Capitolo 21

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"Niccolò riesco a camminare!" Dissi.

Erano passate 48 ore dall'intervento e fortunatamente stavo guarendo molto velocemente, tranne per le conseguenze dell'anestesia totale per cui Niccolò forse si stava preoccupando più di quel che effettivamente doveva essere.

Mi avevano dimesso quella mattina e  Niccoló ha voluto che stessi a casa sua finché non fossi guarita completamente.

"Devi distenderti, almeno per oggi, poi domani potrai camminare quanto vuoi, ma oggi ascoltami." Disse.
"E va bene, ma solo perché tu sembri stare più male di me." Dissi sorridendo.
Lui sorrise a sua volta e mi aiutó a distendermi.

Si sedette accanto a me e mi guardó con quei occhi colore nocciola che mi facevano perdere ogni volta la testa.

"Mi sei mancata tanto..." Disse lui spostandomi delicatamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Quando la sua mano toccó la mia guancia mi spaventai per un attimo e io abbassai lo sguardo.

"Ei, guardami." Disse.
Io rialzai la testa e lo riguardano negli occhi.
"Sei con me, sei con me e io non ti farò mai del male come quel bastardo, hai capito?"
Io annuí leggermente e lui mi abbracciò dandomi dei baci sulla testa.

Forse quello era il momento giusto per dirli che l'amavo ma non ne ebbi il coraggio.
Forse avrei dovuto dirli che tra le sue braccia mi sentivo protetta, al sicuro, che era l'unico posto da quando l'avevo conosciuto in cui vedevo solo noi due e nient'altro, forse avrei dovuto dirglielo.
Sapevo che mi amasse, però poteva essere stato un momento di debolezza, detto solo per farmi tornare da lui, perché diciamocelo, nessuno resiste ad un "ti amo".
É una parola importante che a pochissime persone nella propria vita si dice, e volevo che Niccolò fosse una di quelle, ma la paura che non fosse ricambiato mi spaventava.

"Ora dormi un pochino, hai bisogno di riposo." Disse lui continuando a cullarmi tra le sue braccia.

"Sei la cosa piú bella che indosso, sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo, sei la strada che porta alla vita, donna instabile sei la mia sfida, sei la piccola stella che porto, nei momenti in cui non ho luce..." Inizio a canticchiare una nuova canzone che non aveva mai sentito.

"E questa cos'è?!"  Esclamai.
"Una canzone del nuovo album." Disse.
"É bellissima!"
"Ma é solo il ritornello." Disse lui.
"Si, ed é bellissimo." Dissi guardandolo negli occhi.

"Mi fa piacere... Se piace a te, piacerà a tutti." Dissi.
"Ne sono più che sicura." Dissi.

Lui sorrise a 32 denti e mi diede un bacio sulla guancia.
"Ora dormi mia piccola stella." Disse lui per poi continuare a canticchiare.
Io mi addormetai nel giro di qualche minuto.

[...]

Mi svegliai durante la notte per correre in bagno e vomitare.
I medici mi avevano avvisato degli effetti dell'anestesia perciò non mi preoccupai.

Sentii i miei capelli spostarsi da una parte e quando finì di vomitare anche l'anima mi girai trovando Niccolò seduto accanto a me.

"Va meglio?" Chiese.
Io annuii.

Mi alzai lentamente grazie al suo aiuto e mi diressi verso il lavandino, mi sciaquai la bocca e mi lavai I denti velocemente.

"Che ora sono?" Chiesi a Niccolò quando ebbi finito.
"Sono le cinque." Disse lui prendendomi per il bacino.
"Vuoi dormire ancora?" Mi chiese.
"Tu hai sonno?" Chiesi rifugiandomi sul suo petto.
"Mm solo se ne hai tu." Disse lui sorridendo.
"Io non ne ho." Dissi guardandolo.
"Allora ti porto in un posto!" Esclamò.

Uscimmo dal bagno e mi disse di vestirmi pesante per non prendermi un raffreddore, il sito ipocondriaco.
Poi ci ritrovammo nella sua macchina e inizió a guidare.

Quel che resta intatto lo dedico a te/ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora