Dubbi

562 42 11
                                    


Incastrai i miei occhi nei suoi. Mi persi in quello sguardo preoccupato. Era la prima volta che lo vedevo così, perso nei suoi pensieri, la fronte aggrottata, le braccia conserte. Un'aura di mistero lo avvolgeva interamente, allontanandolo da me. Chi era questo ragazzo? Di sicuro non un semplice adolescente. Che tormenti lo affliggevano? In che mondo viveva? Domande su domande, pensieri, dubbi. La mia mente era così affollata che avevo persino dimenticato le lacrime di poco fa. Avrei voluto delle risposte ma sapevo che non sarebbe  stato semplice.

"Sta arrivando qualcuno" disse, distogliendomi dalle mie riflessioni.

Era sparito, probabilmente si era nascosto, oppure era fuggito dalla finestra come il suo solito. Io, invece, tentai di non sembrare sconvolta dalle mie recenti sventure, se così si possono chiamare. Sospirai e feci finta di scegliere uno dei tanti libri che affollavano gli scaffali.

"Buh" sussurrò qualcuno proprio vicino al mio orecchio, facendomi accapponare la pelle.

Mi girai e vidi l'ultima persona che mi sarei mai aspettata di incontrare in una biblioteca. Capelli biondo platino, disordinati, ribelli, proprio come lui, almeno per come si diceva in giro. Gli occhi verdi, profondi, grandi, un sorriso beffardo incorniciava il suo volto. Era impossibile non riconoscerlo o non rimanere impressionate quando lo si vedeva passare nei corridoi. Quell'aria da bello e dannato, da angelo ma allo stesso tempo da demone, colui che avrebbe potuto renderti felice oppure causarti una grande quantità di problemi. Questo è quello che pensavo quando guardavo lui: Sting Eucliff. Le parole mi si bloccarono in gola, arretrai istintivamente e andai a sbattere contro lo scaffale. Provai la bruttissima sensazione di essere in trappola, senza una via di fuga. Lui mi sovrastava con il suo metro e ottanta imponente ed io iniziai a pensare a centinaia di frasi con cui iniziare una conversazione ma sembravano tutte poco adatte.

"Ti hanno mangiato la lingua, topolino?" azzardò alzando un sopracciglio.

"T-topolino?" riuscii a balbettare perdendomi in quel mare verde che erano i suoi occhi.

"Si, topolino. Vedi, stavo pensando aquello che è successo alla tua amica. Come si chiama? Ah si, Levy. E' riuscita ad attirare l'attenzione di Midnight, fatto molto notevole, in quanto riguardo alle ragazze è veramente molto selettivo. Quindi mi stavo chiedendo se tu fossi all'altezza della tua amica. Riuscirai a catturare la mia attenzione?" chiese avvicinandosi sempre di più, togliendomi il respiro.

"Il fatto che tu sia qui dimostra perfettamente che ho catturato la tua attenzione. Quante volte sei entrato in biblioteca quest'anno, topolino?"

Sgranò gli occhi evidentemente sorpreso da una sicurezza che non sapevo di possedere. Cercai di uscire dalla situazione scomoda in cui mi trovavo ed avanzai, passo dopo passo, finché lui non andò a sbattere contro un altro scaffale. Le situazioni si erano invertite, ora io ero al comando.

"Sappi comunque che non era mia intenzione farlo. Riuscirai pure a far breccia nel cuore di tutte le ragazzine della scuola ma ricordati che il mio è di pietra" mentii spudoratamente. Ero sicuramente una delle persone più romantiche esensibili del mondo.

Mi capitava spesso di parlare senza pensare e questo ne era un esempio clamoroso. Che cosa stavo facendo? Dovevo rifiutare Sting al più presto. Natsu, Loki, per non parlare del misterioso Aidoh. Quanti ragazzi ancora avrei dovuto aggiungere alla lista? Però, una vocina nella mia testa  mi ricordò che i primi due erano esseri sovrannaturali e che il terzo probabilmente non si sarebbe mai fatto più vedere. Di conseguenza la mia lista si riduceva a zero. Avrei dovuto fare un tentativo? Magari questo ragazzo da copertina e apparentemente superficiale si sarebbe potuto rivelare qualcosa di più?

"Mi stai sfidando Lucy Heartphilia?Io non perdo mai, topolino, lo sai questo vero?" arrossii ed arretrai impercettibilmente " Sabato sera, alle otto. Basteranno poche ore e ti avrò già conquistata" affermò con fare sicuro emi prese il mento fra le dita, inclinando leggermente la mia testa.

Ormai non potevo più tornare indietro. Lui si avvicinò ancora di più al mio viso e mi lasciò un fuggevole bacio sulla fronte. Mi lasciò lì spiazzata e senza parole. Chiusela porta e tirai un sospiro di sollievo, non avrei sopportato unaltro minuto in quella situazione.

"Se sei una ragazza dal cuore dipietra, come mai ti sciogli ogni volta che mi vedi?" esordì dalfondo della stanza Natsu, con una voce roca e, probabilmente, anche infastidita.

"Tutto ciò non ti riguarda, stanne fuori" dichiarai, mostrando una maschera di durezza.

"Forse hai ragione, forse no. A che gioco stai giocando, topolino?" Arrossii, quella parola assumeva nuove sfumature, ora che la pronunciava lui. "Non ti credevo una capace di fare il doppio gioco, anzi triplo, non mi dire, dovrei aspettarmene uno quadruplo?"Pronunciò quella domanda retorica in maniera così sprezzante da farmi ribollire il sangue nelle vene.

"Non ti permettere di dirmi mai più una cosa del genere. Io non sono come mi descrivi. Il mio non è un doppio gioco, non devi farti strane idee su di me" affermai convinta.

Ritrovai Natsu davanti a me solo pochi secondi dopo. Aveva ragione lui, ogni volta che lo vedevo, mi scioglievo fra le sue braccia, mi perdevo nei suoi occhi, nel suo profumo. Perché non riuscivo a scegliere? Perché non avevo detto a Sting che ero già impegnata? La risposta era semplice e chiara: perché con Natsu non ci sarebbe mai potuto essere nulla. Si trattava solo di un gioco, o almeno dovevo convincermi di questo.

"Per quale assurdo motivo mi fai questo effetto Lucy? Come mai, quando ho sentito le parole di quel tizio avevo voglia di tirargli un pugno in pieno viso, prenderti e portarti via con me? Perché in questo momento" si avvicinòpericolosamente "vorrei soltanto impedirti di stare con lui sabato? Ti giuro, sto pensando a mille alternative possibili. Potrei rapirti,nasconderti, ucciderlo ... " elencò, perso nelle sue riflessioni totalmente inutili, in quanto, se me lo avesse chiesto, sarei fuggitacon lui e non sarei mai tornata indietro "Eppure penso che se lofacessi tu non mi perdoneresti mai, vero?"

Evidentemente la domanda non presupponeva una risposta, perché si avvicinò al mio collo. Aspettavo il dolore lancinante di sempre e invece sentii le sue morbide labbra sulla mia pelle, che proseguivano sempre più in su, fino ad arrivare alla mia guancia.

"Perché ora vorrei soltanto togliere il suo odore su di te e rendere il mio indelebile sulla tua pelle?"

SecretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora