Positivo

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Sabrina's pov

"Sabri" mi sentì chiamare io, ed alzai lentamente il capo dal piatto. Incrociai il suo sguardo, ma immediatamente tentai di fuggire a quegli occhi che sapevano sempre leggermi dentro. 

"Dimmi Marì" le chiesi io, lasciando scivolare le posate dalle mie dita, le quali si scontrarono con la porcellana del piatto emettendo così un rumore sordo. La sentì tremare leggermente, ed allungai una delle mie mani a raccogliere la sua. Le nostre dita giocavano tra loro, lasciandosi e riprendendosi. 

"Niente, è solo che sono un paio di giorni che ti sento strana. Ti va di dirmi che ti succede?" mi chiese lei, la voce che traballava leggermente. Ed io dentro di me avevo la sua stessa paura, a causa di un segreto troppo grande. Quel mio silenzio mi mangiava da dentro, come un parassita. 

"No niente tutto bene, sono solo un po stanca" le dissi appena io, alzando ancora una volta lo sguardo su di lei. Mi persi nei suoi capelli biondi, e nelle sue iridi color nocciola. 

La cena continuò tranquilla, come un qualsiasi giovedì, e noi ci perdemmo nella nostra routine. Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti, ci accoccolammo sul divano a guardare la televisione, seppur entrambe immerse nei nostri pensieri. 

"Ma tu li vuoi ancora dei figli?" le chiesi io all'improvviso, spezzando il silenzio che era calato nella stanza. Presi a torturarmi le dita, notando una cuticola che aveva preso, improvvisamente, a darmi fastidio. 

"Non voglio metterci le speranze, e rimanerne delusa. Ci abbiamo provato per così tanto tempo, e non ci siamo riuscite. Forse dovremmo metterci l'anima in pace." disse lei, la voce appena spezzata, ed io sentì come se il mio cuore si fosse rotto in centinai di diversi pezzetti. La paura dell'abbandono cresceva in me, come quella nuova vita che ora si trovava nel mio grembo.

"Va bene, scusami ma io vado un attimo in bagno" le dissi io, tentando di alzarmi più velocemente possibile prima che le lacrime prendessero a scendere copioso. Mi richiusi alle spalle quella grande porta, e liberai il mio dolore. Un forte bussare mi destò dal mio pianto, ed io tentai di ricacciare indietro le lacrime. 

"Amore, apri per favore" mi disse lei, anche la sua voce era rotta e le mie gambe presero a tremare ancora di più. Mi appoggiai con i palmi sul lavandino, tentando ti non cacciare fuori la cena appena consumata, anche se il mio stomaco si stava rivoltando su se stesso, non sapevo se a causa della gravidanza o delle emozioni che attraversavano il mio corpo. Mi allungai verso la maniglia della porta e, lasciando ruotare la chiave nella serratura, l'abbassai lentamente.

La sua chioma bionda si fece spazio, a piccoli passi, in quella stanza angusta ed io mi lanciai immediatamente verso di lei, nascondendo il mio viso nell'incavo del suo collo. I singhiozzi mi scuotevano, infrangendosi contro la pelle nuda di Maria. Le sue mani compivano dei cerchi immaginare sulla mia schiena, mentre lei prese a lasciami teneri baci tra i capelli. Il calore del suo corpo che premeva contro il mio era confortante, e mi stava infondendo il coraggio necessario per compiere quella tanto agognata confessione. 

"Marì...io...io ti devo dire una cosa" riuscì a dire io, dopo essermi calmata leggermente. Attirai così la sua attenzione, catturando le sue mani in una presa salda. 

"Dimmi tutto Bri" mi disse lei, e la dolcezza messa in quelle semplici parole mi fece sentire una vera stupida, anche solo per aver pensato che lei potesse abbandonarci. Ma la paura si annidava nel mio cuore, sopratutto dopo le parole udite in precedenza. 

"Sono...in...sono incinta, Marì" le dissi io, tentennando appena ma consapevole di non poter più portare quel peso dentro di me. Quel silenzio che mi ero imposta, mi stava allontanando dall'amore della mia vita e mi stava logorando dentro. 

Riuscì finalmente a spostare lo sguardo sulla donna di fronte a me, ed il suo volto mi parve impassibile. Un dolore mi pervase, ma non era qualcosa di fisico, anzi era un mal di cuore. 

"Senti, se...se non lo vuoi, io posso...si posso crescerlo da sola" mi affrettai a dire, mentre lacrime pesanti sfuggivano alla mia voluntas, prendendo a scendere copiose sulle mie guance. Mi voltai di scatto, per non permettere che il mio dolore influenzasse le sue scelte. Io non volevo che stesse con me per dovere o per pietà, io volevo che scegliesse noi, me e suo figlio. 

Sentì le sue braccia cingermi cautamente i fianchi, mentre le sue mani si poggiarono sul mio ventre, ancora piatto. Lasciai che la mia testa si riversasse all'indieto, poggiandosi sulla sua spalla.

"Io lo voglio questo bambino, Bri" la sentì piano dire, ed il mio cuore fu come sollevato da un peso. Tirai un sospiro di sollievo, e mi voltai lentamente verso di lei. Le mie braccia si chiusero sul suo collo, mentre le sue rimasero poggiate sui miei fianchi. Le nostre labbra si unirono in un dolce bacio, permettendo alle nostre lingue di danzare insieme. 

La vidi poi staccarsi da me, per inginocchiarsi al suolo e stringere tra i pungi l'orlo della mia maglietta. L'arrotolò poco sopra il ventre piatto, poggiando poi le labbra sulla mia pelle nuda. 

"Ciao piccolino" la sentì sussurrare appena, mentre una lacrima di gioia scorreva serena sulla mia guancia. "Ti abbiamo voluto tanto sai, io e la tua mamma" la sentì proseguire, e portai una delle mie mani ad accarezzarle i capelli, mentre lei spostava il suo sguardo su di me. 

"Marì" la chiamo io appena, tirandola per alzarsi dal pavimento. La porta  scontrarsi con le mie labbra, mentre le sue mani si poggiano sul mio ventre. La tempesta nel mio cuore si calmò, al solo calore delle mani di Maria contro il mio corpo. 

"Era dovuto a questo allora il tuo comportamento negli ultimi giorni" mi disse lei piano, stringendomi, se possibile, ancora più forte verso di lei. Feci un breve accenno con il capo, e mi persi in quei muscoli tonici. 

"Io non volevo tenertelo nascosto, ma avevo paura" le dissi io, ancora premuta con il viso contro la sua spalla, le sue braccia forti mi circondavano il corpo infondendomi calma e sicurezza. La paura di un suo allontanamento scemò, lasciando spazio alla felicità per l'arrivo di una nuova vita. 

"Non vedo l'ora di dirlo a Gabriele, ha sempre voluto un fratellino...o una sorellina" disse lei sopra di me, mentre un sorriso si fece largo sul mio volto. Gabriele era come un figlio per me, nonostante non fosse biologicamente mio, ne di Maria. 

Ma la cosa più importante, quando si costruisce una famiglia, è l'amore e noi ne avevamo in abbondanza. 


Scritta un po' di getto spero vi piaccia. Vostra, Lady <333

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2024 ⏰

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