Capitolo 5

4.6K 271 77
                                    

Il sorriso le occupava la maggior parte del viso.

"Ottimo, ragazza. Hai fatto la scelta giusta." Sí alzò tirandomi dal braccio.
Mi sistemai la gonna grigia lunga mentre portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Uscimmo velocemente dalla camera, sorpassando i dormitori degli insegnanti e quelli degli studenti peggiori. Il suono straziante e ovattato di alcune urla tuonava da una porta di ferro che sembrava nascondere qualcosa. Era oltre i dormitori. C'era un cartello come tutti gli altri ma il settore era contraddistinto con la lettera D. Non avevo sentito nessuno parlarne, stranamente. 

"Per di qua." sussurrò Faith guidandomi verso le scale. A quell'ora gli studenti dovevano chiudersi nelle loro camere a studiare secondo il regolamento scolastico del riformatorio. Un altro gruppo di ragazzi stava facendo le stesse mosse mie e di Faith. Stavano cercando di uscire anche loro.
A passo felpato, ci muovemmo fino al front office, dove la segretaria non badó minimamente a noi, dato che il cumulo di sporco sul vetro della stanza dove si crogiolava, era qualcosa di veramente obrobrioso.

"Dove state andando?" Ci colse in flagrante qualcuno cupamente. Sentii Faith mantenere la calma mentre io risucchiai un respiro.
Il cuore a breve mi sarebbe schizzato via dal petto senza esitazione.

"John!" Sí giro lei dando a vedere il sorriso più falso che potesse esistere sulla faccia della terra. "Quanto tempo! Come stai?"

"Faith." Fece un cenno col capo e le scrutò il corpo da testa a piedi. "Me la passo bene, diciamo. Dove pensate di andare?" Tornò a chiedere. Il mio subconscio mi diceva di scappare dandomela a gambe. Decisi di ignorarlo e limitarmi ad ascoltare la conversazione tra Faith e lui.

"Nulla di che, facciamo un giro fino in biblioteca per prendere dei libri per la nuova ragazza, Emma." Mentì, mi indicò con la testa e si scompigliò i capelli.

"Emma. Bel nome, dolcezza." ammiccò lui mentre io deglutii la bile che mi era salita in gola.

"Grazie." Fui impassibile. Poco mi importava dell'opinione degli altri sul mio nome, quanto le loro opinioni su cose più importanti come il mio passato.
Trovò evidentemente divertente la mia indifferenza.

"Penso che verrò con voi." Annuì e si avvicinò a me prendendomi lentamente per un fianco.

"John, sai che non piaci né a Cameron né ad Harry." Disse fredda Faith.

"Bambolina, usa meno quel tono con me, o ti insegno la lezione prendendoti da dietro, sbattendoti al muro dell'ufficio del signor Allen." disse fin troppo velocemente come se fosse una classica battuta del suo copione quotidiano. Combattei per non sobbalzare.
"Non ho nulla da fare, quindi vengo." Strinse il mio corpo, piccolo in confronto al suo, a lui con più forza, facendo scontrare le ossa dei nostri bacini.

"Va bene. Solo, non dire che ho acconsentito io. Dio solo sa ciò che mi farebbero quei due." Sbuffò e continuammo a camminare come dei ladri: silenziosi, scattanti nell'ombra.
John doveva essere una persona pericolosa. Si faceva rispettare fin troppo facilmente. Persino le guardie lo salutavano educatamente e deglutivano. Tenne le braccia attorno al mio bacino lungo tutto il tragitto. Volevo dirgli di allontanarsi ma immaginai che lo avrebbe incitato ancora di più a mantenere una stretta salda. Arrivati accanto al cancello d'entrata, trovammo, appiattiti al muro, Cameron e il Riccio, Harry. Cameron si accorse subito di noi e appena il suo sguardo scivolò sulle mani di John sui miei fianchi, una smorfia di disgusto con una nota di rabbia iniziò a coprire la maggior parte del suo viso.

"John, che fai qui?" Chiese spedito Harry.

"Calmati Riccio. Volevo solo accompagnare educatamente questa bambolina. Sapete, è nuova qui, potrebbe accaderle qualsiasi cosa." Mi si formò un nodo in gola. Pronunciò quelle parole come se, colui che avrebbe portato il caos nella situazione, sarebbe stato lui: un insano artefice.

Stolen ➳ Wattys 2016 WINNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora