14장: Robinson Minjun

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Stavo facendo due lanci con il pallone nella palestra, prima degli allenamenti quando mia sorella entrò come una belva. Ero riuscito a riconoscere i suoi passi, proprio quelli che faceva quando era talmente arrabbiata da voler prendere a pugni qualcuno. Di per sé Jiu non era una persona violenta, ma quando perdeva la testa per qualcosa a cui teneva, non restava ferma con le mani in mano a guardarla accadere.

«Mi vai a prendere il set per le ferite?» Domandò mentre il pallone mi andava in faccia e la vedere camminare verso di me con il naso rosso, le labbra sporche di sangue, uno zigomo rotto e un occhi gonfo.

«Ma che cazzo hai combinato?» Domandai mentre lei si sedeva e le correvo a prendere il set, quando mi sedetti al suo fianco e la iniziai a pulire lei sbraitò: «Quella stronza di Ophelia, mi deve capitare di nuovo sotto tiro e la faccio pentire di essere nata!» Non riuscivo a farla stare ferma, mentre parlava si muoveva tutta per via del nervosismo. La sua pelle era fredda a contatto con le mie mani caldi.

«Jiu, che cazzo hai fatto?» Ripetei mentre lei si allontanava gemendo dal dolore, era messa davvero male e stringeva il pugno con rabbia.

«Ho litigato con quella testa di cazzo, oca, puttana di Ophelia e ci siamo picchiate, ovviamente la peggio l'ho avuta io.» Roteò gli occhi al cielo, mentre la guardavo con preoccupazione. Non l'avevo mai vista così tanto ferita ed arrabbiata, ma stavamo parlando della nostra migliore amica. Ne aveva passate così tante, che Jiu aveva promesso a sé stessa da difenderla da ogni insulto e situazione negativa. Al costo di farsi del male per prima.

«Jisoo non vorrebbe!» Riuscii a dire, mentre lei si allontanava gemendo.

«Sooya non vorrebbe un cazzo di nulla, ma se tu davvero ci tieni così tanto come dici. Che mi dici sempre che lei ti piace, non dovresti fare così. Anzi secondo me dovresti litigare con quella stringete e farle abbassare la cresta.» Restai in silenzio mentre le pulivo la ferita della labbra. «Cazzo quadrato, mi stai facendo fottutamente male!» Jiu non era il tipo di ragazza che diceva molte parolacce, ma quando perdeva la pazienza diventa peggio di un camionista.

«Stai zitta e non ti faccio male!»

«Perché dici di amarla, ma non glielo dici e non affronti la sua ex?» Domandò mentre mi guardava con l'occhio gonfio.

«Certo che la amo, ma la conosco anche. La amo e non la farei mai soffrire così tanto. Perché dovrei dirle che la amo, quando so bene che è lesbica? Non ha completamente senso come cosa, mica cambia perché il suo migliore amica gli ha detto: ehi, ciao lo sai. Ti amo? Ci mettiamo assieme.
Lei si gira tutta contenta e dice "ma anch'io ti amo, sposiamoci ora." Dai che assurdità, lei è lesbica e poi lesbica di lei non si può essere.»

«Cazzate!» Osservò mentre le mettevo un cerotto. «Tu hai paura di poterla ferire, nonostante tu sappia che lei non ti potrà mai amare. Eppure continui a proteggerla, lasciala andare contro il mondo se non la ami più. Vai avanti, sei ridicolo.»

«È la rabbia che ti fa parlare!» Osservai mentre lei si allontanava da me spostandosi i capelli verso destra.

«No, sono solo stanca di quella figlia di puttana e tu essere senza spina dorsale.» Mi spintonò con gli occhi chiusi, restai bloccato con il cuore che si spezzava in due.

«Jiu, c'è solo una cosa che non accetto e di certo è che tu ti rivolga con questo tono.» Risposi lanciando i pezzi di carta lontani da noi. La guardava con gli occhi socchiusi, era così impertinente e fastidiosa a volte.

«Vai a fanculo, tu è la tua stupida dolcezza con lei.»

«Lei è dolce e gentile, non possiamo essere stronzi!» Le ricordai, la ragazza si morse il labbro.

Not love || LisooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora