Capitolo 13

82 17 3
                                    

Nick rimase di guardia ed io controllai subito la ferita della nostra piccola alleata. Le spostai la maglietta, ormai piena di sangue, e notai che la lama era andata in profondità.

-Prendi le bende nello zaino!- urlai a Nick. Fortunatamente, erano a portata di mano e riuscì a prenderle subito. Appena me le porse le tagliai a metà e, con una delle due parti in mano, corsi verso il ruscello. Dopo aver bagnato la benda tornai da Sadie e pulii il sangue dalla ferita.

Non avrei mai pensato di essere così forte, di riuscire ad aiutare qualcuno ferito così gravemente, credevo che mi sarei impressionata in una situazione del genere. Ma in quel momento, quando la persona in difficoltà era così cara a me, ero pronta a tutto pur di aiutarla.

Guardai Sadie, che respirava piano e a fatica. Le presi la mano, ricacciando indietro le lacrime.
-Sadie, Sadie ci sono qui io- le sussurrai.
Lei annuì, debolmente.

Il sangue continuava ad uscire dalla ferita ed io lo assorbivo con le bende. Poi Sadie mi strinse la mano e tossì.
La guardai e, con molta cautela, le sollevai la testa, mettendola sulle mie gambe.

Non potevo sopportare di vederla così. Gli Hunger Games erano uno schifo! Il mio sogno era vedere il presidente Snow e tutti quegli strateghi al nostro posto, cosa avrebbero fatto? Bello divertirsi guardandoci dietro ad un dannato schermo.

Mi guardò tristemente. Nel suo sguardo colsi la paura, la tristezza e la gratitudine di aver qualcuno vicino.
Intanto si avvicinò anche Nick, che le prese l'altra mano, e lei guardò anche lui.
Spostò di nuovo lo sguardo su me, per l'ultima volta, poi ci sussurrò 'Grazie' e chiuse gli occhi, per l'ultima volta. Non li aprì più.

A quel punto scoppiai a piangere, e con me anche Nick. Aveva solamente 12 anni e non meritava di morire.

Ci allontanammo tristemente e mangiammo metà della nostra scorta di carne, poi dividemmo un frutto. Chiusi lo zaino e, vedendo che il cielo stava iniziando a scurire, cercammo un posto sicuro per poter passare la notte.

Stavamo ancora camminando, quando udimmo il suono delle eliche di un hovercraft. Era lontano, per quello non avevamo sentito il colpo di cannone, e lo guardammo allontanarsi fino a sparire.

Nick propose comunque di allontanarsi ancora, e così facemmo.
Iniziava a fare freddo, così mi allacciai la felpa.

Dopo pochi minuti trovammo un ammasso di tronchi caduti. C'era poca neve sopra di essi, così la tolsi e ci nascondemmo all'interno, circondati da quegli alberi. Il cielo era ormai buio.

Poi, nel cielo, comparve il sigillo di Capitol City.
Con mia grande sorpresa, la prima faccia che comparve era di una ragazza del distretto 1, una favorita. In genere loro erano gli ultimi a morire.
Poi vidi la foto del ragazzo che avevamo visto morire quella mattina: era del distretto 8, e si chiamava Brian.

Dopo comparve una ragazza, e la riconobbi subito: era la ragazza che ci aveva permesso di assistere Sadie. Si chiamava Madison. Mi vennero gli occhi lucidi: se non fosse stato per lei forse saremmo morti, e alla fine se n'è andata lei.
Nei giochi non dovrei avere pietà o compassione per nessuno, ma non è umano. Solo quelli di Capitol City non lo capivanom perché loro non avevano sentimenti umani: altrimenti non ci sarebbero stati gli Hunger Games.
Non avrei mai permesso loro di trasformarmi in una ragazza senza sentimenti.

Infine comparve la foto di Sadie e una lacrima mi scivolò sulla guancia.


I miei Hunger Games.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora