Capitolo 23

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"Buongiorno." Dissi dolcemente dopo che Niccolò ebbe aperto gli occhi mentre gli accarezzavo i capelli.
Lui richiuse gli occhi ma un grande sorriso accompagnato dalle sue magnifiche fossette lo tradí.
"So che sei sveglio." Dissi.
"Però se apro gli occhi tu non smettere." Disse riferendosi alle carezze.
"Va bene." Dissi e lui riapri gli occhi.

"Un bacino del buongiorno?" Chiese.
Io sorrisi e gli diedi un bacio a stampo, ma lui fece il broncio.
"É un bacio questo?"
"Così si dice." Dissi io ridendo sotto i baffi.
"Cattiva." Disse girandosi dall'altra parte.

Io tolsi la mano dai suoi capelli e lui si giró di scatto.
Gli accarezzai delicatamente il viso e lo ribaciai.

"Questo é un bacio." Disse dopo che non avemmo più fiato.
Io sorrisi e poi mi alzai per andare a preparare la colazione.

Era passato qualche giorno e Niccolò faceva avanti e indietro tra studio e casa per via dell'imminente uscita del nuovo album che sarebbe uscito il 5 aprile.
Poco meno di un mese.

"Devi andare in studio oggi?" Gli chiesi mentre entrava in cucina.
"Fino a mezzogiorno, poi ho la giornata libera." Disse addentando del pane tostato.

"Ti lasciano respirare finalmente." Dissi io.
"Ho voluto la bicicletta, mo' pedalo." Disse sedendosidi fronte a me.
Io ridacchiai e mi sedetti accanto a lui spostando le due tazze piene di caffé.

Finimmo la colazione e poi Niccolò uscì da casa.

Presi il mio computer e iniziai a scrivere dei programmi di lezione per alcuni bambini.
Anche se mi avevano detto di prendere tutto il tempo necessario per riprendermi non riuscivo a non fare niente e lasciare il mio lavoro per settimane.

Dopo aver finito di programmare alcune lezioni mi addormentai sul divano.

[...]

"Ei piccola fata." Sentii la voce di Niccolò e aprii all'istante gli occhi.
"Ei." Dissi mettendomi seduta.
"Stavi dormendo da un po', ma siccome ho preparato un buonissimo pranzo ho pensato di svegliarti." Disse.
"Che hai preparato?" Chiesi sentendo un buonissimo profumo.
"Spaghetti alle vongole." Disse.
"Sei l'uomo perfetto." Dissi dandoli un bacio.
"Lo so." Disse alzando gli occhi al cielo e io gli diedi un piccolo schiaffo sulla nuca.

Ci avvicinammo alla cucina per poi sederci sul tavolo e iniziare a mangiare.

"Niccolò é squisita." Dissi.
"Grazie." Disse soddisfatto.

"Oggi volevo andare in un posto." Disse dopo qualche minuto di silenzio.
"In che genere di posto?" Gli chiesi.
"Una settimana fa'ho incontrato accidentalmente una bambina nel parco.
Ho iniziato a parlarci e ho scoperto che fosse orfana, l'ho riportata a casa e ho conosciuto la direttrice dell'istituto, mi ha spiegato la situazione e la storia di Greta che mi ha toccato molto e gli ho promesso che sarei ritornato altre volte." Disse Niccolò con un luccichio negli occhi.
"É bellissimo Nicco! Perciò vuoi farmi conoscere Greta?" Gli chiesi.
"Si, é veramente una bimba speciale e credo che ti piacerà tantissimo." Disse Niccolò.
Io sorrisi emozionata e gli diedi un bacio a stampo.

"Non vedo l'ora." Dissi.

[...]

Eravamo davanti alla porta dell'orfanotrofio.
Non sembrava molto accogliente, era una struttura bianca ed elegante, anche se molto vecchia.

Niccolò suonò il campanello.

Adoravo i bambini e ero sicura che avrei adorato Greta.
In macchina Niccolò mi aveva raccontato praticamente tutto quello che sapeva su di lei, gli brillavano gli occhi.

Una signora anziana ma molto bella ci apri la porta con un grande sorriso.
"Oh Niccoló!" Esclamò con un gran sorriso.
"É un piacere rivederla signora Gentili." Disse Niccolò.
"Oh ti prego chiamami Serena." Disse.
"Lei é la tua ragazza?" Chiese scrutandomi sorridendo.
"Si, lei é Rachel." Disse lui.
"Piacere." Dissi porgendogli la mano e lei l'afferrò con un gran sorriso.
"Piacere mio!" Disse lei.

Quel che resta intatto lo dedico a te/ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora