➸𝑪apitolo otto

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Dediche

I ragazzi giocando alla play e c'è Marc che ha sulle sue gambe Pablito facendolo giocare con se.

Stiamo aspettando che il sushi arrivi e in un attimo mi trovo trascinata in cucina da Pablo.

Mi obbliga ad apparecchiare con lui, dicendo che se deve sentirsi sfruttato io dovrò sentirmi sfruttata con lui.

"Come stai?"

Mi domanda ad un certo punto, facendomi sorridere per la sua preoccupazione.

"Io bene, tu dovresti dirmi. Domani giocate, ansia?"

Dato che abbiamo finito, si avvicina abbracciandomi da dietro. Mi appoggio al suo petto, che come le altre volte mi sembra il posto più accogliente del mondo.

"Ho un po' paura, poi tu non lo sai ma in campo sono l'opposto di come sono normalmente. Do subito di matto."

Mi racconta, ma già sapevo qualcosa dalle storie di mio padre.

"Ehi sei il ragazzo d'oro, tutti sappiamo quanto vali quindi non devi avere paura di dare di matto se questo ti porta ad essere il migliore"

Mi lascia un bacio sulla guancia ringraziandomi per la lode.

"Ci sarete? A vederci intendo"

Annuisco girandomi, così che adesso le sue mani cingano i miei fianchi e i nostri occhi possano incontrarsi.

"Non so che maglietta mettere prima a Pablito. Tutti i ragazzi me ne hanno regalata una e non vorrei far dispiacere nessuno"

"Io direi che la mia è perfetta, così inizia la tradizione, diventa il mio portafortuna e nessuno si arrabbierà"

Spara convinto, non sapendo quanto insistenti siano i suoi compagni di squadra.

"Mh ci penserò"

Decido di fare la misteriosa, quando in cuor mio so che ciò che ha detto mi farebbe solo piacere.

"Pablo Jr deve per forza indossa la maglia di Pablo Senior, è legge"

"Che hai appena inventato"

"Pur sempre legge"

Decido di chiudere il dibattito stringendolo di più a me. Ha un profumo spettacolare, che quasi crea dipendenza.

"Traditrice! Mi avevi promesso che avrebbe messo la mia"

Urla Pedro fin troppo drammatico.

"Ma ormai ha detto si"

"Io non ho detto di sì"

Pedro continua a puntarmi il dito e Pablo se la ride sperando di averla vinta.

"Metterà la maglia di Pedro perché gliel'ho promesso"

Decreto alla fine, facendo sbuffare il sivigliano. Subito ritorna alla riscossa aspettando che Pedro torni di là.

"Allora toccherà a te mettere la mia maglia, tanto c'è l'hai già"

Sussurra roco al mio orecchio abbassando la voce di un ottava. Uno strano brivido si diffonde per tutta la schiena, ma lo ignoro per far finta che la cosa non mi tocchi.



Lo stadio è pieno e mi domando se sia stata una buona idea portare Pablito in un posto così affollato. Poco mi ci vuole a capire che però su questo è tutto suo padre, dato che guarda tutto con occhi meravigliati.

I giocatori escono per scaldarsi e per oggi il Barcellona parte avvantaggiato.

Siamo così vicini al campo che probabilmente basterebbe ad uno dei giocare allungare il braccio per toccare un piedino di Pablo.

"Jr"

Lo chiama Pedro da lontano facendogli la linguaccia che fa battere le manine al mio bimbo.

"Ti devo dire una cosa"

Ad un tratto vengo distratta dalla mia migliore amica. Indossa anche lui una maglia del barcellona, dove però c'è il nome di Pedri come quella di Pablito. Io alla fine ho ceduto e ho indossato quella con la scritta Gavi, anche se il ragazzo ancora non lo sa.

"Io e Marc ci siamo baciati l'altro giorno. Cioè baciati all'inizio abbiamo fatto sesso e che sess-"

Tappo la bocca alla ragazza e per mia fortuna Pablito è attirato da qualcosa proveniente dal campo e quindi non ci ha sentito.

"Abbiamo giocato tanto. Intensamente. Domani dovremmo uscire a cena, solo io e lui e sto per andare in iper ventilazione"

Sorrido felice per lei, nonostante sia una ragazza stupenda non si concede quasi mai ai ragazzi. Sapere che è così presa da aver fatto questo passo con il calciatore mi rende felice.

La partita, però, non aspetta i nostri inciuci iniziando con un ritmo altissimo.

Gavi è una scheggia, fa continue uscite perfette. Spazza e dribbla giocatori su giocatori portando all'assist per il primo gol della partita.

Tutti applaudono e con essi anche Pablito.

Il primo tempo termina proprio con un uno a zero che nel secondo tempo viene rimontato dagli avversari. Mancano cinque minuti alla fine e nessuna delle due squadre è contenta di un misero pareggio. Poi avviene la magia, Pablo dalla metà del campo salta tutta la difesa sfondando la rete con un gol pazzesco.

Lo vedo saltare in braccio ad un compagno e poi correre nella nostra direzione, rubando un bacino sulla guancia a Pablito.

Ho le lacrime agli occhi per la dolcezza e la bellezza di questo ragazzo.


Non riusciamo a fare i complimenti ai ragazzi, proprio perché dobbiamo correre a preparaci. Nonno Xavi è contentissimo di tenere il suo nipotino per una sera intera, soprattutto perché si lamenta che ultimamente non glielo lascio quasi mai.

Io deciso di farmi una coda alta per poi passare al make up abbinato ovviamente allo stupendo vestito preso qualche giorno fa con Isa.

A passarmi a prendere dovrebbe venire Marc con Isa, ma all'ultimo capisco che sono finito nell'ennesima trappola organizzata da quei matti.

Pablo, infatti, più bello che mai è colui che mi passa a prendere. Ci scambiamo due baci sulle guance prime di partire alla volta della discoteca.

"Sei bellissima mami"

Ammette con un sorriso sulle labbra che lo rende ancora più incantevole.

"Anche tu, Pablo"

Ci sorridiamo come degli stupidi. Mentre guida decido di buttare un'occhiata più accurata sulla sua figura. Un jeans largo e nero gli fascia le gambe accompagnato da una t-shirt bianca attillata che mette in mostra il suo petto scolpito.

"Sei stato un amore oggi, con quel gol"

Ammetto e lo vedo trattenersi dal dire qualcosa, per poi sussurrare un semplice tutto per il mio niño.

Il fatto che l'abbia definito suo mi fa comparire diverse immagini in testa troppo belle ma che subito cancello per non arrossire come un idiota.

➸ Baby daddy || Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora