Capitolo 12

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Una mattina della settimana seguente, mi svegliai indolenzita dal materasso scomodo. Osservai come i capelli di Faith fossero così in ordine rispetto ai miei che erano più simili a cespugli infiniti.
Sentii bussare insistentemente alla porta della camera. Il cuore mi saltò in gola quando un'immagine della Gray che voleva punirmi si pose avanti ai miei occhi, ma era pura immaginazione. Una testa coperta da ricci castani e biondi mi sorride ampiamente.

"Buongiorno Emma." Mormorò Harry. "Faith?" Sorrise.

"Un momento" sorrisi a mia volta e socchiusi la porta. "Donna, alzati, c'è Harry." La scossi ridacchiando. Lentamente avevo preso molta confidenza con lei. Si era rivelata una vera amica, ergendosi costantemente in mia difesa ogni volta che le raccontavo di un qualsiasi episodio durante il quale qualcuno cercava di attaccarmi emotivamente.

"Emma, un altro minuto." Piagnucolò lei stringendosi al cuscino, duro come un marmo ma un ottimo oggetto al quale stringersi durante le freddi nottate in riformatorio.

"No, non si fa aspettare la gente, è maleducazione." La scossi ancora dal braccio. Stranamente mi ero svegliata di buon umore quel giorno, pensando solo positivo, proiettando la mia giornata su un piano di ottimismo.

"È il mio ragazzo, sa che non mi alzo nemmeno con una cannonata." Mugolò lei facendo ridere entrambi.

"Tutti in piedi! Sveglia!" La voce tuonante della Gray spezzò quell'aria leggera che si stava mantenendo in quei pochi minuti.

"Ma questo cambia tutto." Sbuffò e si mise seduta. Feci cenno ad Harry di entrare e lui sgattaiolò dentro velocemente per non farsi beccare davanti al dormitorio femminile di prima mattina. La Gray non ci avrebbe creduto su parola nemmeno in una terza vita. Sorrisi e andai verso lo specchio, sistemando un paio di ciocche bionde dietro le orecchie.
Non cambiò assolutamente niente. I miei capelli erano qualcosa di totalmente incontrollabile. Sospirai sconfitta e decisi di racchiuderli in una crocchia.

"Buongiorno, piccola." Le mormorò lui e lei sorrise baciandolo con un bacio così casto e puro che non potei evitare di guardare.

"Giorno, ricciolo." Ridacchiò lei.

Degli acari nell'aria mi provocarono un colpo di tosse involontario ma loro pensarono fosse per la scena sdolcinata. Risero guardandomi e scossi la testa e le mani.

"Non era per voi, lo giuro." Spiegai quasi disperatamente non volendo sembrare il Cameron della situazione.

"Hey, tranquilla." Sorrise la biondina.

"So come ci si sente quando guardi dei ragazzi baciarsi, è dannatamente snervante. Non do tutti i torti a Cameron. La smettiamo, promesso." Avevo nominato, sentito nominare e pensato a quel ragazzo già troppe volte sin dal mio risveglio.

Faith era la classica persona che si sarebbe tagliata un braccio, regalandotelo pur di vederti sorridere. Quel modo di dire così deviato e osceno, elaborato dalla mia mente, mi fece quasi contorcere le viscere.

"Ma.." iniziai. Decisi, però,  di non discuterci sopra. "Okay." sorrisi appena e cercai l'uniforme pulita.

Mi misi addosso quegli stracci senza vita e colore, e mi stiracchiai, allungando le braccia all'indietro. Non parlavo con Cameron da un paio di giorni. Durante le giornate precedenti mi ero limitata ad un registro completo di semplici "Ciao" e "Grazie", con lui. Pareva essersi volontariamente estraniato dal gruppetto al quale mi ero unita da poco tempo.
Un altoparlante, che non sapevo fosse nella camera in alto all'angolo destro della stanza, parlò.

"Buongiorno studenti della Mansfield Reformatory." Disse la voce di una donna piuttosto giovane.
"Qui è la vice preside che vi parla." Tutto chiaro. Non poteva essere la Gray.
"Oggi potrete usufruire di una giornata all'aperto. Il cielo prevede una giornata molto soleggiata e calda. Vi raccomandiamo di indossare regolarmente la vostra uniforme, per non confondervi con il resto dei cittadini. Voi siete speciali."

Stolen ➳ Wattys 2016 WINNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora