Goodbye

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Mi gettai letteralmente fra le sue braccia, lui mi strinse forte ed io mi sentii veramente a casa. Asciugò le mie lacrime e ci sedemmo all'ombra dell'albero dove eravamo soliti andare molto tempo fa, poggiando le nostre schiene sul tronco dello stesso.

-Allora, hai intenzione di dirmi cosa è successo?

Gli raccontai di tutto quello che mi aveva detto mio padre , lui mi ascoltò in silenzio senza proferire parola ed annuendo ogni tanto. Era il mio migliore amico, lui si occupava dei cavalli e mi aveva anche insegnato a cavalcare. Era venuto qualche anno fa ed io lo avevo incontrato dopo la classica "riunione" nell'ufficio di mio padre. Da quel momento ogni volta che tornavo mi recavo da lui, una delle poche persone con cui stavo veramente bene. M asciugò le lacrime e mi accarezzò la testa.

-Mi dispiace molto Lucy, ti aiuterei se solo potessi.

Alzai lo sguardo ed affogai nei suoi occhi profondi.

-Non ti preoccupare Raito, ormai sono abituata a questo tipo di cose.

-Che cosa vorresti fare Lucy? Lo sai che non puoi scappare.

Strinsi il lembo della gonna blu che indossavo e mi morsi il labbro inferiore. Cercai di memorizzare ogni singolo dettaglio del suo volto perché sapevo che l'avrei rivisto dopo molto tempo, sempre se sarei riuscita a rivederlo. I suoi capelli rosso fuoco erano leggermente più lunghi ed un ciuffo andava persino a ricoprirgli un occhio, la sua pelle era color bianco latte ed il nastro del suo cappello era rosso mentre l'ultima volta che l'avevo visto era verde. Inclinò leggermente la testa di lato come se volesse invitarmi a rispondere.

-Non so cosa farò, mi sento così debole. Vorrei dimostrare a mio padre che sono cresciuta, che non può comandarmi a bacchetta, che questa è la mia vita e sono io a decidere. Allo stesso tempo mi viene il senso di colpa pensando a tutto il suo lavoro che potrebbe andare in fumo in un unico istante. Tutto dipende da me, ma io non so che fare.

Poggiai la mia testa sulla sua spalla e sospirai.

-Forse scappare non è una cattiva idea.

-E dove andresti?

-Ritornerei al collegio.

-E chi la pagherebbe la retta scolastica?

-A questo non avevo pensato.

Dal lavoro di mio padre dipendeva praticamente tutta la mia vita. Con un semplice lavoretto non potrei mai riuscire a pagare la retta di un collegio così prestigioso. Strinsi le mie gambe al petto ed infilai la testa nello spazio creato dalle ginocchia. Dovevo assecondare mio padre, era l'unica cosa che avrei potuto fare. Raito fece in modo di stringermi a sé e mi diede un bacetto sul collo che mi provocò una serie di brividi in tutto il corpo. Lui era capace di analizzare i pro e i contro della situazione ed in ogni caso riusciva a darmi i migliori consigli aiutandomi a scegliere la giusta strada. A volte penso che mi piacerebbe vederlo più spesso, ma sapevo che non ce ne sarebbe stato modo. Trascorremmo così il resto della giornata e lui riuscì a tirarmi perfettamente su il morale.

-Grazie.

-E di cosa?

-Di tutto quello che stai facendo per me.

-Figurati, è un piacere.

Gli diedi un bacetto sulla guancia e mi dileguai. Ritornai a casa mia tentando di non farmi vedere da mio padre. Mi diressi verso la mia camera e fui sommersa da una marea di ricordi. Era rimasta proprio come me la ricordavo: il letto a baldacchino ricoperto da un lenzuolo viola, la libreria dall'altra parte della stanza, la finestra incorniciata da due tendine color rosa pallido. Accanto alla libreria torreggiava il mio pianoforte a muro color panna: passavo delle ore a suonare quello strumento. Accanto al pianoforte c'era la porta che conduceva al bagno, la aprii e proprio come feci per l'altra camera analizzai ogni dettaglio. Arrivai sino al grande specchio contornato da una grande cornice dorata e mi spazzolai con forza i capelli. Mi girai ed attraversai a grandi falcate il resto della stanza dirigendomi verso la vasca da bagno. Mentre stavo per aprire il rubinetto un'ondata di acqua mi bagnò il viso. Mi asciugai gli occhi adirata e quando li aprii saltai all'indietro per poi cadere a terra. Mi alzai stando attenta a non scivolare ancora una volta.

-Natsu? Che cosa ci fai qui? Ma soprattutto che cosa ci fai nella mia vasca da bagno completamente vestito?

-Avresti preferito trovarmi nudo?

Lui ghignò divertito mentre sentivo il sangue fluire verso le mie guance. Avevo i nervi a fior di pelle dopo tutto quello che avevo passato e non avevo per niente voglia di sorbirmi un Natsu irritato e super affamato. Era il ritratto della perfezione, comodamente sdraiato nella vasca con le braccia incrociate dietro alla testa, indossava dei semplici skinny neri (che avevano l'aria di essere molto aderenti) e una camicia bianca sbottonata in cima che, a causa dell'acqua, lasciava intravedere i suoi addominali scolpiti. Non appena mi accorsi che lo stavo fissando da un po' e che il suo sopracciglio era alzato come a indicarmi di rispondergli, mi accinsi ad elaborare una frase di senso compiuto.

-No, avrei preferito semplicemente non trovarti- mentii spudoratamente mettendomi le mani nei capelli come una pazza isterica.

-Come siamo aggressive oggi, che ne dici di dimostrarmi la tua aggressività in altri modi?

Mi prese la mano e mi tirò all'interno della vasca facendo innalzare una discreta quantità d'acqua che andò a rigettarsi sul pavimento.

-Sai dopo chi dovrà pulire tutto questo?- domandai a dir poco adirata.

-Non lo so ... i tuoi camerieri?

Si, aveva ragione, quindi non replicai. Il rossore sulle mie guance aumentò notevolmente non appena mi accorsi di essere praticamente sopra di lui e che non avevo la minima opportunità di fuga visto che le sue mani mi stringevano saldamente il bacino.

-Ti metto in imbarazzo per caso?- chiese mostrandomi un sorriso beffardo.

-Senti Natsu, che cosa ci sei venuto a fare qui?

-Secondo te? Ho aspettato in biblioteca un tuo imminente arrivo, sono andato in camera tua ma non c'eri, sono uscito dal collegio e ho sentito il tuo dolce profumo. - spiegò annusandomi una ciocca di capelli. - Ho seguito la traccia e sono arrivato in questa reggia, non sapevo fossi così ricca, Lucy. Comunque, puoi immaginare che ho una gran sete - disse leccandosi le labbra.

Invertì le nostre posizioni, mi prese i polsi in una mano e li tirò verso l'alto, mentre poggiava l'altra sulla mia schiena. In un attimo i suoi cani furono sul mio collo facendo uscire un mio gemito di dolore. Sperai che mio padre fosse il più lontano possibile dalla mia stanza. L'acqua si tinse di rosso, così come gli occhi del mio assalitore. Mi morsi il labbro inferiore per resistere al dolore, finché i suoi occhi non mi lanciarono uno sguardo assassino e ben presto i miei denti furono sostituiti dai suoi. Quando si staccò da me mi sentii particolarmente esausta, praticamente subivo prelievi di sangue ogni sera!

-Sai Lucy, - si avvicinò pericolosamente al mio collo - Stai diventando una droga per me.

Per poco non svenni sentendo quelle parole e le mie gote divennero ancora più rosse di quel che già erano. Natsu si alzò permettendomi di avere una vista migliore sui suoi addominali scolpiti che avrebbero potuto far invidia a quelli di un dio greco. Si alzò, uscì dalla vasca e mi porse una mano per aiutarmi. Io però, avendo la grazia di un elefante, scivolai e gli caddi addosso. Lui mi cinse la vita con entrambe le braccia ed io incrociai le mie braccia dietro al suo collo.

-Che c'è Lucy, morivi dalla voglia di saltarmi addosso?

Non appena elaborai il significato delle sue parole mi allontanai di scatto e mi girai dandogli le spalle.

-Forse è meglio che tu te ne vada.

-E' questo quello che vuoi?

-Voglio solo stare da sola.

Mi girai dopo un po' di tempo e notai che la finestra era rimasta aperta, probabilmente era uscito da lì. La richiusi e mi accinsi ad asciugarmi. Probabilmente questa era l'ultima volta che ci saremmo visti ed io odiavo gli addii. Quando mi sarei fidanzata con Aidoh sicuramente avrei dovuto trasferirmi e non lo avrei rivisto più. Ero fiera di me stessa per averlo cacciato evitando di piangergli addosso, era dura ammetterlo, ma mi sarebbe mancato. Il mio segreto era custodito nel mio cuore e probabilmente lì sarebbe rimasto, per sempre.

*Angolinodell'autrice*

Scusate il ritardo, vi amo.

Raito sarà impersonato da Michael Clifford.

Bacioni :-*

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