5) il primo giorno

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Cazzo ancora lui!

Riccardo si sedette di fianco a me ed io quasi automaticamente mi alzai, fui afferrata, malgrado la mia lentezza, ero per terra, di nuovo.
Stare a pochi centimetri di distanza da lui mi causava uno strano effetto, quasi come se i suoi occhi fissi nel mio minuto corpo riuscissero a manipolare il livello di serotonina nel mio corpo, o forse ero soltanto io.
«Perché scappi? Io non mordo»
Più il tempo passava più vicino lui era.
Azzardò una mano sulla mia coscia che man mano saliva sempre di più, il mio cervello e i miei ormoni volevano due cose differenti, ma -fortunatamente- il cervello prese il sopravvento.

Mi alzai di scatto e dissi «Non ho tempo da perdere con un coglione» alzandosi anche lui disse «Oh angioletto, sei così scontrosa» questa volta aveva mantenuto le distanze, come a dire "se non vuoi venire con me, sti cazzi, non ti obbligo, ho una fila dietro da fare invidia» gli lanciai uno sguardo di sfida e dissi «Tu mi stai sul cazzo e credo che la cosa sia reciproca... Quindi sei pregato di non infastidirmi oltre, perché non sono una ragazza da una botta e via o qualunque altro genere di ragazza che hai conosciuto nella tua vita»
Lui scoppiò in una sonora risata quasi non mi credesse e mormorò «Vedremo...»
Facendo appello a tutte le mie forze riuscii a mostrarmi calma, l'impulsività non mi avrebbe portato da nessuna parte, giusto?

Mi chiedevo soltanto una cosa: Perché mi ritrovo SEMPRE E SOLO IO in queste situazioni?!
Gran bella domanda Federica, della quale non saprai mai la risposta.

Ma come avevo detto non avevo tempo da perdere, soprattutto per un ragazzo!
Infatti la mattina seguente sarebbe iniziata l'università e sarei voluta essere fresca come un fiore.
Quindi mi feci una sorta di skincare con qualche prodotto -forse scaduto- trovato sul fondo della mia beautycase e subito dopo mi misi a letto, cercando di prendere sonno, e pian piano la vista si iniziò ad affievolire, e...

***

| 8:45

"Drinnn" l'ennesima sveglia suonò, ne avevo messe decisamente troppe.
Fortunatamente ero già sveglia da un bel pezzo, di fatti tra l'ansia di arrivare in ritardo il mio primo giorno di università e la felicità di varcare la soglia di quell'istituto, mi ero svegliata cinque minuti prima che suonasse la prima sveglia.

E ora mi ritrovavo lì a spegnere l'ultima, che mi sembrò quasi più fastidiosa delle altre.
Appoggiando la mano sul fianco destro sobbalzai dal dolore, mi specchiai e vidi che ormai su quella parte si era formato un grosso livido violaceo, sbuffai mormorando «Che razza di stronzo!»
Mi avvicinai alla mia borsetta contenente i trucchi e pescai da lì un correttore, lo iniziai ad applicare sulla ferita e poco dopo ci spruzzai del fissante

Guarda te se per colpa di un coglione, dovevo sprecare i miei cosmetici!

Quando ebbi coperto tutto il bozzo, in modo che neanche il suo artefice potesse vederlo, decisi di farmi un trucco leggero -anzi leggerissimo- presi un mascara e iniziai a ritoccare le mie ciglia lievemente ed infine munendomi di matita labbra, rossetto e lip gloss rifinii le mie labbra secche dal risveglio.
Mi riflessi nuovamente allo specchio ed esclamai «GO GIRL!»
Avevo deciso di indossare un magliettina nera che mi lasciava scoperto l'ombelico e un jeans grigio abbastanza largo, e delle semplicissime Air Force 1, nulla di troppo elaborato!
Di fatti non volevo sembrare troppo vanitosa e il tutto mi sembrò di una semplicità assoluta.

Uscita dalla camera mi diressi in cucina, dove si trovavano tutti e tre i miei coinquilini, Alessia e Samuele seduti a tavola a fare colazione, Riccardo invece appoggiato al frigorifero, fissava il telefono mentre con l'altra mano portava la tazzina di caffè alla bocca per sorseggiare quel liquido amarognolo.
Non potei evitare di fissarlo qualche secondo, la maglietta che aderiva ai suoi pettorali ben scolpiti, i capelli che gli ricadevo sul volto come zampilli di acqua e infine il suo viso contratto in un'espressione di spensieratezza.

Tutta colpa di Lucifero!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora