Il motore del mondo | JM42

quindici.

10 dicembre 2022 / 20:00 pm
Qatar

«Signori, questa sera giochiamo contro la Francia, una delle nazionali più forti al mondo e che potrebbe schiacciarci tranquillamente come mosche.» molto incoraggiante come inizio. «Ma a noi questo non importa, perché anche noi siamo una delle nazionali più forti al mondo, siamo una squadra di campioni, che può arrivare in cima al mondo con lo spirito e il cuore giusto, e fortunatamente noi abbiamo entrambi.» il mister aveva sorriso, guardando i suoi ragazzi. «Siamo la nazionale dei Tre Leoni, cazzo, mangiamoceli vivi!»

Mason era saltato in aria dalla panca. «Forza Inghilterra!»

«Forza Inghilterra!»

Maya avrebbe mentito se non avesse detto che quel momento le aveva fatto venire i brividi ovunque. Era stato un momento carico di emozioni, speranze, passione, pieno di senso di appartenenza, di devozione al proprio paese, come ne aveva vista poca in vita sua. Maya era sicura che in qualunque modo fosse andata, quella nazionale si sarebbe portata a casa qualcosa di molto più speciale della coppa.

«Ora portate il culo in campo, forza.»

È tornato il solito mister. Maya aveva scosso la testa divertita a quel pensiero, prima di seguire i giocatori fuori dallo spogliatoio, dove si era fermata per aspettare Jamal, che era sempre l'ultimo ad uscire. Sapeva che quella era una partita importante, fondamentale, per questo sentiva il bisogno di prenderlo da parte per un secondo e rassicurarlo, dirgli che non importava come sarebbe andata a finire, lui era sempre il migliore del mondo per lei. Jamal lo sapeva, ma Maya era sicura che a volte avesse bisogno di sentirselo dire più delle altre.

«Hey.» Maya lo aveva afferrato delicatamente per un braccio, quando lo aveva visto uscire. «Posso parlarti un attimo?»

«Certo, è tutto apposto? È successo qualcosa?»

«No, tranquillo, volevo solo dirti che andrai alla grande stasera, e che puoi farcela.»

Jamal le aveva sorriso, avvolgendole i fianchi con un braccio. «Se lo dici tu ci credo.»

«Devi crederci anche se non te lo dico io, Jami.» aveva sussurrato sotto voce, come se avesse voluto che la sentisse solo lui. «Devi credere in te, perché sei un grande giocatore, e farai grandi cose nella vita.»

«Farai sempre il tifo per me?»

«Finché avrò fiato in corpo per farlo.»

Jamal le aveva sorriso di nuovo, prima di chiudere gli occhi e appoggiare la fronte contro la sua, per godersi quel momento così intimo, così loro, mentre Maya gli accarezzava le guance e lo teneva stretto stretto a se, come se con quell'abbraccio avesse voluto trasmettergli tutto l'amore del mondo. Maya diceva sul serio, non importava cosa gli avrebbe riservato il futuro, lei avrebbe sempre fatto il tifo per lui finché avesse avuto fiato in corpo per farlo, e se fosse stato possibile, lo avrebbe fatto anche dopo averlo finito.

«Ci vediamo dopo.»

«A dopo, campione.»

Abbiamo perso, siamo fuori. Maya non riusciva a pensare ad altro, non riusciva a credere a ciò che era appena successo, mentre il mondo intorno a lei sembrava essersi completamente bloccato. Non sentiva niente, se non delle voci lontane, incomprensibili, e i battiti del suo cuore, che batteva così forte da farle temere, per un attimo, che potesse vomitarlo lì, su quel campo che era improvvisamente diventato il suo peggior incubo.

In tutta la sua vita, Maya non aveva mai provato un dolore così grande, una sensazione di vuoto che partiva dallo stomaco e saliva fino in gola, mentre con gli occhi lucidi guardava i ragazzi della nazionale Inglese abbracciarsi tra di loro, per sostenersi a vicenda, dopo quella brutta sconfitta. Era terribile, uno dei momenti peggiori della sua vita, e la uccideva il fatto che non potesse fare nulla per rimediare, perché purtroppo, a volte, il calcio era anche quello, e non poteva essere cambiato, perché infondo era bello anche così, nonostante facesse male da morire.