QUATTORDICESIMO CAPITOLO

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KiraWow

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Kira
Wow.
Questa era l'unica parola che mi veniva in mente ieri, per qualsiasi cosa.
Wow, per il fatto di essermi trovata Cole davanti.
Wow, per il discorso che mi aveva fatto Cole.
Wow, per l'amico di Cole.
Soprattutto per l'ultimo. Lo avevo già visto di sfuggita quando Cole gli aveva detto di allontanarsi, ma quando me lo sono trovato davanti per poco non cadevo a terra. Avevo di fronte a me, non uno, ma ben due ragazzi. Uno il mio ex, che non so come sono riuscita a farci pace, e l'altro, l'amico del mio ex. Erano entrambi bellissimi, e non sapevo chi guardare.
La mia chiacchierata con Zane era durata poco, ma il mio cuore mi stava dicendo che molto presto ci saremmo rivisti.

Zane
<<Ci stavi provando o cosa?>> Mi chiese Cole.
Io e Cole eravamo amici da quando eravamo piccoli. Siamo stati compagni di classe fino ad adesso, o almeno fino ad una settimana fa.
In origine, all'inizio del liceo mi ero trasferito a Chicago per degli affari di lavoro di mio padre, ma con il divorzio dei miei genitori mia mamma ha ottenuto la custodia mia e dei miei fratelli, ritornando così a Manhattan.
Da un lato ero triste perché lasciare Chicago dopo quattro anni della mia vita, e soprattutto mio padre, non poteva essere molto facile. Ma dopo poco mi sono ricordato della persona che mi aspettava a Manhattan da molto tempo. Cole.
<<Stavo provando a farci amicizia, niente di che>> Risposi guardando la strada. Dopo l'allenamento avevamo deciso di andare a prendere una cosa insieme dato che l'azienda del padre di Cole faceva dieci anni di esistenza su questo pianeta. Come era possibile che un ragazzo di soli vent'anni poteva costruire quello che adesso è conosciuto in tutto il mondo come "The Jonathan's F. Game".
L'azienda del Signor Foster si occupa di finanziare delle infrastrutture (anche esterne all'america) ricevendone una parte. Quando Cole me lo spiegò capii come il Signor Foster conosceva tutti e soprattutto era a capo di qualsiasi cosa presente a Manhattan.
<<Zane, non hai risposto alla mia domanda>> Mi rimproverò serio Cole.
<<Te l'ho detto, stavo solamente provando a farci amicizia... E poi come hai fatto a perderti una ragazza del genere?>> Quando gli feci la domanda alzai istintivamente la voce. Ma seriamente, come aveva fatto a perdere una ragazza del genere? Per carità, è bella e tutto ma si vede da un chilometro di distanza che non farebbe niente ad una mosca... Probabilmente Cole aveva combinato un guaio grosso con lei.
<<Volevo arrivare a spiegarti il tutto, ma sai com'è, ho visto il mio migliore amico>> Quando pronunciò la parola "Migliore amico" alzò la voce e mi trafisse con uno sguardo da rimprovero. <<... Provarci con la mia ex ho messo da parte la spiegazione>> Tutto quello che aveva osato dire da quando eravamo usciti dalla palestra non sono state altro che parole di rimprovero, e come sempre, verso i miei confronti.
<<Cole non fare così, sai come sono fatto>> Gli dissi io in risposta alle sue solite lamentele. <<In ogni caso...>> Cercai di cambiare argomento sperando di non farglielo notare. <<Cosa avevi in mente per tuo padre? Dieci anni di carriera sono molti, c'è bisogno di un regalo importante>> Rallentai il passo e girai la testa per guardarlo e capire se il mio tentativo di cambiare argomento avesse funzionato.
<<In verità non lo so, speravo tu mi potessi aiutare>> Questa volta fu lui a girarsi verso di me.
<<Ti devo pure rispondere? Certo che ti aiuto!>> Dissi a mia volta sorridendogli. Una cosa positiva di essere mio amico è che sono sempre stato disponibile, peccato che la maggior parte delle volte gli altri non sono mai disponibili per me.
Chissà se un giorno importerò a qualcuno.
Chissà se un giorno sarò abbastanza per gli altri.
Chissà se un giorno la gente avrà del tempo pure per me.

The Game of Lies-Il gioco comincia adessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora