CAPITOLO VENTITRÉ

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Angolo autrice
Scusate l'assenza e per i tanti errori presenti, buona lettura<3

"Alzati cazzo" la mano di mio marito afferra velocemente il mio avambraccio, il suo sguardo si blocca sulla ragazza tremolante nascosta poco distante da me.

"Prendila viene con noi" ordina ad Igor che esegue l'ordine silenziosamente.

Vedo la ragazza indietreggiare spaventata, parla con Igor ma quest'ultimo non le presta molta attenzione.

"Alzati" sussulto spaventata fissando tutti quei uomini a terra, il grido acuto della ragazza fa sbraitare Adrian, delle sirene si sentono in lontananza facendo scattare Adrian.

"Sbrigatevi" ordina uscendo dalla caffetteria, cos'ho fatto?

Brividi di paura percorrono il mio corpo, salgo velocemente in macchina seguita subito dopo della ragazza che ci stiamo portando dietro.

Partiamo subito senza perdere tempo, mi tengo saldamente sullo sportello nel mentre con l'altra mano tengo mia figlia.

"Ordina di guidare piano" urlo verso Adrian.

**

"State bene?" Alzo il viso su Mariya che sembra aver corso una maratona, annuisco spostando lo sguardo sulla ragazza che era con me in caffetteria.

"Puoi parlare con lei? Non mi capisce" sposta lo sguardo sulla ragazza impaurita.

Ascolto in silenzio cosa le dice anche se sinceramente non capisco nulla di quello che le dice.

"Cosa le faranno?" Domando alzando lo sguardo su Mariya, sospira posando la mano sul mio braccio.

"Non so bambina mia, sono affari che non ci riguardano" annuisco puntando lo sguardo sulla ragazza, è qui ormai da ore, Adrian non è venuto nemmeno una volta, nemmeno a rassicurarla.

Metto Arina dentro la culla, do un'ultima occhiata alla ragazza rannicchiata su se stessa per poi uscire dalla camera di mia figlia, cammino a passo svelto nella direzione dell'ufficio di Adrian.

Il forte accento russo che si sente per tutto il corridoio mi fa inclinare la testa, cosa starà dicendo?

Mi avvicino piano alla porta socchiusa del suo ufficio, sembra che stia sgridando qualcuno.

Avvicino piano la mano alla porta, cosa ci faccio qui? Cos'ho intenzione di fare? Perché adesso sto esitando?

"Entri o aspetti che qualcuno ti invita?" Sbotta da dietro la porta, come fa a sapere che mi trovo qui.

Alzo di poco lo sguardo soffermandomi a guardare la videocamera che punta su di me.

Stupida.

"Volevo parlarti" sussurro con ancora la porta davanti, la mia immaginazione naviga sulla sua espressione facciale.

Ghigno del cavolo.

"Entra" ordina facendo stridulare la sedia sotto di lui.

Si sta muovendo.

I passi pesanti si avvicinano alla porta mettendomi soggezione, le mie mani giocherellano tra di loro nel mentre i miei occhi fissano la porta che si apre rivelando la figura alta di mio marito.

Marito.

Da quando lo chiamo così?

"Sei la mia donna, comincia a fartene carico di questa parola, entra e siediti" ecco che ritorna stronzo, fisso la camicia sporca di sangue.

"Si è aperta la ferita" gli faccio notare, scrolla le braccia sedendosi sul divano, divarica le gambe per poi puntare lo sguardo su di me, deglutisco visibilmente facendolo sorridere.

{SONO TUA MIO VOR} MafiaRomance Wattys 2023Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora