Capitolo 11- Chased

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"Brooks." io e Cameron sussurrammo all'unisono senza farci sentire da nessuno.

"E lei chi è per interrompere un processo?" il giudice di pace si alzò in piedi, sistemandosi la mantella e il cordoncino dorato attorno ad essa. Un gesto di menefreghismo puro fu messo in mostra da Brooks.

"Sono Brad Wanderer. Posso testimoniare l'innocenza della signorina Henderson."

"Originale il ragazzo." pensai. Tutti cercavano di venire incontro a me ma nessuno si decideva ad arrivare per Cameron e tutto ciò non faceva altro che farmi entrare sempre più in paranoia per paura dell'esito del suo processo.

"Era lì presente il dieci settembre millenovecentosessanta?" si accertò la donna irritante.

"Che domanda poco intelligente per una persona così doverosamente colta." la beffeggiò Brooks che aveva deciso di usare come copertura un nome differente.

"Bene. Lo ascolteremo." prese la Bibbia e la avvicinò alla mano di Brooks. "Consapevole della responsabilità che con il giuramento assumete davanti a Dio, se credente, e agli uomini, giurate di dire la verità, null'altro che la verità."

"Lo giuro." Volevo sprofondare per essere arrivata a tal punto da far giurare qualcosa di falso per colpa mia.

"Signor Wanderer, potrebbe gentilmente prendere posto al bancone?" un uomo appuntò velocemente nel verbale tutto l'accaduto, intanto.

"Certo."

***

Dopo un lungo ed insensato discorso che durò all'incirca un'ora, Cameron si alzò in piedi.

"Chiedo udienza vostro onore ma non siamo qui per perdere tempo, lo sa anche lei che la.. donna che sta processando è innocente." un silenzio cadde in sala.

"Chi vota per contro l'assoluzione per Emerald Henderson." il ministro dalla voce snervante alzò la mano, seguito da un uomo che non aveva affatto parlato durante il processo.

"Chi a favore?" i resto dei ministri e il giudice alzarono la mano, in maggioranza, e la folla si alzò in piedi, segno che anche loro erano a favore nonostante il loro voto non contasse nulla. Sorrisi spontaneamente, appena. "Assolta." Una lacrima rigò il mio volto, ma dopo tanto tempo era di felicità. Incontrai lo sguardo di Cameron, stanco ma anche il suo felice. Nonostante fossimo ancora ammanettati trovammo l'una le mani dell'altro e le stringemmo insieme. I miei genitori dal fondo della sala piangevano di gioia in silenzio. Non immaginavo quanto avessero potuto temere una mia detenzione vera e propria. Sospirai tornando con lo sguardo in quello del giudice per l'ultimo esito.

"Chi vota per l'assoluzione da ogni crimine e violazione commessi da Cameron Alexander Dallas?" un solo ministro alzò la mano, che parlava di tanto in tanto con il resto dei colleghi. Deglutii rumorosamente. Aspettai che la gente si mostrasse a favore di tale esito ma nulla. Nessun altro alzò la mano. "Chi a sfavore?" strizzai gli occhi quando i ministri alzarono le mani e strinsi più forte la mano di Cameron quando sentii la sua perdere ogni forza. La mia pelle aveva assunto il colore della neve.

"No.." sussurrai e mi guardai attorno, in cerca di qualcuno dalla mia parte. Brooks aveva le labbra dischiuse, segno che dopo tanto tempo era rimasto senza parole. "No, no, no!" quasi mi lamentai come una bambina capricciosa.

"Shh." Cameron si girò verso di me.

"Colpevole." il martello del giudice colpì il legno e così anche il mio cuore. Cameron chiuse gli occhi e fece ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato. Sorrise.

"Una volta..-" iniziò.

"No." lo bloccai a voce rotta. "Non ho tempo per i tuoi aneddoti ora, come hai potuto farmi questo?" sussurrai per non singhiozzare,

Stolen ➳ Wattys 2016 WINNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora