Passò una settimana da quel orrendo scontro, mi allenavo ogni mattina per controllare i miei poteri, mi aiutava Rachel proiettando ricordi orribili nella mia mente, i miei fulmini erano più forti addirittura micidiali e grazie a lei li controllai anche in situazioni difficili.
Heartbleed era sparito dal radar ma Conner stava pianificando qualcosa con Dick e Kory, ci aveva annunciato che venerdì 17 luglio ci sarebbe stato un evento di molti boss e mafiosi, era l'evento perfetto, Kory aveva rapito uno dei suoi uomini che ci confermò della presenza di Heartbleed al evento, dopo essere stato torturato da Rachel.
"La sala e formata dalla zona ballo circondata da bagni e la cucina, sopra di essa vi è una zona più tranquilla dove Heartbleed si nasconderà per dare atto al suo piano, attiverà la musica del canto, più di cinquemila cuori in una sera" Disse l'uomo.
"Bene, io e Conner saremo al piano di sopra, Kory starai sul balcone ad ovest e Dawn ad est, Hank tu resterai sul tetto ad avvisarci per l'esterno e pianificare una potenziale strada per la fuga e un mezzo di trasporto adatto, Laila, Jason, Rachel, Rose e Garfield siete i più giovani non vi terranno d'occhio penseranno che siete i figlio dei mafiosi, starete in mezzo alla sala, Donna non si sa mai starai accanto ai bagni per compirgli le spalle, Bernard starai con lei controllando le telecamere sul tuo telefono, Tim dovari perlustrare la zona principale al entrata, e tutto chiaro?" Domandò Dick.
Dissimo tutti di sì, ci restavano solo tre giorni, ogni notte Conner, Dick e Hank controllavano la città, io mi allenavo con Rachel anche fino a tardi, da bendata, da seduta, in aria e anche tra le fiamme.
Rachel cercava i ricordi più traumatizzanti nella mia mente, cercavo di controllarli con tutta me stessa, ma ogni tanto esplodevo facendo quasi del male a Rachel.
"Cazzo scusa Rachel! Stai bene?" Le domandai preoccupata.
"Tranquilla sto bene, so proteggermi non preoccuparti continuiamo" Mi disse.
"Io direi basta così" Disse Jason entrando nella sala, mi prese la mano facendomi girare su me stessa.
"Stai per oltrepassare i tuoi limiti, ti serve una pausa o impazzerai" Mi disse con tono calmo, non sapevo come fosse possibile ma in un solo istante tutta la rabbia, l'ansia e la paura mi scivolarono dal corpo come la schiuma sulla doccia.
"Andiamo a farci una passeggiata, potrete riprendere da domani grazie Rachel" Ci disse portandomi fuori dalla villa.
"Non sforzarti troppo deve essere piacevole non stancante." Mi disse Jason.
Lo guardai ammirata era sempre dolce con me e sapeva sempre cosa dire nei momenti difficili, caminammo mano nella mano per tutto il giardino della villa, volevo tanto chiederglielo ma non soave come così glielo domandai senza girarci intorno, mentre lui continuava a camminare mi fermai di colpo e lui si giro confuso.
"Ami ancora Rose?" Domandai temendo il peggio.
Lui sembrava confuso e stupito allo stesso tempo.
"Te lo ha detto lei?" Domandò lui.
Non sapevo cosa rispondere per paura di aver rovinato tutto, così annuì.
Lui sospiro e poi mi prese le mani tra le sue.
"Scusa avrei dovuto dirtelo io, siamo stati amanti e io mi sono legato troppo a lei, è passato molto tempo da allora." Disse.
Ma non era la risposta che volevo sentire, lui lo notò e poi scoppiò a ridere.
"Vuoi proprio che te lo dica?" Domandò ridendo.
Confusa dissi di sì, lui scosse la testa divertito.
"Non la amo più perché ho incontrato te e sono pazzo di te, mi piaci tantissimo, dal tuo bel sorriso al tuo dolce profumo, sei bellissima mentre dormi, quando mangi e soprattutto da struccata, sei la prima persona a cui penso la mattina la persona che vorrei avere a fianco appena mi sveglio, non farti paranoie voglio solo te e presto te lo dimostrerò" Concluse avvicinandosi a me prendendomi per i fianchi.
"Ho risposto bene?" Domandò divertito.
"Penso davvero quello che hai appena detto?" Domandai prendendo il suo collo tra le braccia.
"Ogni singola parola." Rispose, mi fiondai sulle sue labbra.
"Bene ora ti porto in un posto speciale così posso dimostrarti quanto ci tengo a te." Mi disse portandomi per mano verso il garage dove trovammo tante macchine sportive bellissime e qualche moto, tra le quali una completamente nera che era la sua, mi fece segno di salire e mi passò il casco poso dopo sali anche lui.
Jason guidò veloce tra le strade di Gotham, era una sensazione molto rilassante, un bel giro in moto durante una giornata estiva piena di sole, arrivammo in un edificio, era un teatro, mi prese per mano e mi portò sopra al palco.
"Da piccolo dormivo qui." Mi spiegò, ci sedemmo sul palco e mi mostrò dove dormiva e dove studiava, mi raccontò che sua madre morì drogandosi e suo padre era un pazzo, quindi venne dato un affidamento molteplici volte e mi raccontò in quanti rifugi andò a dormire per non parlare delle notti passate in strada, sapevo di essere stata fortunata, paragonata a lui durante la mia vita potevo essere una regina.
"Mi dispiace davvero molto Jason, se solo ti avessi conosciuto prima ti avari aiutato." Dissi.
Lui mi guardò e sorrise.
"Quando lo raccontato a Rose sembrava non interessarle perché pensava fossi stato un bambino ricco e viziato." Rispose.
Come poteva non interessarle il passato doloroso di qualcun.
"Io non sono Rose, per quanto le voglia bene penso che abbia fatto male e trascurati in quel modo, con lei puoi aprirti e raccontarmi qualsiasi cosa non ti giudicherò mai" Dissi
Mi guardò sorridendo dolcemente e poi mi baciò.
Uscimmo dal teatro e mi portò in tutti i posti dove è cresciuto diventato l'uomo di adesso, rimasi stupita a quanto fosse stata difficile la sua infanzia, mentre camminavamo gli raccontai anche un po' di me e anche lui reagì abbracciandomi restano al mio fianco.
"Ne parlo a te perché so che puoi capirmi più di chiunque altro" Aggiunsi quando gli parlai di mia madre.
"Certo che puoi parlarmene, sarò sempre al tuo fianco." Mi disse per poi baciarmi dolcemente.
Andammo a prendere qualcosa da sporto e poi tornammo al parcheggio dove salimmo sulla moto, mi portò in una collina che dava la vista di tutta la città era una vista bellissima.
"Cosa ha detto Rose su questa invece?" Domandai divertita mettendo il cibo per terra.
Jason si grattò la nuca e disse: "In realtà sei la prima che porto qui, ci venivo quando volevo scappare dalla polizia per non tornare in quei rifiuti di merda, lo reputavo uno spazio sicuro."
Rimasi stupita, sorrisi intenerita a quella sua versione e lo abbracciai dolcemente.
"Ne sono onorata grazie Jason." Dissi.
"Dai su ora mangiamo o si fredda." Disse sedendosi a terra cominciando a mangiare.
"Aspettami!" Dissi io sedendomi a mia volta accanto a lui assaporando quel delizioso cibo posando la testa sulla sua palla ammirando lo splendido tramonto su Gotham City.
STAI LEGGENDO
"Ci chiamavano ragazzini" [Jason X Rader]
FanfictionLaila Garcia è una ragazza di 17 anni che vive a Los Angeles, è una ragazza benestante che vive con il padre e la matrigna, fa la modella, la madre morì quando era piccola e da lì la sua vita non fu semplice. Una sera tempestosa scappò di casa dopo...