Capitolo 36

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Sospirai sapendo già come sarebbe andata a finire.

"E lui sarebbe il tuo principino?" Chiese Brooks indicando con il pollice dietro di sé senza nemmeno guardare.

"Brooks se non vuoi ritrovarti appeso alla statua di Steve Lorry, nel cimitero, senza la testa, sarà meglio per te dirmi che non hai chiamato principessa la mia ragazza." Non seppi bene cosa mi sconvolse di più, il fatto che lui conoscesse già Brooks e non me ne avesse mai parlato, o il fatto che mi avesse chiamato con l'appellativo di sua ragazza, avanti a tre persone.

"Cameron?" l'espressione di Brooks cambiò in un sorriso che potei definire quasi del tutto sincero. Se non fosse stato quel Brooks, gli avrei sicuramente creduto.

"Brooks." Lo salutò a sua volta Cameron. Parvero entrambi sorpresi di vedere l'altro.

"Harry!" esclamò il Riccio e tutti lo guardammo straniti. "Scusate non ho capito a che gioco stiamo giocando." sbuffò lui evidentemente sarcastico.

"Come stai, compagno di vita?" mi aspettai un abbraccio ma nessuna di queste mie pure immaginazioni si sarebbe avverata. Al contrario, il ragazzo respinse il Rosso con un'espressione quasi disgustata.

"Molto bene e a breve starò anche meglio fuori da queste mura. Vedi di tornare nel tuo settore." mantenne un tono pacato.

"Non ci penso nemmeno. Non appartengo a quella banda di matti che mi ha fatto da famiglia per sei anni. Cameron, sei impazzito? Ti sei fatto la ragazza e ora dimentichi chi ti è stato accanto?" quasi ringhiò.

"Ne ho pochi ma buoni di amici e tu non sei tra loro." rispose lui, leccandosi le labbra sicuramente asciutte per la tensione.

"Scommetto che loro non sanno nulla di tutto ciò che so io." ghignò in modo malvagio.

"Brooks. Un'ultima parola su di me e sei morto." lo vidi posare la mano sulla tasca destra dove nascondeva il coltellino che portava sempre con sé.

"Dimentichi i fratelli, le persone che ti hanno illuminato la strada e ti hanno salvato." mi accorsi che stesse cercando di rimanere con un tono costantemente pacato.

"Tu non sei mio fratello!" urlò Cameron attaccandolo dalla gola al muro. Lui però non certo si lasciò battere. Erano entrambi due caratteri forti in un testa a testa e non sapevo cosa fare. Come avrei potuto agire? Mi sarei cacciata in un bel guaio se Cameron avesse perso il controllo con me per la seconda volta e, conoscendomi, non lo avrei perdonato di nuovo facilmente.

"Vai. Uccidimi. Vorrei veramente vedere che genere di fiamma arde nei tuoi occhi quando una vita si spegne davanti a essi, per colpa tua." disse soffocando lentamente e Cameron mollò subito la presa con un verso di frustrazione. Ero immobile come Faith alla mia sinistra. Harry la teneva a sé con richieste di andar via ma lei era troppo affezionata a Cameron per non essere presente durante uno di quegli scontri, che gli sarebbero potuti costare la milza. Cameron e Brooks si guardarono furiosi l'uno con l'altro ma dopo pochi secondi fecero qualcosa di inaspettato a tutti e tre noi. Scoppiarono in una fragorosa risata. Sapevo di avere un ragazzo bipolare e mi sarei dovuta aspettare reazioni del genere, ma la sincronia delle loro voci mi mandò il cervello in tilt.

"La smettete voi due? Prima vi picchiate e poi ridete! Non voglio avere a che fare con gente come lui, Cameron, non è sicuro!" il suo sguardo era sinistro come quello del Rosso, il che mi spaventò. Feci un passo indietro e scossi la testa, a breve rimettendo per quel suo comportamento a dir poco stomachevole.

"Sul serio è la tua ragazza? Te la sei cercata questa o è venuta come sempre lei da te?" rise Brooks.

"Diciamo un cinquanta e cinquanta."

Stolen ➳ Wattys 2016 WINNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora