αmσrє νισℓєитσ

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"SEI UN LURIDO IDIOTA !" Gli urlò contro Mikey, lasciandogli contro dei piatti.
Questa situazione assurda stava durando ormai da due anni.
Shelby aveva 15 anni, ed era completamente dipendente da Mikey.
Aveva un attacco di panico ogni volta che faceva tardi, anche solo di 2 minuti.
Il piano di Mikey aveva funzionato fin troppo bene.
Nel frattempo i fratelli di Shelby, continuarono a trattarlo come la merda inutile che era a detta di Mikey e dei 3 ragazzi.
La continua paura, teneva Shelby prigioniero.
Non si sentiva mai libero, e ogni volta che aveva rapporti sessuali con la "persona che amava" si sentiva disgustato ed usato.
Voleva sempre piangere o scappare.
"MALEDETTO BASTARDO !" Gli urlò contro Mikey, stringendo la presa sui capelli di Shelby, che in lacrime pregava il suo "amore" di lasciarlo andare.
Mikey fece orecchie da mercante, e con una forza disumana scaraventò Shelby giù per le scale.
"VATTENE A CASA CAZZO ! NON TI VOGLIO VEDERE !" Gli urli contro Mikey, dirigendosi nella sua stanza.
Shelby osservò in lacrime il suo amore andarsene.
Il panico iniziò ad assalirlo, ma fece del suo meglio per mantenerlo a bada, e con difficoltà, si alzò da terra, e uscì fuori dalla casa di Mikey.
Camminò fino a casa, ed aprendo la porta, venne immediatamente colpito dal pallone di Jasper che ormai aveva 19 anni.
Shelby si tenne lo stomaco, cadendo a terra.
Jasper lo vide ma alzò gli occhi al cielo.
"Patetico." Disse Jasper, andandosene, non volendo toccare la palla, che aveva toccato il corpo "disgustoso" di Shelby.
Shelby si sentì veramente patetico e lentamente si alzò da terra, dirigendosi in camera.
Voleva solo suonare per calmare i nervi.
Suonare non lo faceva sentire vuoto.
Shelby a differenza dei suoi fratelli, non possedeva un cellulare, era come se fosse tenuto a distanza dagli altri, per questo.
Salendo dolorosamente le scale, Shelby entrò nella sua stanza, e con dolore iniziò a suonare.
Continuando a suonare, tutto il dolore, il panico, la paura, la disperazione e l'ansia svanirono.
Shelby si sentiva così bene.
Presto quel bene venne completamente annientato, quando i 3 entrarono in stanza, e con forza ruppero tutti gli strumenti di Shelby.
"No !" Urlò in lacrime Shelby, cercando di fermare i 3.
Fu inutile, dato che la madre Marta, con i suoi fidati tacchi alti, diede un calcio sullo stomaco del figlio, facendolo cadere.
Marta mise il piede sopra la schiena piena di tagli e lividi del figlio, osservando con gioia, ciò che le sue marionette, stavano facendo.
Shelby urli loro di fermarsi, ma non servì a niente.
Continuarono a distruggere, ogni cosa, la sua collezione di cuffie, i suoi abiti, le sue scarpe, i suoi poster, i suoi disegni.
Tutto venne distrutto in quella stanza.
Shelby si sentì morire.
La sua camera da letto, la vedeva come una zona sicura e protetta.
Un mondo che capiva solo lui, dove poteva essere libero da tutto l'odio.
Se anche la sua stanza non era un posto sicuro... allora niente lo era.
E così... osservò con occhi spenti, ciò che stava accadendo nella sua stanza.
Marta se ne andò, prima di essere vista dai 3.
Quando i 3 ebbero fatto, si sentirono un attimo straniti.
Come se nom riuscissero a controllare i loro corpi.
Sempre con questa sensazione si avvicinarono a Shelby, e con forza iniziarono a colpirlo, tirargli i capelli, i boxer fino a strapparli, tirargli calcio sulle costole e sullo stomaco... lo stavano praticamente uccidendo.
I 3 erano in conflitto con loro stessi.
Perché stavano facendo del male a Shelby ?
Perché lo accusavano della morte del loro amato padre ?
Perché gli avevano distrutto la stanza ?
Perché non lo facevano mangiare ?
Perché gli avevano messo tutta la scuola contro ?
Fino a che...

𝕱𝖗𝖆𝖙𝖊𝖑𝖑𝖎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora