sette.

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15 novembre 2022 / 20:28 pm
Qatar



Mancavano solo cinque giorni all'inizio del Mondiale e la squadra stava iniziando a sentire la pressione della competizione non solo sulle spalle, ma anche quella psicologica, tanto che spesso durante gli allenamenti il mister doveva rimproverarli o mandarli da Maya a fare degli esercizi personalizzati per rimetterli in riga.

Maya non aveva mai fatto nulla di così importante nella sua vita, certo aveva dovuto studiare per degli esami che l'avevano messa a dura prova, ma niente a che vedere con la pressione che quei ragazzi avevano addosso, sapendo di rappresentare un'intera nazione davanti a tutto il mondo. Conoscendosi, Maya era così ansiosa che avrebbe ceduto dopo nemmeno due minuti, per questo non aveva idea di come facessero, per lei quei ragazzi erano dei veri e propri supereroi.

In quel momento, Maya se ne stava sdraiata sul letto della sua camera d'hotel, con una busta vuota del McDonald vicino e la testa appoggiata sul petto di Jamal, mentre guardavano un film su netflix. A dire la verità, dopo quella sera e quella conversazione com Jude, Maya avrebbe tanto voluto evitare di stargli così vicina, perché da quando aveva preso consapevolezza dei suoi sentimenti ogni cosa era diventata troppo per lei, però allo stesso tempo voleva stargli il più vicino possibile, perché tra le sua braccia si sentiva proprio a casa.

«Oh, scena vietata ai minori.»

Maya aveva ridacchiato, togliendosi la sua mano dagli occhi. «Idiota.»

«Sei sicura che vuoi guardare? Non vorrei ti scandalizzassi.»

«Ma per chi mi hai presa? Non ho mica cinque anni.»

Jamal aveva fatto spallucce. «Mi preoccupo solo per la tua incolumità.»

«Ma smettila.» Maya gli aveva dato uno schiaffo sul petto, prima di appoggiarci di nuovo la testa sopra. «Piuttosto abbassa il volume, non voglio svegliare l'intero hotel.»

«Sono piuttosto sicuro che le pareti siano insonorizzate.»

«Sul serio?»

«Si, l'ho letto da qualche parte quando cercavo informazioni sull'hotel, forse una recensione.»

Maya lo aveva guardato confusa. «Perché leggi le recensioni degli hotel?»

«Perché voglio sapere dove dormirò.»

«Come se il Bayern o la nazionale scegliessero hotel da quattro soldi.»

«Non si può mai sapere.» Jamal aveva fatto spallucce, passandole una mano tra i capelli. «Come va con Jude?»

Era stressante dover portare avanti quella farsa, ma doveva farlo, o sarebbe andato tutto in malora. «Tutto bene, ci vediamo domani sera.»

«Che farete?»

«Forse un giro, non lo so.»

Questa volta, Jamal aveva annuito. «Perché non mi hai detto che vi siete baciati?»

Maya aveva sentito il cuore fermarsi. «Che stai dicendo?»

«Non fingere, su internet è pieno di video mentre vi baciate, diciamo che siete stati poco furbi a farlo in pubblico, soprattutto Jude, che dovrebbe essere abituato ad avere milioni di occhi addosso ogni volta che esce di casa.»

«Scusa.»

«Non voglio delle scuse, voglio sapere perché non me l'hai detto.»

Maya non aveva risposto, un po' perché non sapeva cosa dire, un po' perché effettivamente non aveva idea del perché non glielo avesse detto, se non per una questione di rispetto verso i suoi stessi sentimenti. Maya credeva di aver fatto una cosa giusta, ma solo in quel momento si era resa conto che aveva pensato solo a se stessa, a tutelare il suo cuore, e non a Jamal, la persona che sapeva tutto di lei, anche la minima cosa, e di cui si fidava ciecamente da anni.

«Credevo mi dicessi tutto, che ti fidassi di me.»

Maya era scattata a sedere, per guardarlo. «Ed è così, Jami, te lo giuro.»

«Allora perché non lo hai detto? Avevi paura?»

«No, sai che mi sento al sicuro con te.»

«Allora perché?»

Maya aveva abbassato lo sguardo. «Non lo so.»

Jamal non aveva risposto, era rimasto in silenzio per minuti infiniti, seduto di fronte a lei sul materasso mentre le immagini del film continuavano a scorrere lente sulla televisione. Se avesse potuto, Maya sarebbe scappata il più lontano possibile da lì, perché si sentiva la persona peggiore del mondo per aver deluso proprio lui, la persona che amava di più al mondo.

«D'accordo.»

Maya aveva alzato di scatto lo sguardo su di lui. «Dove vai?»

«Nella mia stanza, se non ti fidi di me allora non abbiamo più niente da dirci.»

«Io mi fido di te, Jamal, sei l'unica persona al mondo a cui metterei il mio cuore in mano.» anche se lo hai già da sempre. «Te lo giuro.»

«Mi dispiace, ma non ti credo.»

Poi se n'era andato, lasciandola da sola in quella stanza d'hotel, con gli occhi lucidi e il suo sguardo deluso ancora stampato nella mente, dove sarebbe rimasto per tanto, tantissimo tempo. Non aveva mai litigato con Jamal, nemmeno quando erano piccoli, perché tra loro c'era sempre stato un rapporto forte, di ferro, in cui qualsiasi cosa la affrontavano insieme, mano nella mano, perché loro erano così.

Quello, però, forse era troppo per due ragazzi di diciannove anni; era troppo per Maya, che per la prima volta nella sua vita si era resa conto di essersi innamorata di qualcuno, e non un qualcuno qualsiasi, ma del suo migliore amico, la persona che l'aveva protetta ogni giorno della sua vita, da quando lo conosceva. E forse era troppo anche per Jamal, sapere che la sua migliore amica, quella che lo aveva sempre guardato con una punta di orgoglio negli occhi, non lo vedeva più come il suo porto sicuro, per chissà quale motivo. Era tutto troppo, e Maya aveva paura che fosse finita così, come la legna che brucia nel camino e alla fine resta lì, abbandonata, ormai cenere.

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