2) Ilaria

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Arrivammo a quella che doveva essere la nostra casa, un'appartamento bianco con alcune pareti in legno e un enorme affaccio, sulla parete frontale dell'edificio, proprio dove c'era la finestra più grande, c'era un piccolo balconcino delineato da una ringhiera laccata di nero, infine esternamente c'erano delle piantine da allestimento.

Presi le chiavi che il proprietario aveva lasciato in un punto specifico vicino alla casa, ed entrai insieme ad Alessia.
La casa non era molto grande, in effetti era proprio come nelle foto, all'inizio c'era uno stretto corridoio che portava alle camere da letto, se svoltavi a destra trovavi un cucinino, il quale sul lato sinistro era occupato da un tavolo con quattro sedie completamente di legno e in un piccolo spazietto due piccoli divani ognuno per due persone.
Le camere erano due, entrambe avevano due letti al loro interno, ed in una c'era persino una piccola e stretta cabina armadio, il bagno era molto minimal e aveva la doccia anziché la vasca.

Di tutto quel che vidi mi interesso ben poco, perché al momento in mente avevo solo la visita che avrei dovuto fare ad ilaria, quindi posai i bagagli in quella che sarebbe stata la stanza mia e di Alessia e accorgendomi del suo sguardo stranito dissi «Devo andare a trovare una mia amica, immediatamente»
Con aria indifferente mi rispose «Ok» e iniziò a disfare la sua valigia, allora io munita di borsetta e telefono, entrai nella chat di Ilaria e schiacciai sulla posizione che mi aveva mandato tempo fa' di casa sua, il link mi riportò subito su Google Maps e la voce robotica che avevo ascoltato solo pochi minuti prima, ritornò a parlare.
Contenta di quello che sarebbe stato il nostro incontro corsi subito fuori dalla porta di casa e iniziai ad ascoltare il navigatore.

Il tragitto verso casa di Ilaria sarebbe stato abbastanza lungo, quando imboccai la via che mi avrebbe portato alla sua abitazione mi strinsi un po' nelle spalle, di fatti di tanto in tanto incontravo qualche vecchio ubriacone seduto sulla sedia di un tavolo fuori da un bar, che diceva qualcosa con voce alta e sbiascicata, altri bestemmiavano in siciliano ed altri ancora giocavano a qualche gioco da tavolo.
Non mi lasciai intimorire molto e continuai a camminare dritto verso la mia meta.
Quando la voce robotica mi segnalò che ero arrivata a destinazione mi ritrovai d'innanzi una casa giallognola, guardando dietro di me pensai "Ilaria vive proprio in un posto sperduto" era una casa a due piani molto grande e presumo molto vecchia, possedeva quattro finestre rettangolari sulla facciata frontale e altre due circolari su entrambe le facciate laterali, di fianco alla casa c'era un piccolo orto, dal terreno uscivano pomodori, melanzane, patate e carote e in un piccolo spazietto di fianco a esso c'era anche una specie di giardino stracolmo di fiori, da quello che mi sembrò di vedere la ragazza non aveva vicini, poiché la casa era completamente isolata.

Feci qualche passo avanti e notai una casella postale di un rosso vivo e adiacente a essa una porta marroncina. Suonai al citofono e dopo poco sentii una voce femminile molto familiare, che gentilmente chiedeva «Chi è?» e io sarcastica le risposi «La ragazza che vive in un paese sperduto in cui nessuno si fa i cazzi propri» la ragazza dall'altro capo del citofono strillo il mio nome, i miei timpani se ne andarono a farsi benedire, ma in fondo la capivo benissimo, ero entusiasta quanto lei se non di più .
Tutto d'un tratto la porta si spalancò e mi ritrovai una siciliana che mi abbracciava, era proprio lei, le dissi «lo sai che sono anaffettiva giusto?»
come se la cosa fosse negoziabile mi rispose «Farai un'eccezione» sorrisi a quella stramba affermazione ed insieme a lei superai l'ingresso.

Ilaria mi aveva sempre sostenuto al contrario di altre mie amiche, e anche se c'era la distanza di mezzo, noi non ne facevamo un problema, anzi esclamavamo il più delle volte "Chissà che pazzie avremmo fatto se fossimo capitate nella stessa regione"
Lei era una semplice ragazza dagli occhi azzurri che ricordavano il mare, con un sorriso contagioso e dei capelli strepitosi, aveva una corporatura più esile della mia ma di certo non rimaneva inosservata, proprio in quel momento indossava un abito con dei fiorellini rosa, che mi ricordavano molto i tulipani che avevo visto secondi prima nel suo giardinetto.

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