Capitolo 8

56 13 0
                                    

Sul lettino dell'infermeria, Shoto aveva appena ripreso conoscenza e con sua grande sorpresa, il primo volto che vide fu quello di suo padre.

"Ti sei fatto sconfiggere da una ragazza senza alcuna tecnica; grezza e sgraziata dall'inizio alla fine. Se avessi usato di più..."

"Taci," lo interruppe bruscamente, "Non dovresti essere qui. Solo perché utilizzo il lato sinistro, non vuol dire che tu abbia il diritto di sparare sentenze."

Endeavor aggrottò le sopracciglia e divenne paonazzo in volto "Insolente che non sei altro. SE TU..." s'interruppe di colpo poiché Haru, bussò alla porta guadagnandosi così un'occhiataccia dal Numero Due degli Hero.

"Scusate il disturbo, volevo solo vedere come stesse Shoto. Ma ripasserò più tardi" disse lei  tentando di richiudere la porta.

"Stavo andando via" sentenziò l'eroe per poi allontanarsi velocemente dalla stanza, sbattendo violentemente la porta.

"Scusalo" disse Shoto tirandosi faticosamente sulla schiena e schiarendosi la gola quando, la giovane  gli si gettò al collo e lo abbracciò calorosamente. "Grazie per per tutto Todoroki" gli sussurrò appena. Lui arrossì leggermente e ricambiò l'abbraccio con una leggera pacca sulla spalla; il contatto umano non era mai stato il suo forte.


Dopo pochi minuti, uscì dalla stanza entrando nel  silenzio del lungo corridoio; con il cuore che le tamburellava nel petto e l'aria che le tagliava il viso come lame affilate, ansiosa di vedere i suoi compagni e risanare ciò che aveva rotto.  Grazie a loro, aveva imparato il significato della vera amicizia, l'essenza del lavoro di squadra e soprattutto, grazie allo scontro con Shoto, capì che non voleva più che lui decidesse per lei... non gli avrebbe più permesso di rovinarle ancora la vita e senza esitazione alcuna, spalancò le porte della tribuna urlando singhiozzante:

"SCUSATEMI DAVVERO PER COME MI SONO COMPORTATA! HO AVUTO UN BRUTTO MOMENTO ED IO NON VOLEVO CHE VOI FOSTE..."

Non riuscì a finire la frase che due braccia la tirarono a sé, facendola sprofondare in una fortezza indistruttibile. Kirishima le accarezzava dolcemente i capelli arruffati mentre i profondi lacrimoni gli macchiavano la tuta.

"Capita a tutti un momento no," le disse piano mentre gli altri compagni li accerchiavano, aggiungendo parole di conforto. Avvolta e protetta nel calore di Ejiro, Haru sentì che, per una volta, poteva essere fragile; poteva essere apprezzata per quel che era, nonostante tutti i segreti che le gravavano sulla schiena e quel guscio duro e freddo che le avevano imposto di indossare. Poteva sentirsi libera di essere felice.

"G-grazie davvero," disse, guardando il ragazzo negli occhi che teneva il suo viso tra le mani e dolcemente le asciugava le guance arrossate; fin quando... un'esplosione inverosimile richiamò l'attenzione degli studenti e un penetrante odore di bruciato perforò le loro narici.

"Chi si sta scontrando?" Domandò la ragazza argentea un attimo dopo, sedendosi in prima fila.

"Bakugou e Midoriya..." rispose Iida, preoccupato per l'amico.


Sospiri profondi uscirono dalla bocca di Izuku, mentre tremava di fronte al suo rivale di sempre.

"Non posso usare il One for All... il mio corpo non reggerà l'impatto, proprio come è successo con Todoroki. Ma contro Kacchan che altra scelta ho..." pensò il ragazzo dai capelli color edera, cercando di schiarirsi le idee mentre le grida di Bakugou echeggiavano sul campo.

"MERDEKU, TI FARÒ VEDERE COSA VUOL DIRE ESSERE IL NUMERO UNO," sbraitò in cagnesco partendo a razzo verso Izuku. Katsuki era veloce; troppo veloce per lui e quindi la prima contromossa che gli venne in mente fu quella di far partire una schiccherata al massimo della potenza. Fù una mossa appena percettibile, ma abbastanza potente da spazzare via  Bakugou come fosse un granello di polvere. Tuttavia, il biondo era in piedi con espressione sadica e tutto  ciò che ottenne Midoriya, fu solamente il dito rotto.

Ricordati Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora