SESTO CAPITOLO

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KiraMi sorprende molto il fatto che sia da James: lui non era sparito nel nulla? E poi, perché avrebbe dovuto scrivere a me la lettera e non a Ruby, o qualcun altro? Decisi di rileggerla

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Kira
Mi sorprende molto il fatto che sia da James: lui non era sparito nel nulla? E poi, perché avrebbe dovuto scrivere a me la lettera e non a Ruby, o qualcun altro? Decisi di rileggerla. 'Dove l'ansia di Ruby scompare'. Cosa voleva dire?

A scuola, decisi di chiedere a Ruby e Cole qualche consiglio: dovevo portarla alla polizia, oppure no?
<<Oh, hey Ruby!>> mi spaventò quando mi comparve davanti all'improvviso
<<Ciao, Kira>>
<<Ho delle notizie che potrebbero essere 'belle' per te...>>
<<Oh, davvero?>> domandò sorpresa
<<Sì, ieri mi è arrivata una lettera con un indirizzo e una specie di indovinello da parte di James. Prima che tu possa dire qualcosa, sappi che non so nemmeno io perché l'abbia mandata a me o come abbia fatto a farlo, ma ho un brutto presentimento.>>
<<Allora cosa stiamo aspettando: andiamo a quell'indirizzo lì!>>
<<Sì, ma il punto è che non possiamo saltare la scuola, siamo pure in ritardo!>>
<<Non importa ne va della vita di James...>>
<<Ho capito, ma io non voglio indagare: c'è di mezzo la polizia, criminali, rapitori, e che ne sai: forse hanno pure chiesto un ricatto!>>
<<Ti prego, Kira. Fallo per me...>>
<<Ok...>>
<<Hey ragazze!>> disse Cole comparendo all'improvviso.
<<Ciao, Cole!>> lo salutammo.
<<Di che cosa stavate parlando?>>chiese cercando di indagare
<<Nulla, è che mi è arrivata una lettera da James e abbiamo deciso di indagare...>>
<<Non dovreste>> rimasi stupita da quest'affermazione
<<Perché scusa?>> chiese Ruby
<<Perché è troppo pericoloso, chissà chi potrebbe esserci di mezzo: criminali, mafiosi, delinquenti, che cosa vi potrebbe succedere, ci avete pensato o no? State rischiando troppo...>>
<<E tu che ne sai?>> chiesi d'impulso
<<Come?>>
<<Tu che ne sai?>>
<<Che intendi scusa?>>
<<Che mi stai nascondendo qualcosa da quando è scomparso James...>>
<<Non so di cosa stai parlando...>>
<<Ah, sì? Non ne sarei così sicura>>
<<E invece è così>>
<<Ok, scusa Cole, ma noi abbiamo una lettera da decifrare...>>
<<Ma asp...>>
<<Andiamo, Ruby>>. Lei annuì e ci incamminammo alla ricerca della nostra misteriosa destinazione. Ero molto delusa da Cole: cosa aveva di così strano da nascondermi?

<<Perché sei arrabbiata con Cole?>>
<<Mi sta nascondendo qualcosa da quando è scomparso James>>
<<Credi che possa centrare qualcosa?>>
<<Non si sa mai..>>.

Cole
Non ci posso credere: come poteva la mia fidanzata dubitare che sia responsabile della scomparsa del ragazzo della sua amica? Dopo la scuola, decisi di saltare l'allenamento di rugby, e andare direttamente da mio padre a fargli qualche domanda, perché adesso ho un brutto presentimento e penso che lui centri qualcosa.

<<Hey, papà!>> chiamai, ma non ricevetti nessuna risposta...
<<Papà?>> ma ancora una volta, non rispose nessuno. Poi sentii le chiavi girare nella serratura, e girandomi, vidi mio padre.
<<Oh, sei già qua a casa...>>
<<E per un motivo aggiungerei>> sapevo che stava cercando di scappare alle mie domande, e non potevo lasciarglielo fare.
<<Ovvero?>>
<<Non fingere che sia così scemo da non accorgermi che mi stai nascondendo qualcosa di importante, e il mio sesto senso mi dice che c'entri qualcosa con la scomparsa di James...>>
<<Allora il tuo sesto senso sbaglia>>
<<Papà basta con queste bugie: dimmi la verità una volta per tutte>>
<<Ma che stai dicendo? Cosa ti ha detto o ficcato in testa quella puttana della Brooks? E' stata lei a dirti questo, vero, eh?>>
<<Non osare neanche pensare di chiamarla così. E soprattutto, non provare a nominarla, lei almeno ci tiene a me a differenza tua>>. Dopo questa frase, la sua espressione cambiò: i suoi occhi stavano diventando lucidi, e la sua faccia cominciò a diventare rosso sempre di più. Poi gli cadde la valigietta dalle mani e cominciò ad avvicinarsi a me lentamente: temevo volesse abbracciarmi.
<<Stammi lontano: fai finta di non avere un figlio fino a quando non deciderai a interpretare il ruolo di padre, e non quello del famosissimo imprenditore super ricco con tutto sottocontrollo>> stavo per andarmene quando lo sentii parlare.
<<Sarebbe troppo pericoloso per te sapere dei miei affari, potrei rischiare di perderti, e non posso permetterlo: sei l'unica cosa che mi rimane...>> poi scoppiò a piangere. Non sapevo che dire...
<<Che intendi dire con questo?>>
<<Ho paura...>>
<<Papà, parla>>
<<Mi prometti che non perderai il controllo?>>
<<Va bene, ma parla...>>. Era sul punto di parlare quando si rimise a piangere. Non capivo cosa fosse di così grave...
<<Sono un trafficante di droga, e mi sono creato dei problemi con il più grande mafioso di Manhattan. Non arrabbiarti con me, ti prego. Stavo solo cercando di portare avanti la famiglia...>>. Non sapevo cosa dire. Ero senza parole. Era davvero lui l'uomo che mi insegnò la buona educazione e di dire no alla criminalità? Mio padre è un delinquente? Come poteva sperare che non potessi reagire?
<<E fammi indovinare: questo c'entra anche con la morte di mia madre, vero?>>. A questa domanda, non capivo se si volesse mettere a piangere o continuare. Si sedette sul grando divano in soggiorno.
<<Siediti>> io annuii e lo raggiunsi.
<<Quando avevo appena sposato tua madre, non avevamo molti soldi, non erano sufficienti nemmeno per comprare una casetta in cui vivere. Un giorno, camminando per la periferia della città, incontrai dei ragazzi che si scambiavano sacchettini di plastica, con all'interno una sostanza bianca, e capii subito che si trattava di droga. Mi sono nascosto, e li ho ascoltati: il ragazzo vendeva una piccola quantità di droga a prezzi inimmaginabili. In quel momento, ero povero, tua madre era incinta di te e venivamo ospitati solo da un'anziana signora che si offrì di prendersi cura di tua madre. Di conseguenza, dovevo pagare le visite di controllo di tua madre ogni mese, l'ostetrica, e in più, lei voleva fare il cesario, che aveva i suoi costi. Non mi bastavano i soldi e non sapevo cosa fare. Così tornai da quei due ragazzi e chiesi a loro dove prendevano la droga, e mi diedero un nome abbastanza complesso da ricordare adesso, ma cominciai a spacciare per lui, così quando guadagnai molti soldi, lo uccisi e presi il suo posto. I soldi aumentavano, e abbiamo potuto permetterci una bella villetta in un villaggio tra le montagne e la natura, proprio come voleva tua madre. Qualche settimana dopo, però, tua madre dovette partorire, e il parto fu abbastanza duro per lei. Tu eri bellissimo con quei tuoi occhioni color nocciola. Due mesi dopo, un mafioso molto potente, parente dello spacciatore che avevo ucciso pochi mesi prima, decise di vendicare la sua morte. Una notte, mandò degli uomini alla ricerca di te e di tua madre. Io avevo sentito dei rumori e andai a controllare, lasciando te con tua madre. Purtroppo, però, i suoni all'ingresso erano solo un diversivo per attirare me lontano da voi, e tornai quando avevano già preso tua madre. Lei, però, furbamente quando si è accorta che venivano dalla sua direzione, ti nascose nella cabina armadio e loro non ti trovarono. Io mi presi cura di te, e contemporaneamente, svolgevo diverse indagini sul sequestro di tua madre, ma non riuscii mai a trovarla. Qualche anno dopo, mi arrivò una chiamata da parte di un numero anonimo, e mi rispose lei. Mi raccontò che l'aveva torturata e poi, mentre mi raccontava dell'accaduto, si sentì un colpo di pistola e il mafioso mi disse 'adesso capirai cosa significa perdere la persona a te più cara' e chiuse la telefonata, e non sentii mai più la sua voce. Per finire la sua vendetta, qualche giorno dopo, mi inviò un video suo con tua madre, mentre le sparava colpi sul corpo, solo per gusto di farlo.>>. E ricominciò a piangere come un bambino. Non avevo parole per esprimere il disgusto che provavo nei confronti di mio padre: non lo perdonerò mai per la sua scelta di contrabbandare.
<<In quel momento avevi quattordici anni, e non me la sentivo di raccontarti dello schifo che faceva quell'uomo alla tua amata madre. Così decisi di vendicarmi. Gli feci perdere diversi uomini che lavoravano per lui, gli rubai migliaia di dollari e li diedi in beneficenza conducendolo ad impoverirsi sempre di più. Lui mi scoprì, e decise di allearsi con me, ammettendo che io sia più potente di lui. Così diventammo buoni amici e decidemmo di trasferirci qui a Manhattan e governarla: in fondo, noi due insieme, eravamo così potenti da far invidia pure a Giulio Cesare se fosse ancora vivo. Diverse persone cominciarono a chiederci soldi per vivere, una di esse era proprio la famiglia di James, che per sua sfortuna dopo due anni, non riuscì a ripagare i debiti, e fu costretta ad affrontarne le conseguenze...>>. Ma cos'era: stupido, psicopatico o deficiente?
<<Sei uno stronzo!>> sputai senza vergogna e me ne andai, ma la sua mano mi fermò...
<<Sentimi bene, signorino, se provi a dirlo a qualcuno, specialmente a Kira, o provi a farmi andare in prigione, te ne pentirai. Non ho paura di uccidere nessuno, capito? Finerai male sia tu che la tua amata Brooks>> e poi se ne andò. Cosa dovevo fare adesso? Faciliterei le indagini a Kira, ma allo stesso tempo la metterei in pericolo...

-Angolo scrittrice-
Ciao ragazzi🫶🏻 Io e Sara siamo state un po' inattive per via della scuola perché dobbiamo studiare per gli esami di quest'anno!! Spero ci perdoniate per questa assenza🙌🏻 volevamo informarvi che il prossimo capitolo sarà disponibile probabilmente questo fine settimana,
Perciò preparatevi a tutto quello che potrebbe succedere...
🎀♠️

The Game of Lies-Il gioco comincia adessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora