Ero poggiata al muro sentivo freddo e non avevo nemmeno la forza di muovermi ma improvvisamente sentì un'ondata di energia che mi fece aprire gli occhi qualcosa di familiare e forte , fu in quel momento che sentì la maniglia della vecchia porta cigolare sussurai il suo nome e appena la porta si apri l'ho visto con un le chiavi in mano sembrava cosi reale che per un attimo ho pensato ecco odino mi sta chiamando ma quando si chinò affianco a me ho capito che non era un illusione ma la realtà-"non potevo lasciare la mia profezia qui"-mi dice con un sorriso stampato sul viso che ricambiai e quando finalmente ho avuto le mani libere gli accarezzai la guancia,nel mentre mi levava le catene dalle caviglie non si girò per guardarmi ma ero certa che era felice pure lui di vedermi quando sono stata libera da tutte le catene mi da una mano ad alzarmi e siamo usciti, la luce mi bruciava gli occhi mi guardai le mani bianchissime devo ammettere che mi sono spaventata all'inizio ma era normale essere così bianca ero stata chiusa lì al buio senza cibo né acqua e al freddo non so per quanto, il sole mi riscaldava ma questo non poteva ovattare i suoni che mi circondavano,le urla disperate,le grida di battaglia e il ferro che batteva mi confondeva lui se ne accorse e si ferma -"hey guardami tra poco finirà"-nei suoi occhi vedevo il fuoco della vendetta divampare ha sempre avuto un lato sadico ma quello era qualcosa di più non era solo odio era qualcosa molto più grande.
Lo seguito fin al palazzo di re ealle e entriamo c'era tutto sotto sopra ma non ho detto nulla lo seguito in silenzio abbiamo salito le scale arrivando in una camera dove c'era un divano e un letto siamo entrati e lui ha chiuso la porta nel mentre io mi siedo sul divano e lui si siede vicino a me -" scusami"-spezzò il silenzio chiedendomi scusa lo guardo senza dirgli nulla allunga la mano e la poggia sul mio viso per poi baciarmi-"sarei venuto fino in capo al mondo per te senza stancarmi senza sentire alcun dolore perché ti sento fin dentro le ossa e nessuno questo può cambiarlo nemmeno una stregoneria"-la sua voce pensai mi era mancata era piena di sollievo al contrario dei i suoi occhi che parlavano da soli in essi si può vedere tutto riflettono l'anima, è difficile mentire con gli occhi ma sul suo volto c'era quel ragazzo "eccolo il mio ivar"sorrisi nel pensarlo-"perchè ridi?"-mi chiede confuso-"sono felice che sei qui"-lo abbraccio e lo bacio lo spingo un pò e si poggia allo schienale del divano mi metto sopra di lui e poggio la testa sulla sua spalla e le mani dietro il collo le sue mani giocherellavano con i miei capelli -"adesso noi torniamo a casa e quando qui sarà pronto torniamo"-mi sussura all'orecchio gli bacio il collo e con la coda dell'occhio riesco a vedere il suo sorriso è così appagante-"andiamo astrid"- mi dice ci alziamo subito per poi scendere le scale nuovamente e uscire fuori non c'era più nessuno che combatteva o che scappava rimaneva solo la puzza densa del sangue ma non ci feci così caso ero presa da quel senz'ossa e quando arrivammo alla nave mi aiutarono a salire ma appena fui a bordo e vidi re ealle legato sono caduta a terra per lo spavento indietreggiai ma ivar mi fece alzare -"non guardarlo"-il mio sguardo si distoglie da quello del mio lui e passa a quell'uomo malvagio che mi guardava quasi soddisfatto per ciò che mi aveva fatto passare la sua mano mi fa girare il viso verso di lui-"non guardarlo così ti supplico o dovrò buttarlo a mare con tutti e quattro gli arti legati"-scuoto la testa e mi bacia davanti a tutti anche se stavano remando erano li con noi-"lo storpio che fa di tutto per la sua schiava giusto?"-la sua voce ci interrompe facendo girare ivar che con tutta la calma del mondo gli disse-"lo storpio ti farà un aquila di sangue"-un brivido mi trapassò tutto il corpo alle parole del figlio minore di ragnar che si allontanò subito dopo mi giro per guardare dove va ma la voce del l'uomo mi fa girare nuovamente verso di lui-"hai gli stessi occhi di tua madre"-afferma quasi con una nota di nostalgia ma non riuscì a dire nulla lo guardato un ultima volta in silenzio per poi girarmi e andare da ivar che era seduto lontano da tutto e tutti ho fatto attenzione a dove camminavo c'erano molti oggetti per terra e non volevo di certo inciamparci sopra. quando arrivai finalmente da ivar mi sedetti accanto a lui per poi poggiare la testa sulla sua spalla ,osservava il mare in silenzio perciò non ho aperto bocca il suo braccio mi avvolse il fianco avvicinandomi ancora di più a lui aprì la bocca per dire qualcosa ma la chiusi immediatamente-"ti sei pentita di ciò che volevi dire?"-non si era girato a guardarmi continuava a fissare il mare-"io volevo chiederti perché sei tornato a prendermi"-gli chiedo in un sussuro serra la mascella e dopo qualche minuto mi risponde-"dovevo"-non lo guardo più perché non poteva aprirsi con me perché "doveva" eh? Pensai mi faceva infuriare con queste risposte brevi ho sbuffato senza rispondergli ma lui continua a parlare-"non sbuffare Astrid"-mi rimproverò severamente come un padre fa con i propri figli ma alzai gli occhi al cielo cercando di lasciarlo perdere sennò avremmo litigato in un nano secondo -"quando torniamo facciamo un bagno caldo?"- gli chiedo e lui annuisce -"quando torniamo potrai farti tutti i bagni caldi che vorrai"-mi dice accarezzandomi la guancia lo guardo i miei occhi si perdevano nei suoi quel rapporto di amore e odio ci faceva sentire vivi e amati perché nonostante tutto io avrei salvato di nuovo la sua vita e lui probabilmente avrebbe fatto lo stesso se non avrebbe potuto scegliere tra me e lui sarebbe venuto a salvarmi ovunque perché l'amore che proviamo l'un l'altra e molto più forte di qualsiasi dolore e anche se lui non lo dice sono certa che qualcosa la prova.
STAI LEGGENDO
Ivar the boneless//ruthless
Historical Fictiondopo un naufragio la vita di astrid cambia del tutto