Capitolo 6- Unexpectedly

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Brian Jones

Provo una particolare attrazione nei confronti di Penelope, non c'è nulla che mi lasci desistere, più passa il tempo più ne sono attratto, non importa se per un anno sono sparito, non conta quanto mi sia ripromesso di doverle stare lontano tutto mi attira di lei.

Il suo profumo arriva prima di lei, profuma di fiori e mare, profuma di lealtà e fedeltà, ho visto il suo cambiamento, l'ho vista quando era sorridente e faceva perdere la testa, l'ho vista dopo la violenza e non ha comunque perso il suo sorriso, dedicato ai suoi pochi amici, ma comunque presente.

Ho resistito fin quando ho potuto ma averla lì a un passo da me, dovevo sapere che sapore aveva, per questo l'ho baciata, ero inutilmente convinto che dopo mi sarebbe passata, ma Gesù le sue labbra morbide e il suo sapore mi hanno mandato in tilt il cervello.

La parte che ho amato e odiato è stata baciarla in fronte, vedere come si è sciolta tra le mie braccia mentre chiudeva gli occhi, questo mi ha fatto sentire potente.

Eppure non è destino che stiamo insieme, non mi fido delle donne, non mi fido dei sentimenti, la posta in gioco è troppo alta e lei rischia di farmi perdere tutto.

Poi però penso al tatuaggio, quante possibilità c'erano di avere lo stesso tatuaggio?

Parcheggio la macchina al solito posto e mi avvio per entrare a seguire le lezioni, una ragazza di quelle che non sono buone nemmeno per scopare mi si avvicina, odio il contatto fisico, odio essere toccato o abbracciato, sono gesti troppo intimi, odio soprattutto i baci, sono velenosi e pungenti.

Una risata tra la folla cattura la mia attenzione, Penelope è davanti a me con Cooper e Brown, accanto a loro c'è Garcia, quella ragazza sta facendo un gioco a dir poco sporco e il fatto che Penelope non se ne renda conto mi fa imbestialire, non è stupida eppure continua a uscirci, nonostante l'abbiamo vista con Mendoza.

Proseguo la mia strada mentre Charlotte o Charlie o come diavolo si chiama continua a tenermi a braccetto, nel preciso istante che passo accanto a Penelope una folata di vento inebria le mie narici del suo profumo delicato e come se fossimo sincronizzati lei si gira e incastra il suo sguardo con me, uno sguardo che dura mezzo secondo perché subito dopo i suoi occhi cadono sulla ragazza vicino a me.

Rialza lo sguardo facendo un sorriso sarcastico, freddo per poi girarsi di nuovo.

Ovviamente ha frainteso ogni cosa, ma vabene così, più prendiamo le distanze più sarà un bene per entrambi.

Veniamo da due vite differenti, lei piena di amici io pieno di leccaculi.

Lei semplice io complicato.

Veleno e antidoto.

Benzina e fuoco.

Giorno e notte.

Bianco e nero.

Non ci sono vie di mezzo, traumi diversi, cicatrici diverse, passato diverso.

Allungo il braccio sulle spalle della ragazza e proseguo il cammino, nonostante si sia girata, ora sento la schiena bruciare dal suo sguardo.

Se c'è una cosa che ho capito dell'enigma chiamato Penelope Smith è che in un modo o nell'altro l'ho ferita e in qualche modo proverà a vendicarsi.

Appena lontano dal suo sguardo allontano la ragazza al mio fianco entrando in aula, fortunatamente seguiamo corsi diversi perché sarebbe un gran problema doverla vedere per otto ore di fila quando il mio autocontrollo davanti a lei dura meno di tre secondi.

Le lezioni procedono, mentre la mia testa viaggia a cento all'ora pensando a stasera, ci sarà una gara e probabilmente lei gareggerà.

L'ho vista una sola volta per due secondi, sono arrivato quando lei ha tagliato il traguardo, nel momento in cui è uscita dall'auto il tempo si è fermato ed i miei occhi non credevano a ciò che stavano vedendo.

𝘼𝙣𝙚𝙢𝙤𝙣𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora