Levy e Gajeel (parte terza)

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La mattina dopo mi svegliai presto, tremendamente presto, nonostante avessi dormito pochissimo a causa dei numerosi pensieri che mi frullavano in testa non lasciandomi un attimo di pace. Rimasi ancora un po' di tempo sul letto, avvolsi le braccia attorno alle gambe e poggiai la mia testa sulle ginocchia. Per colpa di Gajeel ero in confusione. Possibile che un semplice ragazzo era riuscito a mandare in tilt la mente di Levy Mcgarden, sempre ligia al dovere e sicura delle proprie capacità? Forse stavo affrontando quella fase della vita di cui tutti parlano ma di cui io non sapevo niente. Innamorarsi in pochissimo tempo di un ragazzo?Era il caso del tipico colpo di fulmine? No, era solo attrazione, niente di più. Sarebbe passato, tutto qui. Mi alzai e decisi di prepararmi per poter affrontare un altro giorno di scuola. Quando mancavano circa dieci minuti decisi che era giunto il momento di svegliare Lucy che dormiva beatamente. Non mi ero nemmeno accorta della sua presenza, e ieri notte non l'avevo nemmeno sentita tornare. -Lu ,svegliati.La scossi leggermente cercando di farla svegliare.-Ehm,si subito.Si alzò lentamente, molto lentamente, sembrava quasi senza forze. Si diresse verso il bagno, ma all'improvviso si accasciò a terra. Accorsi seduta stante in preda al panico, anche se non lo davo a vedere. Mi chinai affianco a lei e le misi una mano sulla fronte per sentire se aveva la febbre. Non riuscii a non notare degli strani segni che aveva sulle guance, sotto la clavicola e a quanto pareva su tutto il corpo.-Stai bene?Era ovvio che stava male, ma non sapevo che cosa dirle.

-N-no, non credo, penso che non verrò a lezione.

-Va bene, ci penserò io a dirlo agli insegnanti. Non mi sembra che hai la febbre ma riposati comunque.

Le sorrisi cercando di rassicurarla e mi incamminai come tutti i giorni verso la mia classe. Arrivai fino alla cattedra del professore e gli riferii la situazione di Lucy e notai che Loki mi ascoltava pensieroso. Al termine della prima ora chiese all'insegnante di poter andare in bagno. Notai subito le mie compagne di classe che iniziarono a parlare tra di loro, probabilmente di ciò che anche io pensavo: Loki stava andando da Lucy. Cercai di non farci troppo caso e continuai a seguire la lezione distrattamente mangiucchiando il tappo della mia penna. Era un mio tic nervoso e lo facevo ogni volta che qualcosa mi infastidiva. In questo caso quella cosa era Jenny. Sapevo che era una ragazza frivola e superficiale quindi non le avevo mai prestato troppa attenzione ma oggi aveva avuto l'onore di riuscire a catturarla. Si sedeva ogni santissimo giorno accanto a Gajeel e la cosa mi dava tremendamente fastidio. Ma perché poi? Non erano affari miei. Mi accorsi che li stavo fissando: erano fin troppo vicini. Quando Gajeel si girò nella mia direzione io mi voltai, essendo tremendamente rossa in viso. Senza Lucy la lezione era veramente più noiosa del solito. Riuscii comunque a sopravvivere e mi allontanai con passo svelto verso la mensa. Un altro giorno da sola. In fondo era giusto così. Era giusto che fossi sola. Alla fine ero stata io ad allontanare Gajeel, non che sperassi di entrare nella sua cerchia di amici. Probabilmente lui si allontanerà da me e non mi rivolgerà più la parola, aveva già speso troppo tempo con una ragazzina come me. Mi allontanai dalla mensa senza aver toccato cibo, sarei andata a trovare Lucy, non potevo abbandonarla adesso che stava male. Non riuscii a non pensare ai numerosi graffi che le ricoprivano il corpo. E se fosse stata autolesionista? Ce n'erano stati di casi simili nella scuola, forse Lucy soffriva talmente tanto da riversare tutto sul suo corpo? Era questa la ragione per cui si era chiusa in sé stessa? Lei non era il tipo da fare cose del genere. Lei era combattiva, coraggiosa. Abbandonai quell'idea e continuai a camminare lungo il corridoio. All'improvviso sentii qualcuno afferrarmi per le spalle per poi sbattermi violentemente contro il muro . Incontrai gli occhi color castano scuro di Gajeel e mi paralizzai. Un sorriso beffardo comparì sul suo volto, era consapevole dell'effetto che mi faceva e la cosa non mi piaceva affatto.

-Noi dobbiamo parlare gamberetto.

-Non dobbiamo parlare proprio di niente, a parte del fatto che mi chiamo Levy, non gamberetto.

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