Capitolo 19

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Rachel's pov

2 giorni prima

Dopo quello che ebbi detto non parlammo per tutto il viaggio, una mezz'ora forse.

Quando l'autista si fermò cercai di guardare fuori, ma prima che potessi anche mettere a fuoco l'esterno Edoardo aprí la portiera e mi prese letteralmente come un sacco di patate.

Li diedi alcuni calci ma lui non fece neanche una piccola smorfia.

Smisi di lottare dopo un po' che camminava e mi guardai intorno.

Stavamo camminando in mezzo al verde, eravamo in collina, lo sentivo dall'odore d'erba e di freschezza che adoravo da piccina.

"Siamo nella casa in collina?" Chiesi io.
"Si, sapevo quanto ti piaceva da piccola, così ti ho portata qui." Disse.

Dopo qualche secondo mi poggió a terra e mi tolse una ciocca di capelli castani dal viso che mi era scivolata davanti a gli occhi.

"Andiamo dentro." Dissi io girandomi e avanzando verso la grande porta della villetta.
Lui mi seguii e aprii la porta facendomi entrare per prima.

Le tapparelle erano alzate e sentivo quell'odore di casa che negli anni mi era mancato così tanto..

"Ho chiesto a una domestica di mettere in ordine la villa, non é fantastica? É come era una volta, senza lenzuola a coprire i mobili e priva di polvere." Disse lui girandosi verso di me e sorridendomi.

Io annuii a testa bassa.

"La tua camera é quella al terzo piano, la terza porta a destra, ho pensato che volessi una camera tutta per te, ma comunque la mia é quella di fronte." Disse abbozzando un sorriso.
"Non sei del tutto degenerato mentalmente." Dissi io abbassando la voce.

Prima che potesse ribattere sali velocemente le scale per poi arrivare al terzo piano e aprire la mia stanza.

Era veramente grande, forse una delle più grandi in tutta la villa.
Aveva un letto matrimoniale, due comodini ai lati di esso in albero di ciliegio. C'erano due porte, una il bagno, che era piccolino ma confortevole e l'altra la cabina armadio.

Non mi ricordavo che la villa avesse tutte queste cose quando ero piccola, oppure queste stanze erano riservate per gli ospiti importanti invitati a partecipare alle nostre vacanze, vacanze di famiglia che si trasformavano in lavoro.
Forse il motivo per cui tenevo tanto a questa villa era per via delle vacanze passate con Ginevra.

Passavano le giornate a ridere, tuffarci in piscina e a parlare di tutto, come se ti aprissi con un diario vivente.
Lei é sempre stata il mio diario, e io il suo, a cui raccontare cose e sapere che nessuno in questo mondo avrebbe sentito le nostre confessioni perché erano solo nostre.
Chiudevamo i nostri segreti con una chiave, per poi lanciarla via.
Non so quante chiavi abbiamo lanciato per dimostrare che i nostri segreti fossero al sicuro.

"Il bello dei nostri segreti é che quando saremo grandi potremmo cercare queste chiavi in giardino e potremmo riaprirli per raccontarceli di nuovo."

Mi ricordavo dell'ultima estate che passammo qui, eravamo in prima media, nessuna delle due si sarebbe aspettato tutto questo, in fondo eravamo bambine e nessuna bambina merita di sapere quello che abbiamo passato noi ragazze ormai adulte.

Non parlo solo della perdita dei miei genitori ma parlo anche di come ha sofferto Ginevra per i suoi che hanno divorziato subito dopo la morte dei miei.
Sua madre si é traferita a Verona, di dove é originaria e suo papà invece era rimasto a Roma ancora nella casa dove era nata e cresciuta Ginevra.
Oppure quella volta in cui il suo ragazzo gli ha spezzato il cuore dopo una relazione senza amore da parte sua di un anno.
Ma la cosa peggiore é stata quando in seconda superiore ha assistito alla morte di suo fratello davanti a i suoi occhi, dopo che lui ebbe parcheggiato l'auto lei si spostó di pochi metri per prendere il carrello ma appena tornó vide in un secondo una macchina andare verso di lui.
Ci volleró tre anni di psichiatri per farla riprendere dallo sciok.
Io le stetti accanto fino alla fine cercando di capirla il più possibile, anche se era impenetrabile e silenziosa sempre. Non voleva parlarne, finché la convinsi che non avrebbe mai potuto più fare nulla e che doveva lasciarlo andare.

Quel che resta intatto lo dedico a te/ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora