Capitolo 9

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La notizia dell'attacco fu presto su tutti i giornali e sulle trasmissioni locali non si parlava d'altro. La sicurezza pubblica sembrava essere a rischio e la credibilità della scuola insieme a lei. I media, avvoltoi dei disastri, avevano fiutato l'odore di scoop in lontananza e subito furono pronti a incitare i dubbi dei cittadini.

"Se la UA ha permesso non uno, ma ben DUE attacchi, come possiamo essere sicuri che gli heroes che ne usciranno saranno in grado di difendere la società?"

"COME PUÒ UNA SCUOLA COSÌ RINOMATA FAR ACCADERE UNA COSA DEL GENERE METTENDO A RISCHIO I SUOI STUDENTI"

" Gli heroes non sono stati in grado di gestire la situazione, è una cosa riprovevole

La fiducia per gli eroi e per la UA stava mano mano sfumando, lasciando ai mostri nell'ombra uno spiraglio per emergere. Infatti, nella base principale dell'Unione dei villain, i membri guardavano i notiziari compiaciuti di ciò che avevano fatto.

"È stato quasi divertente" disse Dabi bevendo dello scotch, mischiandone il  sapore amaro con quello dolce della soddisfazione. "Io ho anche rimorchiato" aggiunse Toga sdraiata a testa in giù sul bancone intenta ad ammirare un coltello affilato. "Beh, non era quello lo scopo della missione Toga." aggiunse un villain con un costume in lattice che lo ricopriva completamente. "Tu non puoi parlare, Lunaris, non eri nemmeno con noi" continuò la ragazza palesemente infastidita.

"Già... Ricordami... perché non c'eri? Almeno il tuo cagnolino Cronodox si è degnato di partecipare" continuò Dabi avvicinandosi a passo lento verso la losca figura appoggiata al muro. "Gli ho affidato un altro compito. Siete pregati di non impicciarvi" sentenziò Shigaraki aprendo sonoramente la porta guadagnandosi uno sguardo di disprezzo da parte del suo sottoposto.

"Io non gioirei se fossi in voi. è vero che dopo l'arresto di Stain e i nostri diversi attacchi nella regione, la società sta mettendo in discussione la natura degli eroi e molte più persone si stanno unendo all'Unione ma, questa schifosa città è ancora in piedi. La vera partita deve ancora iniziare" continuò Shigaraki buttandosi a peso morto sulla sedia, quando una voce metallica pervase la stanza

"Shigaraki Tomura, non affrettarti. L'attacco di ieri vi ha fornito ancor più visibilità e i risultati ottenuti sono stati ottimi. Per vincere una guerra ci vuole calma e ponderatezza" la  greve voce, proveniva  da uno schermo in un angolo buio e non appena fu udibile,  richiamando a sé l'attenzione di tutti.

"Maestro..." sussurrò Shigaraki voltandosi di scatto. "È ancora troppo poco, maestro" continuò il ragazzo completamente assorto dall'uomo.

"Hai tutto il tempo che vuoi. Non temere, la nostra vittoria più grande arriverà presto" e con quest'ultima perla di saggezza, scomparve.


I villain riuniti non fiatarono e un gran silenzio seguito da una brezza gelida piombarono nella stanza, tramutandola in una grotta gelata. "Lunaris, vieni con me" disse di colpo Shigaraki, uscendo velocemente dalla stanza seguito dal villain.

Lunaris lo guardava nei suoi occhi glaciali color del sangue, spenti e taglienti allo stesso tempo, attendendo un qualche ordine speciale. "Lunaris, sei il mio più fidato seguace e ho molta stima di te" la voce di Shigaraki era diventata improvvisamente bassa e sottile e piano piano si avvicinava sempre di più a lui che come un tronco, restava saldo al suo posto.

"Sì, Shigaraki Tomura", rispose il villain come un'automa. "Il compito che ti ho assegnato è di vitale importanza. Non deludermi o sai bene quello che succede" continuò lui, alzandole la maschera fin sopra il naso e appoggiando le labbra screpolate sulle sue.

Lunaris ebbe un brivido lungo la schiena e senza mostrare reazione alcuna, si scansò leggermente mentre quattro dita le premevano sulla schiena impedendogli  altri movimenti. "Non ti deluderò", rispose poi senza una minima sbavatura nella voce "Sarà meglio" concluse quest'ultimo per poi sparire nell'ombra.


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