Capitolo 13

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"Bene, bene, bene. Veramente molto bene." Sorrise la Gray ripetendo la stessa parola. "Harry Walker. Era da tanto che non venivi punito per aver aggredito qualcuno." Picchiettò con le dita su uno dei tavoli della mensa. "È stato difficile sopprimere il tuo disturbo borderline di personalità ma vedo che ne hai ancora i postumi."

"Benissimo." Imprecò sibilando Cameron. Era tutta colpa mia.

"Signora Gray, quanto tempo che non avevo voglia di spaccarle la faccia." Disse con calma Harry girandosi verso di lei sorridendo. Parevano amici che scherzavano tra di loro. Peccato che non erano né amici e né stavano scherzando. Un insolito silenzio cadde tra noi detenuti.

"Oh, cosa avete fatto al povero John?" La donna gli si avvicinò accarezzando il suo viso. "Mh.. qui ci vuole una punizione." Disse come se stesse parlando ad un bambino che ha appena fatto la linguaccia alla maestra.

"Mh.. lei dice?" Imitò Harry il suo tono anche se percepivo il suo battito cardiaco accelerare da metri e metri di distanza.

"Io dico di sì." Sorrise pacatamente. La guardia del corpo della Gray si fece avanti dopo meno di trenta secondi di conversazione e prese Harry per il braccio. "E la tua punizione sarà umiliante. Verrà svolta davanti agli occhi di tutti, compresa la tua.. amica intima?" Sorrise e indicò Faith con la testa.
"Hayes, frustino prego." Stava veramente per frustarlo davanti a tutti? Pensai che fosse tutta una messinscena per spaventarlo e spaventare i nuovi arrivati come me e che in realtà non lo avrebbe fatto. Mi sbagliavo.

Hayes, la guardia, passò il frustino alla Gray. Era di legno flessibile, lungo e all'apparenza sulla pelle avrebbe lasciato un marchio indelebile. Con un manico in legno di castagno, materiale ormai difficile da trovare, la Gray lo impugnò.

"Non lo farà, vero?" Mormorai e Cameron mi sentì, essendo a poi centimetri dal mio fianco.

"Lo farà." Scattò lui. "E sarà solo per colpa tua." Mi cadde il mondo addosso pur già sapendo che fosse vero. In meno di un minuto, vidi Hayes togliere la giacca e la camicia a Harry. Lo piegò con la pancia sul tavolo, in modo tale che lui non potesse muovere un solo dito, se non la testa, dimenandosi come un animale che stava per essere mandato al macello.

"Vi prego." La voce di Faith era rotta e debole. Il mio cuore si strinse in una morsa potente a quelle parole pronunciate quasi con sottomissione.

"Oh cara, pregherai. Ma non per questo e non oggi." Le mormorò l'anziana donna dalle perversioni diaboliche. Vidi la luce andarsene dagli occhi solitamente vivaci della Bionda.

"Signora Gray" non so come trovai il fiato per parlare. "È colpa mia." Avevo lo sguardo di tutti i presenti addosso ed era tutt'altro che piacevole.

"Povera bambina, credi che io possa cadere nella tua trappola come un topo, eh? Pensi che io possa essere ingannata. Ma non puoi essere ingannata da chi ha venduto la sua anima al diavolo." Mormorò l'ultima frase tra i denti cosicché io fossi stata l'unica a sentirla, mentre il resto erano urla agghiaccianti. Raggelai nelle vene a quel tono così sincero, da quelle sporche labbra che traevano piacere dal potere.

"Io.." provai a continuare ma fu inutile. Mi bloccò.

"Sta' zitta, piccola impertinente!" Tuonò e prese il frustino.

"Dieci dovrebbero bastare." Annuì e passò una mano sulla schiena muscolosa e formata di Harry. Strinsi la mandibola e controllai l'istinto di urlare per l'orrore della sola preparazione.
Mi voltai di colpo appena vidi il frustino muoversi, non riuscendo ad assistere a certi scempi. Non potevo sopportare una scena talmente raccapricciante.
L'aria fu scossa da quel pezzo di legno e appena toccò la pelle del Riccio, un urlo fu tutto ciò che si udì nella mensa, se non nell'intero istituto.

Stolen ➳ Wattys 2016 WINNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora