sopporta,
sopporta sempre.25 Gennaio
Paura
Io, Sofia, Lucia, Simone e Kumo, ci trovavamo in sala con Emanuel Lo davanti.
<<SSiete qui, perché è iniziato la corsa verso il serale>> annunciò.
Ansia
Panico
<<E io devo decidere chi portare. Naturalmente scegliere non sarà facile, però mi tocca farlo; siete in cinque, e io devo scegliere il più forte, il più sicuro>>
Feci un sospiro tremante, mentre le mie mani tremavano.
Sofia, capendo il mio stato di agitazione, mi prese una mano e la strinse nella sua, sorridendomi.
Ricambiai il gesto, ritornando a guardare il nostro maestro.
<<Ora vorrei, che voi cinque scegliesse una coreografia vecchia, che avete già portato tempo fa e che vi esibite adesso>> spiegò, mettendomi ancora più ansia di quanto non avessi già.
Scelsi la coreografia, anche se non avevo abbastanza.
<<Bene ragazzi, adesso vi lascio>> il maestro ci lasciò da soli, e io potei finalmente sfogarmi.
<<No raga, Emanuel non mi porterà mai al serale. Insomma, sono arrivata da poco non potrebbe mai; porterebbe solo voi->> parlai a raffica, e Simone dovette poggiarmi le mani sulle mie spalle per farmi smettere di parlare.
<<Ness, ascoltami. Tu ci andrai, punto>> disse, guardandomi dritta negli occhi.
Io abbassai lo sguardo.
<<Oi, guardami>> poggiò le dite sotto il mio mento, alzandomi lo sguardo <<Lui ti porterà al serale, chiuso il discorso>> mi sorrise.
Lo abracciai, allacciando le braccia intorno al suo busto.
Simone era come un fratello, per me; avevamo la stessa età.
Lui ricambiò la stretta, baciandomi i capelli.⋆⋆⋆
E
ro nella mia stanza.
Scrivevo sul mio diario; lo facevo spesso quando avevo troppi pensieri per la testa.
Mi aiutava a levare dalla mente pensieri confusi.
Ero distesa a pancia in giù, una matita in una mano e l'altra sotto il mento.
<<Oi>> Maria si collegò tramite l'altoparlante, facendomi distogliere lo sguardo dal quadernino.
<<Ciao Mari>> la salutai sorridendo, chiudendo il quaderno e posando la matita su di esso.
<<Emanuel ti vuole parlare, è in sala 10>> pronunciando queste parole, mi fece venire l'ansia, mettendomi seduta di scatto. <<Tranquilla nulla di grave, vuole solo parlare con te del compito che ti è stato assegnato>> mi tranquillizzò.
Rilasciai un sospiro di sollievo.
<<Menomale>> mi alzai dal letto <<Grazie mille Mari>>
<<Ciao Ness>> mi salutò, e io uscì dalla stanza celeste.
Presi il giubbino e mi avviai fuori, mentre la voce di Gaia mi raggiunse alle orecchie.
<<Dove vai?>> mi chiese, uscendo anche fuori.
<<Emanuel vuole parlarmi>> Gaia assunse una faccia confusa <<per il compito che mi ha assegnato Raimondo>> aggiunsi, e lei annuì sollevata.
<<Vuoi che ti accompagno? Io e Sofia te l'avevamo promesso ieri>>
<<Non preoccuparti Gaia, stai tranquilla>> le sorrisi, mentre indossavo il giubbino.
<<Va bene>> mi sorrise.
<<Ci vediamo dopo>> la salutai sorridendole.Entrai il sala 10, trovandomi Emanue di fronte che mi aspettava.
<<Buonasera>> salutai, mentre mi levavo il giubbotto.
<<Ciao Vanessa>> mi salutò sorridendo. <<Vieni qui, dammi un abbraccione>> venne verso di me aprendo le braccia, dove io mi rifugiai all'interno sorridendo.
<<Sei qui perché volevo parlare con te del compito di Raimondo>> incominciò il discorso, mentre io mi sedevo a terra.
Annuì, incrociando le gambe.
<<Bene, io il compito te lo faccio fare>>
Ecco qua.
<<Perchè i compiti servono per crescere, per imparare ad accettarsi. Tu cosa c'è che non va?>>
Sospirai, abbassando lo sguardo.
<<Queste tipo di coreografie mi spaventano. Non mi sono mai mostrata alle persone in questo nuovo lato di me; insomma, mi vergogno di me stessa, ho paura di sbagliare, di risultare goffa e poco "sensuale", diciamo>> mimai con le virgolette l'ultima parola. <<Le persone mo vedono sempre sorridente, solare, quella che parla molto>> feci una risata nervosa <<Ma il problema è che loro non conoscono la vera me>> finalmente alzai lo sguardo verso, sorridendogli triste.
<<Ness>> si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a me. <<Non so che cosa tu abbia passato, ma so per certo che tu sei una ragazza forte. E te lo dico perché lo so, si vede che lo sei>> sorrise. <<Ora, che ne dici di improvvisare? Almeno così ti sfoghi, comunichi ballando>> fece una pausa. <<Ti va?>>
Ci pensai per un momento, poi annuì.
Lui sorrise felice, mentre si alzava e azionava una canzone a caso dalla playlist.
<<Sfogati, non pensare a niente>>
Chiusi gli occhi, quando le note di "Daylight" mi raggiunsero.
Mi lasciai travolgere dalla canzone, cancellando tutti i pensieri di quel momento.
In quel momento esistevo soltanto io.
Io, e la musica.
<<Come ti senti?>> mi chiese una volta che terminai di ballare.
Ripresi fiato, mentre Emanuel mi porse una bottiglietta d'acqua.
Da dove l'aveva presa?
La presi e lo ringraziai.
<<Libera>> risposi senza neanche pensarci troppo.<<Era questa la risposta che desideravo tu dicessi; devi sentirti libera di te stessa Ness. Non pensare agli altri, pensa a te stessa, a te stessa e basta.>>
Angolo autrice
questo capitolo mi piace particolarmente!
adoro il rapporto tra Vanessa ed Emanuel 😭.
i miei preferiti!
baci baci
aria 🧚🏼♀️
STAI LEGGENDO
DANCE AGAIN || Giovanni Tesse
AdventureVanessa White, chiamata Ness dagli amici o parenti. Iniziò a ballare all'età di 3 anni, quando sua madre, anch'essa ballerina, la iscrisse in una scuola di danza; da allora, Vanessa, non ha più smesso. Ballare per lei significa ossigeno, libertà e s...