Capitolo 3

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Mi fiondo nella doccia e faccio scorrere l'acqua fin quando non diventa bollente.

Nel frattempo, lancio via i vestiti e prendo dal mio armadio una maglia termica e dei leggins neri.

Poi entro in doccia e sciacquo via tutto il mio dolore, la confusione e la rabbia che mi riempiono la testa.

Ho bisogno di superare questo trauma, da oggi ci siamo solo io e la mia Yamaha, niente angeli Justin, niente funerali...basta.

Dopo essermi insaponata per un lasso di tempo infinito esco dal bagno.

Indosso la maglia e i leggins e poi sopra indosso la mia giacca in pelle della Dainese, le scarpe della stessa marca, guanti di pelle e scendo nel garage.

"Mia madre odiava la mia moto" penso, ma subito dopo scuoto la testa per cancellare quel pensiero, non devo più pensarci.

Indosso il mio casco della Course Raider rigorosamente nero opaco e dopo aver messo in moto la mia Yamaha R1che con un rombo riempie il garage, sono pronta a sfrecciare e liberare la mia testa da ogni pensiero.

Corro sulla mia solita strada preferita, infinita, larga e rettilinea.

Oggi è lunedì e le strade sono più o meno vuote quindi presa dalla foga impenno fin quanto posso e dopo qualche secondo torno a terra.

Il mio cuore batte all'impazzata ma la mia testa, finalmente, è completamente vuota.

Raggiungo il bar dove lavora un mio caro amico così da iniziare a riprendere le mie vecchie abitudini.

Una volta arrivata parcheggio la mia Yamaha dove la posso vedere anche da dentro il bar e levo il casco.

Entro dalla porta coperta interamente da una vetrata e il tintinnio delle campanelline mi accoglie nel bar più "cozy" della città.

"Ehi Max!" saluto il mio amico, nonché proprietario del Cafè.

Non risponde, sarà distratto dal ragazzo biondo con cui sta parlando.

Decido così di avvicinarmi al banco dove i due stanno conversando.

"Ehi, sono tornata Max, mi sei mancato amico" Dico con un sorriso che non riesce ad essere pienamente vero.

"O mio dio Sally, tu mi devi avvisare! Da quanto tempo, come stai?" Ci abbracciamo e nel mentre scompiglio i suoi riccioli castani anche se a mala pena arrivo a toccarglieli.

"Bene dai, ti vedo in gran forma" Non credo mi abbia sentito, perché oggi sembra davvero indaffarato ed è corso via.

"Red?" il biondo con cui parlava mi rivolge la parola dopo che io e Max ci siamo separati.

O mio dio, è Justin.

"Preferisco Sally, che ci fai qui nerd?" gli rivolgo la parola con indifferenza, come se non avessi provato ad ucciderlo. E do uno sguardo fuori dal locale, per controllare che il mio bolide stia bene.

"Perché sei conciata così?" Mi guardata dalla testa ai piedi con i suoi soliti occhi cristallini, questa volta carichi di rabbia?

"Non ci vedi? È abbigliamento da moto." Mi siedo a fianco a lui, non avendo molta scelta dal momento che il bar è sempre pieno.

"Si ci vedo benissimo, non sapevo avessi una moto." Quante cose che non sai Justin...

"Beh mi sembra giusto, non ci conosciamo nemmeno" Avevo detto niente angeli Justin, maledizione!

"Sally ti preparo il solit... o mio dio, voi vi conoscete?" Max fa capolino da una stanza riservata al personale e si incammina verso di noi.

Spero vivamente non abbia sentito il "nomignolo" con cui, l'individuo affianco a me, mi ha chiamata qualche minuto fa.

"Ehm..." Justin inizia ma lo zittisco di colpo e proseguo. "Ieri mi sono sentita male... e Justin mi ha aiutata" Dico la verità, si, ma tralascio molti, forse troppi dettagli.

"Oh, capisco, mi dispiace..." Max sembra ricordarsi dove ero ieri e mi rivolge uno sguardo consolatorio. L'angelo, Justin, continua a guardarmi con un'aria strana.

"Scusa Max, te la rubo un attimo, nel frattempo prepara anche a me il suo solito, grazie" Justin rivolge uno strano sorriso all'amico e mi invita ad uscire dal bar tirandomi per il braccio ma subito lo ritiro.

"Si può sapere cosa vuoi e come conosci Max?" Appena uscita dal bar inizio a parlare cercando, questa volta, di tenere la calma come mi ha insegnato mia madre.

Lei sapeva dei miei problemi con la rabbia, quindi, decido di provare a renderla fiera di me per una volta. Ma so che non riuscirò.

"Sei molto curiosa vedo" mi rivolge un occhiolino e io lo fulmino con lo sguardo.

"Max è un mio ex collega e siamo rimasti in buoni rapporti, comunque mi dispiace per ieri e siccome sono nuovo da queste parti volevo chiederti se potessimo ricominciare da zero ed essere amici." Mi rivolge un sorriso dispiaciuto.

"Capisco di aver esagerato, ma te lo sei meritato, posso accettare le tue scuse, ma tu non mi devi rapire, o giuro che ti uccido sul serio." Dico in modo un po' ironico, ma sappiamo entrambi che non glielo perdonerò mai.

"Promesso"

Noto che Justin guarda un punto dietro le mie spalle con gli occhi che escono fuori dalle sue orbite.

"Ma che ti prende?" domando stranita.

Incuriosita mi volto e l'unica cosa che vedo è la mia moto, tanti grattacieli, schermi e molte persone che camminano con le teste abbassate sui loro cellulari. Nulla di nuovo insomma.

"Quella Yamaha è la tua moto?" adesso capisco perché è così sconvolto.

"E già, la R1 non passa mai inosservata." Lui inizia a raggiungerla così da ammirarla meglio, io lo seguo.

"Mi dovrai far fare un giro e diamine, è stupenda" Vedo che tocca il manubrio così lo spingo via bruscamente.

"Guardare ma non toccare. Se ti compri un casco possiamo andare da qualche parte, forse. E solo se capirò di potermi fidare di te." Lui mi rivolge il suo sorriso più genuino e io lo guardo con diffidenza.

Spero non ci abbia creduto davvero, non salirà MAI sulla mia Yamaha.

M A I.

Happily ever after? Il mio lietofineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora