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Ci siamo spogliati a vicenda.
E non nego a me stessa che quando siamo rimasti spogli dai nostri vestiti mi sono vergognata ripensando alle parole che lui stesso mi aveva detto "non nutrirei nessun piacere nel vederti senza vestiti con quel corpo esile che ti ritrovi" si quelle parole erano solo alcune che lui  mi aveva detto e non posso negare che ripensando a quelle parole  per l'imbarazzo che io stessa mi stavo creando volevo tirarmi indietro ma mi è bastata una sua carezza sul viso per farmi tornare alla realtà ci fu un silenzio devastante in quel momento ma lo spezzai -"ivar perché lo fai?"- mi ha guardato stranito come se la domanda gli fosse estranea -"che intendi?"- ho sospirato capendo che il senz'ossa non aveva la più pallida idea a cosa mi riferivo o forse stava solo facendo finta di non capirmi ma continuai a parlare -"tu stesso mi hai detto che non avresti trovato piacere nel vedermi così con il mio corpo "esile" ricordi tu lo hai detto"- ma sul suo viso comparve un sorriso non era questa la reazione che mi aspettavo ma risponde alla domanda che gli ho fatto prima
-"in questo momento sto trovando il tuo corpo esile molto più attraente e soddisfacente di quanto pensassi"- la sua risposta non mi ha sorpresa molto anche perché cos'altro poteva dirmi si poggia su i gomiti riducendo la distanza tra I nostri volti e ancora una volta i suoi occhi stavano scrutando selvaggiamente i miei adesso era lui che cercava una sicurezza da me lo baciato e
Quando fu dentro di me sospirai pesante sentendo un fastidioso bruciore che svanì molto velocemente ho seguito le sue mani che ormai stringevano i miei fianchi e li muoveva così da creare piacere ad entrambi ho diviso per alcuni secondi le nostre labbra ma non ho diviso la distanza tra i nostri visi e fu in quel momento che un ondata di piacere mi travolse facendo uscire dalle mie labbra un piccolo suono che arrivò subito all'orecchio di ivar che sorrise appagato-"astrid?"- mi chiama ridendo-"ivar?"-rispondo sorridendo-"astrid baciami dai"- mi chiede stringendo la presa su i miei fianchi faccio come mi dice e unisco le nostre labbra nuovamente e poso le mie mani  sulle sue guance rosse.
La sua mano viaggiava con sicurezza sul mio corpo toccando i miei lunghi capelli poi il mio seno e si sofferma sul mio ventre piatto per un attimo l'ho visto disconnesso dalla realtà e da tutto quello che stava succedendo così lo chiamai-"ivar"-mi ha guardata come se volesse dirmi qualcosa ma non lo ha fatto è stato in silenzio regalandomi un sorriso che era tutto tranne che sereno o sincero non riuscivo a decifrare quella sua espressione  non ho detto nulla e abbiamo continuato a procreare piacere per entrambi ,dopo svariati minuti ho sentito i miei muscoli iniziare a contrarsi e cedere le sue mani calde mi hanno stretto i fianchi li ho capito che stavamo per arrivare entrambi all'apice del nostro piacere ma il mio pensiero si affermò solo pochi minuti dopo quando i nostri respiri si facevano più pesanti quasi come se ci mancasse l'aria.
Mi sono stesa vicino al mio amato e lui ha coperto entrambi per far mantenere i nostri corpi caldi in quella nottata gelida e nella stanza calò un silenzio denso dopo tanto rumore la mia testa era poggiata sul suo petto potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata,sento la sua mano toccare i miei lunghi capelli corvini che come sempre erano sciolti e pensandoci nessuna ragazza del villaggio aveva i capelli scuri come i miei li avevano quasi tutte biondi.
Lui stesso decise di spezzare quel silenzio che aveva avvolto quei attimi d'amore allo stato puro
-"non li legherai mai questi capelli vero?"-alzo il volto per guardarlo -"no"- sorride era tranquillo era il ragazzo che conoscevo mi bacia -"al villaggio ho fatto costruire una bella casa credo tu l'abbia vista"-lo guardo e continua a parlare-"è tua non sei fatta per essere una schiava sei uno spirito libero è viene difficile pure a me imprigionarti e farti schiava perché non è ciò che sei"- mi alzo tirando una delle coperte con me alza un sopracciglio-"non sei felice?"-non era ciò che volevo detto,io non volevo lasciarlo era la mia famiglia-"mi mandi via?"-dico con difficoltà sentendo un nodo alla gola-"qui sei sempre la benvenuta ma essere una schiava non fa parte della tua vita   e dopo di te io non vorrò più una schiava preferisco fare tutto da solo"-lo guardo mi faceva male la gola come se non potessi parlare -"astrid è tardi vieni a dormire domani ti porto a casa tua"-  raccolgo i miei vestiti da terra e lui mi guarda stranito esco senza dirgli nulla e vado in camera mia non riuscivo a stare con lui appena chiudo la porta scoppio in un pianto disperato per me era la mia famiglia io non avevo nessuno oltre lui non mi aspettavo che dicesse non so cosa ma avrei preferito continuare ad essere la sua schiava che andarmene solo il pensiero di non svegliarmi la mattina accanto a lui o di andare con lui da per tutto mi stava uccidendo so che sembra sciocco e che lui sta cercando di fare un bel gesto ma non riesco ad dividermi da lui  mi sono messa a letto cercando di cullarmi con scarsi risultati .

Ivar the boneless//ruthlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora