in poco tempo ci ritrovammo davanti all'appartamento.

I carabienieri salirono velocemente e anche noi insieme a loro, ma quando arrivammo nel piano giusto la porta era spalancata e tutto taceva.
Entrammo cautamente, e nel mentre i carabinieri ispezionarono tutta la casa io entrai nella camera da letto.

Appena poggiai il piede dentro alla camera sentii le narici pervadermi del profumo di Rachel, decisamente era stata li.
Cercai sotto le lenzuola e sotto il materasso e finalmente trovai quello che stavo cercando, un foglio, con tutte le proprietà della famiglia di Rachel.

Erano scritte a penna, e con varie calligrafie ma nessuna era quella di Rachel.
Ginevra entrò nella stanza.

"È questo il foglio?" mi chiese.
"Credo proprio di si." dissi porgedoglielo.
"Queste sono cancellate." dissi indicando delle righe che coprivano di poco il nome della proprietà.
"È meglio controllare anche queste."
"Giusto, tu sei andata in alcune di queste?" chiesi io.
"Si, mi invitavano ogni estate alla casa al mare poi fino a quando andavamo alle medie ogni vacanza primaverile la passavamo nella piccola villa che avevano in collina, io e Rachel l'amavamo, c'era la piscina e un parco gigante dove ci stendevamo a guardare le stelle con una coperta sulle spalle, in quelle sere ci aprivamo l'una all'altra restando anche ore a parlare di qualunque cosa, poi i genitori di Rachel hanno iniziato a viaggiare molto di più e non abbiamo più avuto l'occasione di passare le vacanze insieme." disse lei guardando poi a terra.

Quel che resta intatto lo dedico a te/ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora