Insicurezze

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Fissavo il riflesso di Sabrina nello specchio appoggiata sui mie gomiti e per metà stesa sul grande letto. Lei fissava se stessa, girandosi prima di profilo e poi di faccia, accarezzandosi il ventre, i fianchi sinuosi e le sue cosce. Di tanto in tanto la sentivo sbuffare mentre, sempre più insoddisfatta, studiava il suo riflesso allo specchio. Nel mentre io mi beavo della vista di quel corpo che, almeno per me, era sublime. Osservavo con lussuria le sue curve, quei fianchi che tanto amavo stringere e quel ventre che tanto amavo accarezzare. L'ennesimo sbuffo mi destò dai miei pensieri, permettendomi di notare una singola lacrima che percorreva la sua guancia. Mi alzai lesta dal letto, circumnavigandolo, in modo da raggiungerla e abbracciarla da dietro. Poggiai le mie labbra sulla sua spalla scoperta e le lasciai un dolce bacio, le mie mani si erano appoggiate sul suo ventre e ora l'accarezzavano piano, in un gesto di consolazione.
"Che ti prende Bri?" le chiesi piano rimanendo sempre nella mia posizione, mentre i miei occhi incrociavano i suoi attraverso lo specchio.
"Niente" mi rispose lei piano scrollando con movimenti lenti la testa e abbassando gli occhi, altre lacrime silenziose le solcarono le guance rosee. Mossi una mia mano, ancora impegnata ad accarezzarle il ventre, in modo da raccogliere quelle lacrime che facevano assomigliare i suoi occhi ad un fiume in piena.
"Amore, vuoi dirmi che succede?" le ripetè io mantenendo la mia mano sulla guancia mentre con le dita compivo piccoli movimenti, tentando di darle conforto. I suoi singhiozzi aumentavano, mentre il pianto si fece spazio sul suo viso. Il suo corpo era in preda a forti tremori, e il respiro sembrava mancarle. La strinsi forte al mio petto, sentendo dolore per ogni lacrima che si liberava dalla stretta morsa dei suoi occhi semi chiusi.
"Oggi non mi vedo, non so che me prende ma me faccio proprio schifo Marí" disse lei, mentre la sua voce era ancora interrotta da forti singhiozzi e le mani, che stavano cercando di appoggiarsi sulle mie, le tremavano. La strinsi ancora più forte a me, e una lacrima mi scese sul volto. Per me Sabrina era la più bella del mondo, una dea ed io odiavo sentirle dire quelle cose sul conto del suo corpo. La feci voltare lentamente, chiudendola in un abbraccio stretto e facendo posare le mie mani sulla sua schiena, prendendo a fare dei piccoli cerchi immaginari. La sentì piano piano rilassarsi sotto il mio tocco, mentre i suoi singhiozzi si faceva sempre più lievi e radi. A quel punto mi staccai piano e, prendendole il viso tra le mani a coppa, le lasciai un dolce bacio sulle labbra.
"Sei perfetta Amore, non dubitarne mai" le sussurrai staccandomi appena dalla sua bocca e guardandola dritta meglio occhi. Vidi le sue orbite farsi di nuovo bagnate, mentre altre lacrime salpavano sul ponte del suo viso.
"Non me ce sento" mi disse lei, abbassando lo sguardo sulle mani poggiate sul suo ventre, mentre le sue dita giocavano con un bottone della mia camicia. Lei era molto di più del suo corpo, molto di più di quello che le persone avevano sempre visto in lei. Non era solo una bella faccia o un seno sodo da ammirare, era una persona con una personalità e con una testa propria. E con emozioni, forti e spesso prorompenti. Anche se a nessuno sembrava importare di quel, non assolutamente piccolo, dettaglio. La feci nuovamente voltare in direzione dello specchio, permettendole così di vedere se stessa e me.
"Ascoltami attentamente, e guardaci" le dissi io, avvinghiando il suo sguardo dallo specchio.
Feci scendere le mie mani lentamente, passando dalle spalle al seno.
"Il tuo seno è stupendo, così perfetto. E si magari non sta più su da solo, ma a me fa impazzire comunque" le dissi piano, lasciandole un dolce bacio nell'incavo del suo collo. Scesi ancora e con i polpastrelli le sfiorai piano la pancia e poi il ventre.
"E questa è la mia preferita, starei qui ad accarezzarla per ore. Ti rende forte sai, è segno della vita che va avanti" prosegui, mentre le mie mani sia spostavano sui fianchi e io mi chinavo a baciarle quella pelle soffice.
"E i tuoi fianchi Bri, anche questi mi piacciono da morire. Così tondi e sinuosi, sono perfetti per le mie mani" continuai, spostandomi per lasciarle due baci, uno su ogni lato. Le mie mani scesero poi sulle sue gambe, un punto dolente per lei, e le strinsero leggermente lasciando un flebile segno.
"Le tue gambe, perfette anche queste, sopratutto perché ti hanno condotta da me." Prosegui con la mia scia di baci, baciandole le cosca e poi le ginocchia. Risalì piano, percorrendo a ritroso la linea che avevo precedentemente tracciato. Mi alzai in piedi e ripresi il suo volto tra le mani.
"Sei perfetta, ai miei occhi sei perfetta. E dovresti esserlo anche ai tuoi" le dissi, facendo poi scontrare le nostre bocche. Mi persi nel sapore dolce delle sue labbra, che sapevano di miele, che erano per me tortura e veleno ma anche sollievo e antidoto.
"Ti amo Marí" mi sussurrò lei staccandosi appena, spostando le mie mani dal suo volto cosicché le nostre dita potessero perdersi in un groviglio.
"Ti amo anch'io" le risposi, facendo nuovamente scontrare le nostre labbra e perdendomi, di nuovo, nell'immenso universo che era Sabrina. Ci staccammo poco dopo per mancanza di fiato, mentre le nostre fronti rimasero unite.
"Non dubitare mai più del tuo corpo" le dissi con tono ammonitorio io, riaprendo nuovamente gli occhi e perdendomi ad osservare tutta quella bellezza che avevo davanti.

C'è un po', tanto, di me in questo capito e credo, anche se spero di no, che ci sia un po' di tutt* voi. Spero che questa inattesa, anche se piccola, sorpresa vi piaccia. Avevo questa storia tra le bozze da un po', ma visto che mi sento come Sabrina ho deciso solo ora di postarlo. A prescindere da tutto siete tutti bellissim* e validissim* e vi meritate il mondo. Love yourself first.
vostra, Lady <3333

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