tre.

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7 novembre 2022 / 20:01 pm
Qatar




«Sei soddisfatta della cena?»

«Molto, grazie.»

Jamal le aveva sorriso, prima di fare una smorfia. «Non mi sento le braccia.»

«Credevo fossi più allenato di così.»

«Di solito alleno di più le gambe, sai, è con quelle che gioco a calcio.»

«Come sei spiritoso.»

Lui le aveva sorriso di nuovo. «Quanti esami ti mancano?»

«Due.»

«E quando ti laurei?»

«A febbraio, ci sei?»

«Certo che ci sono.»

Anche Maya aveva sorriso, rigirandosi tra le mani la scatola di spaghetti di riso ormai vuota. «Senti, Jami, stavo pensando una cosa, per dopo la laurea.»

«Dimmi.»

«Ti andrebbe bene se facessi domanda al Bayern per assumermi come vice preparatore atletico?»

Jamal aveva strabuzzato gli occhi. «Stai scherzando?»

«No.» Maya aveva scosso la testa, accennando un sorriso. «Ho già avuto una proposta dal Chelsea e una dall'Arsenal, però se a te va bene posso provare al Bayern, così possiamo stare insieme.»

«Rifiuta tutto, vieni a Monaco.»

Maya aveva sorriso di più. «Sono felice che ti piaccia l'idea.»

«Era ovvio, scema, perché non avrebbe dovuto?»

«Non lo so, immagino tu voglia stare tranquillo e concentrato durante il campionato, non voglio essere una distrazione per te.»

«Ti assicuro che starei più tranquillo e concentrato se sapessi di averti così vicina e non dall'altro lato d'Europa.»

«Va bene.» gli aveva sorriso ancora, rubandogli un raviolo dalla scatola. «Perché domani non passi un po' la giornata con i ragazzi? Tanto non avete l'allenamento.»

«Sicura che ti vada bene stare da sola?»

«Certo, posso farmi un giro, non è un problema.»

«Allora va bene, mi fido.»

Per l'ennesima volta, Maya gli aveva sorriso, prima di alzare lo sguardo sul cielo sopra le loro teste. Quella sera le stelle sembravano più luminose del solito, come se quel cielo fosse diverso da quello che aveva guardato per tutta la sua vita. Ma, infondo, ogni cielo sembrava diverso da quello sempre scuro e nuvoloso di Londra, dove se si vedeva una stella ogni tanto era considerato quasi un miracolo.

«A che pensi?»

«Che a Londra le stelle non si vedono mai.»

«Già.» anche Jamal aveva alzato lo sguardo. «Nemmeno a Monaco.»

«Davvero?»

«Davvero, ogni tanto mi affaccio alla finestra della mia stanza per guardarle ma non le vedo mai, credo sia colpa del gelo costante che le nasconde.»

«Fa così tanto freddo lì?»

«Il triplo di Londra.»

Maya aveva sbarrato gli occhi. «Ma come fai? Tu muori sempre di freddo.»

«Lo so, infatti mi alleno con la tuta, i guanti, lo scalda collo e il cappello.»

«Ti ho visto solo due volte con i guanti durante le partite.»

«Quando gioco non sento freddo, è l'adrenalina che mi scalda.»

«Capisco.» aveva annuito, piegando leggermente la testa di lato. «Come va il campionato?»

«Va bene, stiamo andando bene.»

Maya aveva ridacchiato. «Non pronunci nemmeno per sbaglio la parola "titolo", non ti facevo così scaramantico.»

«Non sono scaramantico, sono solo prudente.»

«È la stessa cosa, Jami.»

Jamal aveva fatto spallucce. «Hai finito?»

«Si, mi sono tenuta le nuvolette di gamberi per dopo.»

«Che fai dopo?»

«Mi vedo un bel film su netflix.»

«Che film?»

«Ancora non lo so, perché?»

«Perché è uscito Top Gun Maverick e volevo chiederti di vederlo insieme una volta.»

«Se vuoi lo vediamo stasera.»

«Solo se a te va bene.»

«Certo, sai che non vedevo l'ora di vederlo.»

Jamal le aveva sorriso. «Lo so, May.»

«È tutto apposto?»

«Si, perché?»

«Non lo so, sembri strano.» Maya lo aveva guardato confusa. «Come se non fossi tu.»

«Sto bene, tranquilla.»

«D'accordo, mi fido.»

«Andiamo, altrimenti si fa tardi.»

«Si.»




















«Li vuoi i pop corn?»

«No, grazie, sono ancora pieno dal sushi.»

«Già, ci siamo proprio abbuffati.» Maya aveva ridacchiato, sdraiandosi accanto a lui sul letto matrimoniale della sua camera d'hotel. «Vai.»

Al suo "vai", Jamal aveva premuto il tasto play del telecomando e fatto partire il film, appena prima di alzare il braccio in un silenzioso ma chiaro invito a farla appoggiare al suo petto. Invito che Maya aveva accolto volentieri, spalmandosi su di lui come se Jamal fosse uno di quei pupazzi giganti con cui dormiva la notte quando era piccola e aveva paura dei mostri.

Era rimasta lì per tutto il tempo, a guardare il film mentre si godeva la dolce melodia dei battiti del suo cuore, che sembravano andare a ritmo con il suo respiro un po' pesante. Jamal si era addormentato già da una buona mezz'ora, che Maya aveva passato ad accarezzargli il petto ancora coperto dalla maglietta della nazionale per farlo rilassare, perché sapeva che le sue carezze funzionavano sempre.

Maya aveva continuato a guardare il film da sola, con il volume al minimo e i sottotitoli, per non disturbarlo, e quando era finito aveva spento la televisione, prima di accoccolarsi un po' di più a lui, che nonostante stesse dormendo l'aveva stretta ancora di più a se, nascondendo il viso nei suoi capelli, come faceva ogni volta che dormivano insieme da piccoli.

A Maya era sfuggito un sorriso a quel gesto così dolce, tanto che si era girata su un fianco verso di lui e gli aveva lasciato un bacio sulla fronte, appena qualche secondo prima di addormentarsi anche lei, con il viso premuto contro il suo petto e una calda sensazione di casa ad avvolgerle il cuore.

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