CAPITOLO VENTOTTO

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Angolo autrice.
Scusate tanto per gli errori presenti🫶🏻

3 ottobre, 08:30.

Stiracchio svogliata i muscoli indolenziti, apro gli occhi fissando imbarazzata Adrian davanti a me che parla al telefono.

Completamente nudo.

Distolgo lo sguardo svogliata, mi alzo a sedere sentendo i muscoli chiedere pietà ad ogni movimento che faccio.

"Non fatemi aspettare" lo vedo riattaccare e buttare il cellulare sulla scrivania, si gira nella mia direzione fissandomi.

"Fatti una doccia e vestiti, arrivano ospiti" ordina entrando in bagno, corrugo la fronte alzandomi.

Lo raggiungo a passo svelto fregandomene che sia sotto la doccia, stringo le mani a pugni colpendolo più forte che posso.

"Smettila cazzo!" Urlo colpendolo, blocca le mie mani alzandole, il getto d'acqua mi arriva dritto in viso.

"Non puoi trattarmi come le tue puttane, sono tua moglie!" Urlo fissandolo negli occhi, alza un sopracciglio sorpreso.

"Credi che ti tratti come le mie puttane?" Ringhia al mio orecchio, mi volta di spalle sentendo la sua erezione sulla schiena.

Una sua mano stringe ferocemente il mio seno nel mentre con l'altra entra in me senza preavviso, spinge la sua erezione ancor di più sulla mia schiena.

"Le mie puttane non restano nel mio letto, lavati e vestiti arrivano ospiti ho detto" ordina smettendo di fare tutto, afferra lo shampoo mettendolo sui capelli.

Un idea malsana mi attraversa la mente, mi avvicino lentamente a lui facendo scivolare una mano sul suo petto sotto il suo sguardo attento.

"Voglio imparare, ma se tu ti comporti da stronzo non voglio farlo" tolgo rapidamente la mano uscendo dalla doccia, cosa crede? Afferro una sua maglietta abbandonata sulla sedia, la indosso uscendo rapidamente dalla camera.

Mi richiudo in quella di mia figlia scivolando lungo la porta, punto gli occhi su una testolina bionda che sbuca da sotto le coperte.

Sorrido avvicinandomi a lei, le stampo un bacio sulla tempio ridendo per le smorfie che gli si formano sul viso.

"Ci facciamo belle?" Domando accarezzandole la testa, amo dannatamente i riccioli di mia figlia.

Come quelli del padre.

"Tii" sussurra assonnata, si alza a sedere allungando le braccia verso di me.

Sorrido afferrandola, afferro i nostri accappatoi dirigendomi frettolosamente in bagno.

Adesso penso io a te.

10:40.

I borbottii del piano di sotto riempiono di chiasso l'intera villa, scivolo la mano lungo il vestito per poi abbassare lo sguardo su Arina vestita come me.

"Mama Bela, io no" piagnucola mettendo il broncio, mi abbasso alla sua altezza accarezzandole la guancia.

"Mamma senza di te non sarebbe bella, solo insieme a te sono bella" sorrido prendendola in braccio, la paura di cadere da questi trampolino mi assale.

Apro la porta della camera camminando lentamente verso le scali, una smorfia dolorante mi si forma in viso nel mentre le urla delle persone mi entrano in testa.

Chi diavolo sono questi?

Scendo lentamente le scale mettendo giù mia figlia, stringo la sua mano guardandomi attorno alla ricerca di mio marito.

{SONO TUA MIO VOR} MafiaRomance Wattys 2023Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora