Capitolo 20

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TAYLOR

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TAYLOR

-Invece d startene lì spiaggiato come una megattera perchè non vieni con me?-

Tolgo via gli occhiali da sole per dare un volto a quella voce che in realtà ho già riconosciuto e li appoggio sul petto.-Mi stai dicendo che steso sul lettino somiglio ad una balena?-

-No che sei un bellissimo animale raro ingombrante-

-E sentiamo dove dovrei accompagnarti?-mi metto seduto affondando i piedi nella sabbia calda.

-A pesca-spiega Nicholas come se fosse la più ovvia delle cose-In barca-specifica-Quella barca-indica l'imbarcazione malmessa di legno dipinto di blu.

-Moriremo entrambi su quel coso lo sai vero?-

-Muoviti-non presta attenzione ad una mia sola parola. Recupero le ciabatte e infilo la maglia sul costume. Lo seguo iniziando a invocare nella mia testa ogni santo mi venga in mente affinchè questa spedizione non si riveli un attentato alla mia vita.

Arrivati in mezzo al mare cristallino Nicholas apre un grosso baule marrone e ne cava fuori reti, cime e due canne da pesca insieme a dell'altro occorrente.

-Sei mai stato a pesca prima d'ora?-

-Un paio di volte-mi siedo a prua accanto a lui sulla panca di legno-Ho vissuto una vita più cittadina-

-Ok dimentica la fifth avenue e armati di tutta la pazienza di cui sei dotato perché sarà una luuunga giornata silenziosa e statica-mi ruba un bacio sulla guancia. Attacca con precisione gli ami alle canne. Poi mi rivolge uno cenno ed entrambi caliamo la lenza in acqua. Il sole è tornato cocente e il mare è calmo dopo il tempo orribile degli ultimi due giorni. Non lo vedo da ieri mattina, da quando è accaduto l'inevitabile tra noi ed è così strano che il primo momento che ci ritroviamo a condividere sia questo.

-Dove hai imparato a pescare?-gli domando spezzando il silenzio ma mantenendo basso il tono della voce.

-Qui in Grecia con mio padre-con un piccolo colpo di testa si sposta il ciuffo biondo dalla fronte-Questo era il paese di origine di mia madre e quando ero piccolo e venivamo qui, lei era indaffarata a salutare amici e parenti e noi ci ritagliavamo un po' di tempo per quei passatempi che lei trovava noiosi e da uomini-

-Quindi c'è stato un momento in cui tuo padre non era così stronzo?-mi pento ma non fino in fondo delle mie parole.

-Si fino ai miei 14 anni-si volta a guardarmi-Quando iniziò a girare voce che avessi baciato il figlio di un politico dalle mie parti in Inghilterra durante una gita di classe-

-Ed erano voci infondate?-

-No, avevano tutti perfettamente ragione-ammette sorridente-E quel ragazzo è stato anche la mia prima volta-

-Immagino che questa cosa saltata fuori abbia spezzato l'idillio tra te e tuo padre-

-In realtà fu una manna dal cielo che iniziassero a circolare queste dicerie più o meno vere sul mio conto-si schiarisce la voce-Credo che mia madre lo avesse sospettato già da un po' e mio padre con la sua mentalità russa stava già cominciando a dimostrarsi ostile nei miei confronti dal momento in cui iniziavo a dichiarare apertamente la mia passione per il principe Harry d'Inghilterra.-prende un respiro profondo-Dio! Quanto ho sperato che all'improvviso Harry si dichiarasse gay e quante volte ho desiderato incontrarlo per caso al bar e farlo cadere ai miei piedi!-

The silence of the snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora