uno.

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5 novembre 2022 / 15:28 pm
Qatar




«Cristo, che caldo qui.»

«Già, mi sto sciogliendo.» Maya si era sventolata una mano davanti al viso, alla ricerca di un po' d'aria fresca. «Non hai uno di quei mini ventilatori a portata di mano?»

Alla sua domanda, Jamal aveva scosso la testa. «Purtroppo no, ormai sono così abituato al gelo di Monaco che ho smesso di comprarli.»

«Sei totalmente inutile.»

«Scusa, non potevi pensaci tu?»

«Sei tu quello sempre preciso e organizzato, io sono quella che fa le cose all'ultimo, dopo tutti gli anni che ci conosciamo dovresti saperlo ormai.»

«Quanti anni sono?»

«Una quindicina, credo. Da quando ti ha preso il Chelsea da piccolo.»

«Sono parecchi anni.»

«Già.» Maya aveva annuito in accordo, bevendo un sorso d'acqua. «Come ti senti?»

«Sto bene, sono tranquillo.»

«Ne sei sicuro?»

«Sicuro, May.»

«D'accordo, mi fido.»

Lui le aveva sorriso in risposta, prima di sedersi di nuovo sulla panca per finire i pesi che il preparatore atletico gli aveva assegnato, mentre Maya se ne stava in piedi accanto a lui a fingere di controllarlo e ripensava a tutti i momenti passati con lui da quando si conoscevano.

Jamal era il suo migliore amico da quando ne aveva memoria. Maya era nata a Londra, ma aveva vissuto per tutta la vita a Chelsea, uno dei quartieri più in voga della città, uno di quelli esclusivi, per farla breve. Era cresciuta in mezzo a gente spocchiosa e superficiale, tra cui molte delle sue amiche d'infanzia, che Maya non aveva mai sopportato, per questo era sempre rimasta in disparte ed era cresciuta a modo suo, senza mai farsi influenzare da quella città.

Se Maya era cresciuta così bene, il merito era anche di Jamal. Aveva cinque anni quando lo incontrò la prima volta nel parco dietro casa; Maya stava giocando con la sua tata, una bellissima e dolcissima ragazza di nome Alison, e stava correndo per tutto il parco senza guardare minimamente dove mettesse piede, perché era troppo impegnata a scappare dalle "grinfie" di Alison per prestare attenzione, per questo si mise a piangere come una fontana quando inciampò in un sasso e cadde a terra, sbucciandosi il ginocchio.

Maya ricordava come fosse quello stesso momento la figura di un bambino che aveva più o meno la sua stessa età correrle incontro per aiutarla, ricordava il modo gentile e dolce in cui le chiese come stesse, e il modo delicato in cui la aiutò ad alzarsi, come se fosse fatta di cristallo e avesse avuto paura di romperla o farle ancora più male di quanto non se ne fosse già fatto da sola.

Ricordava il modo in cui era rimasto con lei mentre Alison le puliva la ferita, prima di metterci l'acqua ossigenata che si portava sempre dietro, perché Maya era sempre stata un po' imbranata e si faceva spesso male. Ricordava il modo in cui le aveva tenuto la mano per tutto il tempo per non farle sentire il dolore, il modo in cui le sorrideva per rassicurarla, il modo in cui le aveva sistemato i capelli tutti scompigliati e pieni di fili d'erba.

Erano passati quasi quindici anni, a quel tempo era solo una bambina, eppure Maya ricordava ogni singolo momento di quel giorno, come da lì fossero rimasti amici del cuore per così tanto tempo, e come dopo tutti quegli anni Jamal fosse rimasto la persona più buona, dolce e gentile del mondo, perché lui era semplicemente fatto così, aveva il cuore grande e non provava nemmeno a nasconderlo. Jamal era una delle persone più belle, genuine e sincere che avesse mai conosciuto, e non avrebbe mai saputo spiegare a parole quanto tenesse a lui, perché non le sarebbero bastate tutte le parole del mondo per farlo.

«Ho segnato nell'ultima di campionato prima della sosta, hai visto la partita?»

«Certo che l'ho vista, per chi mi hai presa?» lo aveva guardato male, guadagnandosi in risposta una sua risata. «Ti chiedono ancora perché esulti con la M?»

«Ovviamente.»

«E tu rispondi ancora che sta per "Musiala"?»

«Devo, altrimenti inizieranno a speculare su noi due, tipo che stiamo insieme in segreto da anni o roba del genere.»

Questa volta era stata Maya a ridacchiare. «Si vede che non passi molto tempo su tiktok o i social in generale, Jami.»

«Che intendi?»

«Che i social sono pieni zeppi di video su di noi, tipo edit, video analisi del nostro rapporto e teorie complottiste. Passo ore a guardare quei video, è divertente.»

Jamal aveva alzato gli occhi al cielo. «Perché per loro non puoi essere semplicemente la mia migliore amica di una vita ma per forza la mia fidanzata segreta? È stressante.»

«In effetti se continuano con queste teorie strane e i video vanno virali faremo fatica a fidanzarci entrambi, un giorno.»

«Tanto abbiamo promesso, quindi siamo a cavallo.»

Maya era sorpresa. «Te lo ricordi ancora?»

«Certo, perché non dovrei?»

«Perché sono passati dieci anni e la tua memoria non è delle migliori.»

«Vaffanculo.» Jamal aveva fatto una smorfia, alzandosi dalla panca. «Avrò anche una memoria pessima, ma le cose importanti me le ricordo tutte, se proprio vuoi saperlo.»

Maya gli aveva sorriso. «Ti voglio bene.»

«Io di più, adesso dammi un po' d'acqua o rischio di morire disidratato.»

«Sei molto drammatico.»

«È normale, sono tuo amico.»

Questa volta, Maya si era lasciata sfuggire una risata, mentre gli passava la bottiglietta d'acqua. «Touchè

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