NONO CAPITOLO

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ColeKira era seduta tra me e sua madre, ed era impegnata a sorseggiare il suo caffè

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Cole
Kira era seduta tra me e sua madre, ed era impegnata a sorseggiare il suo caffè. Aveva un paio di occhi che potevano far ingelosire chiunque. Erano di un profondissimo color nocciola. Non riuscivo proprio a levarmeli dalla testa. Erano da favola. E la cosa peggiore era che mi  ricordavano quelli di mia madre.
<<Siete molto silenziosi voi due…>> disse la madre di Kira cercando di dare inizio a una conversazione. Incrociai lo sguardo della ragazza al mio fianco, che mi guardò preoccupata.
Forse vuole far credere a sua madre che stiamo ancora insieme…
Impossibile: lei mi odia. Lei, quella ragazza che fino a qualche giorno fa mi diceva ‘ti amo’, ora mi odia. Ma è possibile che sia così bastardo, deficiente e stronzo da farmi odiare pure dalla ragazza che amo?!
<<Cosa mi sono persa?>> tentò di nuovo sua madre.
<<Vado un attimo in bagno>> disse Kira, poi scomparve tra la gente.
<<Cos’è successo con Kira, Cole?>> chiese preoccupata.
<<Non lo so…Sono stato un coglione…>>. Tentai di darle qualche ragione per odiarmi, così avrei potuto provare a dimenticarmi di Kira e della sua famiglia. Invece, mi avvolse un braccio intorno al collo, e non riuscii più a resistere scoppiando in lacrime.
<<Hey, non piangere, parlami: cos’è successo?>> disse cercando di tranquillizzarmi inutilmente. Con un gesto simile il mio cuore andò a farsi fottere. Mi sembrava di essere tra le braccia di mia madre, anche se era solo una sensazione momentanea. Infatti subito dopo mi fece alzare la testa per incrociare il suo sguardo materno con il mio.
<<Non ho fatto il bravo fidanzato>> dissi dopo un singhiozzo e una pausa.
<<E adesso mi odia, e non mi vuole più parlare>> Abbassai di nuovo lo sguardo e una lacrima picchiettò sul tavolino di legno dove avevamo appoggiato la nostra ordinazione.
<<Guarda che non è così: mi tempestava di complimenti su di te, non faceva altro che parlare di te. Non può odiarti. Fidati di me: sono sua madre e la conosco più di chiunque altro in questo mondo. E di conseguenza, ti so dire che ti ama come non ha mai amato nessun altro.>> disse cercando di calmarmi, ma ormai non singhiozzavo più da quando aveva pronunciato l’ultima frase.
<<Ne è sicura? Lei mi ha detto che vuole prendersi una pausa da me, da noi. Dice che non si fida più. Pensa che io le stia mentendo su qualcosa, ma non è così.>>
<<Stai tranquillo, Cole. Dalle un po’ di tempo e vedrai che si risolverà tutto, va bene?>>. Annuii.
<<Oh, ecco! Guarda che sta arrivando. Vuoi un fazzoletto?>> mi chiese guardandomi dritto negli occhi. Erano uguali a quelli di Kira.
<<Sì, grazie, signora Brooks.>> dissi, e non appena estrasse un fazzoletto dal pacchettino di plastica azzurro, lo presi.
<<Non c’è di che, caro>> disse dolcemente. Subito dopo, avvertii un formicolio che non provavo da moltissimi anni.
<<Oh, eccoti! Dov’eri finita? Stavo per venire a cercarti…>> disse sua madre cercando di sembrare naturale. Lei si sedette al suo posto e non disse nulla. Incrociai il suo sguardo: aveva gli occhi lucidi. Probabilmente aveva pianto.
Tutta per colpa tua, Cole!
Cercai di mostrarmi naturale. Una cameriera ci passò accanto e le chiesi il conto.
<<Non preoccuparti, pago io, Cole.>> disse la madre di Kira.
<<No, stia tranquilla>> Afferrai lo scontrino, vidi quanto dovevo pagare e gli diedi i soldi. Mi guardava in modo strano. Aveva i capelli avvolti in una coda di cavallo, e indossava una divisa. Fece per andarsene, ma prima mi lanciò un'occhiata timida, e capii cosa voleva. Quando si voltò, notai il suo bellissimo sedere fare su e giù fino al fondo del corridoio. Mi lanciò un'occhiata simile a quella precedente, e s’incamminò per il corridoio. Era un invito a fare sesso e non potevo dire di no in un momento di tale frustrazione. Ovviamente, Kira se ne accorse dato che conosceva i miei pensieri meglio dei suoi. Sembrava incavolata per la cazzata che stavo per fare, ma ne avevo bisogno. Lei si alzò e se ne andò senza rivolgere una parola a nessuno. L’avevo delusa. Un altra volta. Cercai di non farci caso e seguii la cameriera.
<<Lo sapevo che non saresti riuscito a dire di no.>> mi disse cercando di provocarmi.
<<Io, dire ‘no’ ad un invito per fare sesso?>>
<<Andiamo nello sgabuzzino>> disse sorridendo. Chiuse la porta a chiave, io intanto, cominciai a spogliarmi, rimanendo in boxer. Non riuscivo a resistere, mi stavo facendo prendere un po’ troppo dalla lussuria. Mi abbassai quello che rimaneva, e le infilai il frutto in bocca. Vidi la sua mandibola allargarsi, aumentando sempre di più il mio piacere e la mia voglia di spingerlo ancora un po’. Ma quella sensazione, gli occhi di Kira che mi guardavano, mi fecero venire un brivido lungo la schiena. Solo pochi minuti fa avevo detto a Kira che l’amavo, e ora, eccomi qui a ficcarlo in bocca ad un’altra. Sono uno stronzo. Glielo levai fermando la sensazione di piacere che mi dava, mi alzai boxer e pantaloni e feci per uscire dal ripostiglio.
<<Non raccontare a nessuno di ciò che è successo o te ne farò pentire, capito?>>. Dissi cercando di mostrarmi minaccioso, ma lei mi guardò con un’espressione confusa e preoccupata. Uscii in fretta e furia dalla stanza. Se Kira fosse venuta a sapere quello che era successo, non solo non si fiderà di me, ma mi odierà per sempre. Uscii dal locale e mi misi in auto cercando di non far notare la mia frustrazione a mio padre.

The Game of Lies-Il gioco comincia adessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora