Capitolo 6

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I giorni passarono e tutto tornó alla normalità: le lezioni, gli allenamenti e perfino le discussioni in classe; l'unica cosa differenza era il clima esterno che diveniva via via sempre più freddo. Tuttavia, oltre all'aria fredda, li attendeva una inaspettata notizia.

"A breve inizierà il torneo scolastico della UA. è un'occasione per mettere in pratica ciò che avete imparato" disse Aizawa sotto i rintocchi dell'orologio, mentre i suoi studenti esultavano chiassosi. "Sarà l'occasione perfetta per dimostrare quanto valgo" disse Deku con occhi pieni di speranza. "Io resterei al mio posto se fossi in te, Merdeku" controbatte roco Kacchan. "Ed io smetterei di aprire bocca e dargli fiato senza un motivo" intervenne Haru intenta a leggere un libro. "RIPETI SE HAI IL CORAGGIO, COMP...," Bakugou si fermò all'istante e arrossì improvvisamente quando la ragazza argentea lo guardò negli occhi. "Che strani quei due" pensò Midoriya tra sé e sé, analizzandoli. "Tuttavia, studenti, dato che il torneo è alle porte, siete pregati di cambiarvi e di dirigervi in palestra. Il tempo è prezioso" concluse l'insegnante fulminando tutti con lo sguardo.


Una volta pronti, gli studenti si divisero a coppie e iniziarono l'allenamento in vista del torneo. Tutti stavano dando il meglio di sé utilizzando ogni mossa e contromossa imparata. Tra le coppie formate, una spiccava più degli altri. Todoroki e Deku che  lavoravano insieme, se le stavano dando di santa ragione. Le fiamme ardenti si miscelavano alle imponenti costruzioni di ghiaccio in un turbine di abbaglianti colori, il tutto frantumato dai colpi senza sosta del giovane Deku circondato da saette verdi. Todoroki, durante lo scontro lo istigò più volte con sottili frasi mirate per scaturire più forza nel suo avversario e accentuare la lotta. Shoto aveva bisogno di quel confronto, necessitava di sentirlo sulla pelle, di sentire l'ardore di Midoriya, di essere travolto dalla sua audacia; al contrario, Deku ambiva alla tecnica e al sangue freddo del compagno. Erano così diversi da non rendersi conto che erano indispensabili l'uno per l'altro.

Tra una fiamma e l'altra, Deku si avvicinava sempre di più, ma come lui si avvicinava, l'avversario aumentava la distanza tra loro e senza accorgersene ricrearono il loro rapporto in una lotta. Dopo svariati minuti di combattimento, la loro prestazione si tramutò  in una vera e propria caccia. Due facce di una stessa medaglia, due animi forti e impavidi si sfidavano con tutte le loro forze per dimostrare una superiorità ancora inesistente.

Todoroki, aveva studiato una strategia vincente e come un pattinatore, slittava fulmineo sulle lastre di ghiaccio sfuggendo agli attacchi del compagno. Midoriya lo vedeva sempre più lontano, quasi irraggiungibile. "Non sono alla sua altezza... è nettamente superiore" pensò guardandosi intorno per cercare una via d'uscita da quella ragnatela di contromosse; il suo sguardo edera cercava il compagno disperatamente, fin quando un errore costò l'esito dello scontro.

Todoroki stava utilizzando più ghiaccio di quanto il suo corpo potesse sopportare, causandogli  il congelamento di una parte del corpo. Quando si fermò, per creare il muro di ghiaccio per segnare la fine dello scontro, quest'ultimo venne anticipato e colpito sul volto. Deku aveva vinto. Esultò e corse dal compagno tendendogli la mano. "È sempre fantastico combattere con te" gli disse ingenuamente. Shoto gli sorrise e accettò l'aiuto. Quando il giovane gli strinse la mano e lo guardò negli occhi, il cuore di Izuku ebbe un sussulto. "Anche per me," rispose.


La giornata volse al termine  e gli studenti si diressero verso le proprie case con la luce al crepuscolo ad accarezzargli i volti. Passo dopo passo, Deku camminava lentamente con lo sguardo basso, ripensando al batticuore che aveva avuto guardando gli occhi bicromatici del compagno. Cosa gli stava accadendo? Non era da lui. Todoroki era un suo amico, un compagno affidabile in cui riponeva molta stima, allora perché provava quel che provava?

Mentre si domandava tutto ciò, una voce profonda lo distolse dai suoi pensieri e un ulteriore brivido gli percorse la schiena. "Ti dispiace andare insieme?" disse il ragazzo a metà, guardando da tutt'altra parte. "No, figurati." rispose. I due camminarono per le lunghe strade della città senza dirsi una parola e quando dovettero salutarsi, Todoroki si avvicinò a Deku  che arrossì all'istante e, guardandolo fisso negli occhi, gli disse: "Non ti ho mai ringraziato come si deve per il tuo aiuto al torneo. Midoriya, grazie." Forse i due erano fin troppo giovani e inesperti, ma i loro occhi parlavano più di quanto facessero le parole stesse. Visi luminosi e carichi d'imbarazzo che fremevano nello sfiorarsi. Era evidente che Shoto si tratteneva e che voleva dirgli altro mentre Deku, con il fiato mozzato e battiti accelerati, riusciva a percepire il calore corporeo del compagno; così ardente, da poter far scoppiare un incendio proprio lì. "N-non devi ringraziarmi, Todoroki. Siamo amici ed è questo che fanno gli amici giusto?" riuscì a dire balbettando. Il ragazzo a metà fece una faccia piacevolmente sorpresa e facendogli un'ammaliante sorriso, lo ringraziò ancora, salutandolo e scomparendo tra le strette vie di Tokyo, lasciando Izuku con un grande punto di domanda.


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