Capitolo 25

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TAYLOR

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TAYLOR

-Ehi ti andrebbe di salire da me per ripassare ancora un po' le battute?-Ho riaccompagnato a casa, come faccio da ormai quasi un mese, la mia coprotagonista , la mia amata principessa nel film in cui mi trovo a recitare. Sia io che lei abbiamo la fortuna di avere casa vicino agli studios risparmiandoci così di alloggiare in camper e roulotte in cui vengono solitamente sistemati tutti gli individui coinvolti nelle riprese. E come ogni sera quindi, a bordo della mia mercedes nera percorro questo viale alberato fermandomi davanti alla sua villetta, una di tante villette a schiera. Si chiama Nora. E' una giovane attrice emergente, anche cantante, dalla carnagione ambrata che tradisce le sue origini afroamericane. Ha i capelli neri e ricci e una risata che fa esplodere il set per l'entusiasmo che riesce a trasmettere. Annuisco al suo invito. Parcheggio nel suo vialetto. Lascio che scenda dall'auto e infili la chiave nella serratura.

-Vivi da sola?-

-Si ho 22 anni sono un'adulta, o almeno fingo di essere tale-

La seguo un passo indietro ad ogni ambiente che illumina. In realtà la casa non è molto grande ed è arredata in maniera spartana.

-Posso offrirti un po' di vino rosso, rigorosamente caldo e di qualità scadente-lo stappa ancor prima che possa risponderle-Non dirmi che sei astemio!-

-Assolutamente no-lascio che mi versi nel bicchiere il liquido rossastro-Mi astengo dal berlo solo se dovessi trovarlo davvero disgustoso-batto il bicchiere con lei simulando un brindisi.

-Fa schifo-ammette lei prima di me.

Continuo a sorseggiarlo noncurante delle sue parole. Recupera dallo zaino che ha portato anche con sé sul set il copione stropicciato e lo appoggia sul bancone isola bianco della cucina. Mi siedo su uno sgabello osservandolo con lei. Ha appuntato una serie di annotazioni nei vari angoli del foglio e utilizzato una miriade di evidenziatori e pastelli colorati ad ogni battuta.

-Domani ci tocca la scena in cui ti invito a fare il primo ballo giusto?-

-Giusto-

-Sappi che sono una frana a ballare e il regista è già stato messo al corrente-

-Si sono stata messa anche io al corrente di questo tuo piccolo problema-

-Vedo che le voci girano in fretta-

-Eh già-ci sistemiamo in posizione di valzer come se dovessimo girare la scena-Poso il bicchiere e le prendo la mano. L'altra la tengo appoggiata sulla sua schiena scoperta per via della scollatura ampia della maglietta che indossa. Mi punta gli occhi scuri addosso alzando la testa-Ad esempio molti si chiedono se davvero tu sia...-si morde un labbro. Resto ad ascoltarla in silenzio e nella stessa posizione impostata di ballo-...si insomma...-accenno ad un sorriso imbarazzato. Prima che possa rendermene conto le sue labbra sono sulle mie e istintivamente ricambio il bacio. La cingo per i fianchi portandola a sedersi sul piano bianco su cui sono appoggiati i nostri calici di vino. Uno di essi cade rovesciandone il contenuto. Continuo a baciarla ad occhi chiusi, mentre le sue mani trafficano sotto la mia camicia dalla trama colorata. Sa di buono, sa di intrigante, di istintivo ma non abbastanza da farmi andare oltre. L'ultima volta che sono stato con qualcuno è stata con lui che adesso immagino nella sua amata Grecia forse a pescare su una barchetta tutta azzurra, o a shakerare cocktails nel chiringuito, o nella peggiore delle ipotesi tra le lenzuola con un altro. E temo, temo con tutto me stesso che la terza sia un'opzione da scartare. Ma di lui non ho notizie. I suoi social sono rimasti come al solito delle pagine vuote che lo fanno somigliare sempre a un fake di se stesso per quanto non posti assolutamente nulla. Non una chiamata, non un messaggio. Uno squillo del telefono nella tasca destra dei miei pantaloni mi fa sobbalzare. Per un istante immagino possa davvero trattarsi di Nicholas. Il trillo del telefono è abbastanza da spezzare definitivamente questo breve e assurdo idillio tra me e Nora che resta seduta a fissarmi-Mi dispiace Taylor, non volevo-

Mi sento terribilmente in colpa anche io e non so bene per cosa. Le accarezzo il bel viso dai lineamenti delicati-Sta tranquilla non è stata colpa tua-sembra tranquillizzarsi. Recupero lo smartphone tra le mani. Si tratta di Mathias "Ehi star di Hollywood domani sarò a Los Angeles e mi tratterrò qualche giorno in città prima di proseguire il mio tour da turista . Riesci a trovare del tempo per un amico?".

-Chi è?-domanda curiosa Nora.

-Un amico che vive in Argentina-gli rispondo affermativamente rimettendo il telefono in tasca-Domani sarà a LA e vuole incontrarmi per un saluto-

-Solo un amico?-

-Lui si, è solo un amico-

-Quindi c'è davvero un lui che ti fa battere il cuore Taylor-balza giù dal tavolo-E' quello che si intravede nella foto del tuo ultimo post su instagram?-me la mostra dal suo cellulare come se non conoscessi ogni minimo dettaglio di quell'ultima immagine sul mio stesso social. Fa male e tremendamente bene osservare quel momento impresso in uno scatto.

Non aspetta che io risponda-E dove sta adesso?-la risposta gliel'avrà data la mia espressione assorta nei ricordi.

-Non ne ho la più pallida idea-Nora mi solletica l'avambraccio provando a darmi conforto.-Ti va di tornare a concentrarci sul copione?-la imploro senza con lo sguardo-Ho bisogno di pensare ad altro-


Mi sorride-Certo mio caro principe azzurro-

Mi sorride-Certo mio caro principe azzurro-

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NICHOLAS


Stasera è la serata a tema Grecia, ancora una volta. E' una ritualità che il resort segue e ricorre per omaggiare la terra e i prodotti tipici. E gli ospiti ne sono sempre ben lieti. Ho appena terminato il turno in reception e stasera ho tutta l'intenzione di prendermela comoda, mandare giù qualche sorso di alcool ascoltando la musica dal vivo insieme ai presenti. Mi faccio una doccia calda e tiro fuori dall'armadio gli abiti che ho selezionato per l'evento. Tra di essi spicca una tonaca bianca con una macchia, seppur sbiadita di vino rosso. Il cuore sprofonda nell'oblio del ricordo. E' quello che ho prestato a Taylor quella sera. Me la porto al viso affondando il naso nel tessuto in un moto di ingenuità assoluta. Posso ancora sentire il suo odore impregnato nel cotone pregiato che mi ha rovinato, forse per sempre in modo maldestro con del vino, ma realizzo che non ne sono mai stato effettivamente turbato. Quella sera sono stato colto da un profondo attacco di gelosia nei suoi confronti quando lo trovai a chiacchierare in modo intimo con quel Mathias. Sento il sangue affluirmi alle guance se ripenso a quel momento, per il fastidio e per l'imbarazzo. Ricordo quando mi raggiunse al tronco e avverto una ad una tutte le sensazioni che la sua voce, il suo odore, il suo tocco mi hanno lasciato. Mi sento tremendamente solo e vuoto da quando è ripartito. Ho scelto di non cercarlo direttamente fin ora per non essere per lui fonte di distrazione dal suo "riscatto" dalle esperienze negative degli ultimi mesi della sua vita ma una parte di me muore dalla voglia di averlo ancora qui o quantomeno condividere cose con lui. Non ha postato nulla che lo riguardasse e le uniche cose che riesco a recuperare sul suo conto sono i vari articoli che mi parlano delle riprese del film che lo vedrà protagonista. Il rapporto con mio padre, alla luce degli ultimi avvenimenti si è deteriorato sempre di più e questo mi sta portando ad essere sempre più convinto di non voler condividere più con lui questa routine che sento non mi appartiene più. Una parte di me è affranta dalla sola idea di poter ferire mia madre e tutto quello che abbiamo costruito come famiglia ma l'altra scalcia affinchè io riesca a mantenere la promessa che ho fatto a Taylor di sentirmi me stesso e meno costretto in questi assurdi schemi e responsabilità di cui in fondo non voglio più farmi carico. Infilo addosso quella tunica macchiata per portare con me la sensazione di averlo ancora addosso in qualche modo.

The silence of the snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora