Capitolo 1- Shadow

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Penelope Smith 


Luogo: Santa Monica 

A volte cadiamo perché c'è qualcosa quaggiù che dovremmo trovare. 

Affonda, tocca il baratro, fermati, risali, esplodi di luce propria,vinci.

Due anni prima 

Mi sono chiesta ogni giorno dove sarei arrivata, sono tornata in me e mi trovo qui, l’ombra ai miei piedi. 

Guardo giù, è diventata ancora più grande.

Io corro ma l’ombra mi segue,

Tanto scura quanto la luce è intensa.

Ho paura, volare in alto è terrificante.

Nessuno mi ha detto quanto si è soli qui su.

Posso saltare in aria ma posso anche precipitare. 

Non ho mai saputo come iniziare a scrivere sul mio diario segreto, l'inizio mi ha sempre messa in difficoltà, motivo per il quale ho sempre disegnato qualcosa al posto del saluto. Principalmente fiori. 

Ma poi ho smesso di scrivere, ora lo rigiro tra le mani come un ex fumatore fa con le sigarette. 

La tentazione è forte ma cerchi di resistere. 

Osservo l'immensità dell'oceano e la calma che sa trasmettermi o almeno quella che provo a farmi trasmettere. 

Le cuffie risuonano la mia canzone preferita, per un solo secondo mi concedo di chiudere gli occhi e smettere di pensare al passato, al presente, al respiro faticoso a causa dei colpi ricevuti. 

È successo ancora, le loro luride mani di nuovo addosso, i loro respiri sul mio corpo, le loro battutine, le cicatrici nuove. 

Abbandono il mio diario stringendo tra i pugni la sabbia, mi manca il respiro. 

Hanno vinto di nuovo. 

Smetteranno di vincere. 

La mia ombra continua a sussurrarmi di vendicarmi, come il diavolo quando ti spinge a peccare, eppure questa volta il mio angelo è d'accordo con lui. 

Riapro gli occhi ripromettendomi che saranno le ultime lacrime che verserò per qualcuno che mi fa del male. 

Saranno le ultime cicatrici che qualcuno infliggerà al mio corpo e alla mia mente. 

Mi alzo da questo piccolo angolo di paradiso, isolato dal resto della spiaggia, appartiene a una proprietà ormai vuota e in vendita da anni. 

Risalgo la piccola rampa di scale che mi riporterà sulla strada principale, diretta agli allenamenti di Stephan ed Henry. 

Un rombo di motore mi insospettisce, qui non passa mai qualcuno, eppure eccola li una Yamaha YZ R1 nera opaca, nella sua totale perfezione. 

Alzo lo sguardo e squadro il motociclista ancora con il casco integrale, alza la visiera ed i suoi occhi magnetici mi paralizzano, occhi marroni, normali, con un velo di non so cosa ma dannatamente magnetici. 

Nessuno dei due parla, ci osserviamo ma  sento delle voci che mi distraggono, la mia mente entra subito in allerta, l'ansia si fa sentire, fin quando mi fa un cenno, il mio corpo reagisce ancora prima che possa parlare, il mio corpo si nasconde rapidamente tra due cespugli. 

Eccoli sono loro. 

<< ti dico che è qui, hai sentito pure tu quando mi ha chiamato e lo ha detto>>

𝘼𝙣𝙚𝙢𝙤𝙣𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora