Feci scattare la chiave nella serratura e, con l'unica mano libera, spinsi la porta in mogano. Varcai l'ingresso colpendo con il tallone quel grande pezzo di legno, mentre un tonfo alle mie spalle ne sancì la chiusura. Le mie braccia dolevano a causa del peso che avevano trascinato prima fuori dalla macchina, e poi su per le scale di quel grande palazzo.
"Bri sono tornata" gridai a gran voce in quel lungo corridoio, cercando di non spaventarla e di annunciare il mio ritorno. Lei si sporse dalla porta scorrevole del salotto, un sorriso le contornata il volto e gli occhiali erano poggiati sul naso. Indossava un paio di pantaloni della tuta ed una maglione largo che non metteva in evidenza le sue forme, a differenza degli abiti succinti che era solita indossare. E a me pareva più bella del solito. La vidi avvicinarsi lesta mentre io lasciavo cadere con un tonfo le buste, che occupavano le mie mani.
Si lanciò verso di me avvinghiando le sue braccia intorno al mio corpo, mentre le mie mani presero a stingerle i fianchi. Poggiai le mie labbra sulle sue, catturandole in un dolce bacio e lasciando che i nostri respiri si fondessero.
"Mi sei mancata oggi" mi sussurrò lei scostandosi appena dalle mie labbra, ma poggiando la sua fronte sulla mia. Rimanemmo così per diversi minuti mentre le mie mani erano ancora incastrate tra le curve del suo corpo.
"Anche tu mi sei mancata amore" le sussurrai appena, unendo nuovamente le nostre bocche in un bacio, sta volta meno casto del primo. Passai la mia lingua sul suo labbro inferiore picchiettando appena, e chiedendole l'accesso per un contatto maggiore. Appena i nostri sembri di pelle umidi si scontrarono un brivido mi percorse la schiena, ed una scarica di adrenalina mi spinse ad attanagliare più forte la sua pelle spingendola, se possibile, ancora più vicino al mio corpo. Una delle mie mani scese a toccarle il sedere, mentre l'altra si fece spazio tra la sua folta chioma e il suo collo, inchiodando il suo viso sul mio.
"Ti ho preso tutti gli ingredienti per preparati l'amatriciana, visto che oggi ne avevi voglia" le dissi io staccando a malincuore la mia bocca dalla sua. Lei alzò i suoi occhi su di me, mentre un sorriso si fece spazio tra le sue labbra mettendo in mostra la sua dentatura perfetta.
"Si ne avevamo molta voglia" mi disse lei poggiando una delle sue mani sul suo ventre, che appariva leggermente rigonfino da sotto quel tessuto largo. Sabrina era incinta da poco meno di cinque mesi, e la sua gravidanza non si prospettava facile. Avevamo tanto voluto un bambino e, dopo vari tentativi, finalmente quel nostro sogno si era avverato. La gravidanza ci aveva colte in un momento di sconfitta, quando non credevamo più possibile che potesse accadere. Ma con la felicità di quella nuova vita che cresceva nel suo ventre, erano arrivati anche i lati negativi. Sabrina soffriva di nausee e di forti giramenti di testa, e quindi era stata costretta a prendersi una pausa dal lavoro.
"Come sta la bimba?" le chiesi, per poi abbassarmi all'altezza del ventre mentre con cautela le alzavo quel grosso maglione lasciandole scoperta la pelle.
"Hai fatto la brava con la mamma, mi raccomando trattala bene che lei già ti ama" dissi a quel piccolo bozzolo di amore, che ora se ne stava comodo e al caldo nel ventre di mia moglie. Alzai appena lo sguardo sulla mora, e notai che i suoi occhi si era fatti lucidi. Mi mossi lesta e le presi il viso tra le mani, muovendo, secondo movimenti circolari, le mie dita accarezzandole le guance.
"Si è mossa oggi, ma è stata abbastanza brava" mi rispose lei poggiando le sue mani sui miei avambracci, mentre si sforzava di non lasciare il controllo ai suoi ormoni. Da quando era rimasta incinta Sabrina era diventata sensibile, eccessivamente sensibile, e qualsiasi cosa le causa forti emozioni. Amavo prendermi cura di loro, e costruire insieme all'amore della mia vita una famiglia. Portai una delle mie mani ad accarezzarle il ventre ancora scoperto, compiendo dei movimenti circolari.
"L'hai sentita?" mi chiese lei, mentre i suoi occhi si inumidirono ancora una volta. Poggiò una delle sua mani sulla mia muovendola e posizionandola in un punto specifico sul suo ventre. All'improvviso sentì dei movimenti ed un piccolo calcetto colpi il palmo della mia mano. L'emozione prese il sopravvento, mentre una piccola lacrima scese a bagnarmi la guancia. Quella piccola vita mi innondava già di amore, ed ancora non era nata.
"Vi amo così tanto" dissi io continuando a spostare la mia mano sulla pancia, con il desiderio di sentire ancora quel movimento che tanto mi aveva resa felice. I miei occhi si incastrarono con i suoi ed, ancora una volta, la sua mano si poggiò sulla mia. Rimanemmo così per qualche secondo, prima che un altro calciò colpisse le nostre mani unite causando un forte sorriso per entrambe.
"Grazie" le dissi io all'improvviso, interrompendo il silenzio che era calato in quella stanza. Lei mi guardò con sguardo interrogativo, non capendo a cosa mi alludessi.
"So che ti sta costando tanto portare avanti questa gravidanza, che per te non è facile con tutte quelle nausee. Ti sono davvero grata perchè mi stai donando la famiglia che ho sempre voluto. Ti prometto che proteggerò te e questa piccolina per sempre, e vi amerò fino alla fine della mia vita" seguitai io in quel discorso, causando la discesa di calde lacrime dagli occhi della mora. Si lanciò su di me stringendo le sue braccia intorno al mio corpo e poggiando le sue labbra sulle mie, chiudendole in una dolce morsa mentre le lacrime bagnavano le nostre guance. Mi sentivo davvero grata per tutto quell'amore, e per la famiglia che stavamo costruendo insieme.
Questo capitolo è un po' più breve del solito, ma mi farò perdonare. Non mi convince tanto ma spero a voi piaccia. Fatemi sapere, vostra lady <33
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Dietro le quinte
FanfictionOne shot sulle deferilli. Che cosa succede dietro le quinte, quando Maria e Sabrina si spogliano dei loro personaggi?