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Sono sempre io, il ragazzo più in anticipo di tutti non sono mai in ritardo e forse per alcuni può essere un pregio ma anche un difetto.

Sono a scuola, mi inizio a preparare mettendo diario, astuccio e libri sopra e sotto il banco così da essere pronto per la lezione di matematica, nella quale ci capivo abbastanza bene.

Nel mentre che aspettavo che arrivassero tutti, mi sono messo a ripassare gli appunti di storia perchè interrogava.

Passati 20 minuti e non vedendo entrare nessuno, mi sono iniziati a sorgere vari pensieri uno di questi il più probabile è che abbiano fatto un'assenza di classe, senza però parlarne con me.

Ma certo io ero lo sfigato della classe, quello preso in giro dai bulli, il gay... chi mai voleva parlare con me? Mentre penso questo entra il professore della seconda ora,

«Ci sei solo tu qua dentro dove sono i tuoi compagni?»Chiese in modo arrogante.
«Non lo so professore, non mi hanno detto niente» dissi io un po' sconcertato dalla situazione.
«Va bene di certo non potrai fare le lezioni da solo, vediamo...io ho lezione in 3C vuoi venire con me?» Disse il professore illuminato di un colpo di genio.
«Certo, nessun problema» Dissi io con non chalance, ancora non avevo capito che cosa mi stava aspettando in quella maledetta classe.

Percorremmo il corridoio, facciamo un paio di rampe delle scale che portano al 4º piano, ed entriamo nella classe 3C, come scritto nell'insegna davanti alla porta, appena entro vedo una stanza gigante, piena di sculture e disegni bellissimi, ritratti di professori, paesaggi e animali realistici.

Continuo a seguire il prof ed entriamo in una stanza coperta da una tenda tutta pitturata di colori fluorescenti, entrando notai subito gli sguardi strani che mi facevano tutti.

Inizialmente non ci feci caso, ma appena il prof si avvicinò alla cattedra e disse di presentarmi, mi salì l'ansia ma non mi feci prendere dal panico, feci un respiro profondo per scacciare la pressione e iniziai a parlare
«Ciao a tutti, mi chiamo Jake sono di 1A e niente, diciamo che ho finito» dissi rivolgendomi ai ragazzi, facendo ciò notai subito un ragazzo famigliare, ma certo come poteva non essere Nathan e i suoi amichetti stupidi.

Non perdevano tempo a parlarmi dietro, prendermi in giro e ridendomi alle spalle.

Il prof si avvicinò e mi disse di mettermi vicino a un certo Giorgio, che appena sentì il suo nome alzò il braccio sventolandolo da sinistra a destra in maniera continua.

Mi avvicinai e lo salutai in maniera cortese,
«Ciao anche a te Jake, come mai qui e non nella tua classe, ti sei comportato male?»
«No no è solo che c'era l'interrogazione di storia e i miei compagni hanno deciso di balzare senza dire niente a me e quindi eccomi qui» dissi senza prendere fiato neanche un attimo.
«Mi dispiace» le uniche due parole che mi sono sentito dire prima che la lezione iniziasse.

Le prime due ore andarono più che bene,
adesso c'era ricreazione e decisi di andare alle macchinette, perché Noah mi aveva finito tutte le merendine.

Presi i soldi, inizia a scendere verso il mio angoletto preferito, ma lì davanti ci ritrovai Nathan che stava parlando con un suo amico
«Hey, Davide come stai?»
«Ciao, Nathan tutto bene e a te come va la vita?»
«Ci sono alti e bassi ma si va avanti»
«Va bene dai dopo che fai?» disse Nathan continuando il discorso.
«Ho da finire un lavoro che dobbiamo fare in gruppo due palle».

Nel mentre che disse questo passai davanti ha entrambi per andare alle macchinette e sentì in lontananza.

"Va beh Davide ci si becca, ciao" e iniziò ha seguirmi e lì si che mi iniziò il panico vero e proprio, avevo mille domande in testa, cosa voleva da me? E dalla mia vita? Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?
Arrivato davanti ai miei tesori e vedendo lo stalker in lontananza deciso di prendere dei ringo al cioccolato, appena mi inchinai per prenderlo sentì una mano toccarmi il sedere e una il fianco, presi i biscotti e mi girai per vedere che non fosse chi stavo pensando anche perché improbabile.

Infatti era Noah

"Noah, che ci fai tu qui?!" Dissi spaventato ma anche elettrizzato;
"Non lo so, avevo voglia di vederti e sono venuto a trovarti"

"Quale scusa hai utilizzato per presentarti qui alle 9:55" dissi in maniera interrogativa
"Che avevo un botto di mal di testa, perché pensavo al mio amore, che stava sprecando le sue energie per studiare invece di sprecarle  con me" Disse in maniera molto maliziosa quasi da farmi venire i brividi in tutto il corpo.

Risi, al pensiero di passare una notte con il mio ragazzo.

"Perché ridi, Jake non mi credi vuoi che ti porti in un bagno così ti faccio vedere come si sprecano le energie" disse in modo serio quasi troppo per i miei gusti.

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Il tuo bellissimo obbligo (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora