15장: Manobal Lisa

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Il giorno seguente quando mi svegliai, sentii un odore di torta al cioccolato e riuscivo a sentire odori e sapori che mi stavano coccolando. Quando aprii gli occhi, mio fratello si trovava ad un centimetro dalla mia faccia e mi sorrideva. Gli scompigliai i capelli mentre mi mettevo seduta. Lui mi strinse in un abbraccio caloroso esclamando: «Papà ci ha preparato la torta al cioccolato.»

«Ecco cosa era quel odore!» Risi uscendo dalle coperte e prendendolo in braccio, lui allaccio le gambe dietro alla mia schiena e uscimmo dalla camera.

«Buongiorno, bimbi!» Disse mio padre baciando prima la mia guancia e poi quella di Seo-ah. «Volete fare colazione?»

«Stiamo morendo di fame, grazie!» Sorrisi mentre mettevo Seo-ah sulla sedia ed io mi sedevo con le gambe incrociate. Papà ci diede due fette di torta grandi e una tazza di latte al cioccolato. Sorrisi e vidi mio fratello fondarsi sul piatto. Iniziai a mangiare, mentre lanciavo uno sguardo a mio padre. Era molto magro e pallido, ma aveva un sorriso stampato sul volto mentre ci guardava. Mi faceva sentire coccolata, non ero mai stata coccolata in vita mia. Mi ero sempre rimboccata le maniche e facevo star bene Seo-ah, mentre mio occupavo del resto.

«Seo-qh ha urlato e parlato nel sonno.» Osservò all'improvviso ed io alzai le spalle affermando: «Lo fa spesso, ha il trauma dell'abbandono.»

«Tu mi hai promesso che non mi abbandoni.» Piagnucolò stringendosi a me.

«Ti ho promesso di essere felice!» Dissi mentre gli baciavo i capelli. «Papà, hai avvisato la scuola che Seo-ah si trova qui?»

«Ieri pomeriggio, il bus lo verrà a prendere fra dieci minuti!» Osservò e il bambino saltò urlando.

«Sono pochi, lui deve lavarsi. Ieri Micha gli ha messo le patatine fra i capelli!» Urlai prendendolo per il busto e facendolo urtare contro la mia spalla. Il piccolo rise e papà ci seguì mentre io entravo nel bagno e lo poggiavo sulla sedia.

«Chi è Micha?» Domandò curioso.

«Una ragazzina che
seo-ah ama!» Risi mentre gli toglievo i capelli e lo immergevo nella vasca da bagno priva d'acqua.

«Più che amore è il mio!» Protestò mentre passavo la fontana sulla testa e i capelli si appiattivano sul volto. Lui sputò l'acqua e rise.

«Vero. Lui ne parla sempre, ha una cotta.» Risi mentre chiudevo la fontana e prendevo lo shampoo.

«Ma sei piccolo.» Osservò mio padre mentre cacciava degli asciugamani.

«Io sono grande così!» Affermò allungando le braccia e urtando la maglia del pigiama. Risi a quella affermazione e passai di nuovo il getto dell'acqua. Il bambino brontolò e mio padre mi aiutò a tenerlo fermo.

Una volta finito di lavarsi, lo vestimmo in tempo. Perché suono il citofono e lui corse giù, ma non prima di abbracciarmi e poi corse dentro il bus. Io mi diressi nella mia stanza e mi cambiai, infilando una calda a rete nera, un pantalone strappato nero e una maglia bianca a bretelle mentre sopra avevo messo una camicia. Uscire dalla stanza e aver preso i piercing, mi misi di fronte allo specchio dell'atrio e misi il primo paio di orecchini al lobo a forma di teschio, rotondi al rook, daith, tragus, anti tragus ed infine all'orecchio sinistro misi un orecchino pendente con un piccolo teschio che andava dal helix al conch. Mi osservai attentamente e sorrisi. Poi passai al naso, dovevo cambiare il septum che cambiai con quello con le borchie, osservai il mio medusa e labret. Mi piacevano i piercing e non mi interessava cosa gli altri dicessero. Li avevo fatti all'età di quindici anni e da allora ne prendevo cura. Mi piaceva l'aria che mi davano.

«I piercing non mi piacciono, ma su di te stanno bene!» Osservò più come a dirselo tra sé, ma l'aveva detto con tono alto e l'avevo sentito bene.

«Grazie, papà.» Dissi mentre infilavo un anello borchiato e mettevo una piccola collanina aderente al collo.

«Ma a scuola puoi andare così?» Risi a quella domanda, non mi sarei mai vestita in modo inappropriato. Certo ero una cattiva ragazza, agli occhi degli altri, ma seguivo bene le regole.

«Sì, abbiamo libera espressione.» Risi mentre infilavo altri anelli e un bracciale con una catenina che finiva con un anello.

«Sei così bella, ma questi piercing non lo fanno capire.»

«Papà, mi piacciono e se mai mi dovessi stancare di tutto questo, non li metto più. Ma non credo, è una di quelle cose che mi piacciono da sempre e non è cambiata!» Sorrisi mentre lui mi prendeva la mano.

«Meglio se vai, stai per fare tardi.»

«Sì.» Affermai e lui scese con me, giunti in giardino lo abbracciai ma subito dopo iniziò a sbracciare verso Jisoo. Lei si avvicinò a noi e pallida mi guardò, chissà cosa le fosse successo.

«Jisoo ti presento mia figlia Lisa.» Disse entusiasta indicandomi con fierezza, la ragazza mi guardò con tristezza.

«Quindi lei è tua figlia.» Osservò, mentre io la guardavo impallidire man mano.

«Jisoo. Conosci mio padre?»

«Abbiamo parlato!» Sorrise mentre guardava mio padre, chissà perché lo conosceva.

La conversazione procedette lineare, avevamo spiegato a mio padre il nostro livello di relazioni e lei mi era sembrata sempre più strana. Come se conoscesse qualcosa che io non potevo sapere, perché non avevo fatto parte del passato di mio padre. E pure se avevo provato a convincere la ragazza a dirmi cosa nascondeva, lei lo aveva negato e nascosto. C'era una cosa che Jisoo non era capace di fare: mentire e nascondere le cose. Ma c'era una cosa che sapeva fare bene: non farsi convincere a parlare. Al punto che ci ritrovammo in auto di Minjun e lei non mi aveva detto niente, finendo per dedicare la sua attenzione al suo migliore amico. All'amico innamorato di lei, che lo nascondeva ma non così bene e l'unica che non l'aveva capito era Jisoo in persona. Forse perché a lei le attenzioni maschili, su quel versante non interessava e non dava attenzioni a quei segnali. Per tutto il tragitto restai In silenzio, anche quando iniziarono a parlare dei fatti loro e decisi di accendere il telefono per distrarmi. Non dovevo ascoltare le conversazioni altrui, eppure era inevitabile.

Lessi dei messaggi di Daniel che ubriaco mi diceva quanto mi amava e che suo figlio sarebbe cresciuto bene, perché io sarei stata una brava madre e lui un padre presente. Scossi il capo cancellando quei messaggi e poi sbuffai. Minjun provò a tirare delle informazioni da me, sul perché ci aveva incontrati assieme ma io avevo risposto con una serie di bugie e Jisoo non sembrava dispiaciuta.

Una volta che parcheggiarono l'auto, mi lasciarono senza degnarmi nemmeno di un saluto. Lo considerai un po' scostumato, ma ci passai velocemente sopra. Alzai le spalle e mi diressi all'entrata e cercai velocemente Daniel, quando lo trovai aveva una faccia stremata. Strinsi i pugni e camminai con passo svelto verso di lui. Lui drizzò la schiena quando comprese che io stavo andando verso di lui. Ad un centimetro dal suo naso, lo schiaffeggiai e lui arretrò gemendo.

Afferrai la sua maglia e lo urtai contro il muro, le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi guardava stanco: «Non avremmo un figlio, tu non te ne prenderai cura. Non ho bisogno dei tuoi soldi e smettila di starmi dietro. Noi due non siamo altro che amici di letto.»

«Perché sei così dura nei miei confronti?» Domandò, ma io mi allontanai da lui e salii le scale, ignorando gli occhi curiosi di tutta la scuola.

Spazio autrice:
Daniel ci prova con tutto sé stesso ad essere gentile con Lisa, ma questa donna è una forza della natura molto stronza e col cavolo che si farà trattare a lungo così. Anche se la preoccupazione di Daniel è del possibile bambino che Lisa può avere, causa del preservativo che ha rotto Daniel. Lui vuole prendere le sue responsabilità, soprattutto se Lisa non vuole abortire. Per varie motivazioni, ma Lisa è proprio stanca di quella situazione.

Comunque: io in lacrime per la dolcezza delle interazioni padre-figli. Quando la scrissi, fui abbastanza brava, sono carucci :/

Spero sia stato di vostro gradimento.

Alla prossima

Not love || LisooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora