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A volte basta una parola detta da qualcuno che ami a farti migliorare la giornata, a volte quando si torna di sera stanchi da lavoro e si trova davanti il proprio animale domestico ci si sente più felici, a volte leggere ci fa sentire meno stressati, a volte un abbraccio ci fa sentire al sicuro, a volte basta un gesto a farsi sentire amati, durante la mia vita ho sempre avuto paura di perdere tempo, di perdere le persone che amo.

Quando perdi qualcuno capisci quanto lo hai amato, pensai mentre posavo cambiavo l'acqua delle rose, mi sedetti per terra, mi mancava così tanto, avrei dovuto approfittare al meglio della sua esistenza, feci un gran respiro, era una calda mattina estiva ma la sua lapide era gelida, pensavo fosse una mia impressione.

"Ti ricordi quando mi leggevi la favola delle principesse?"  Domandai ridendo.

"Dicesti che ero la principessa più bella di tutte e che solamente un cavaliere dal petto gonfio e il cuore d'oro mi avrebbe meritata" Continuai guardando la lapide decorata da rose bianche.

"Ho trovato un cavaliere, si chiama Jason, al inizio mi sembrava uno spaccone ma ho avuto la possibilità di conoscerlo, ha passato davvero una vita difficile mamma, davvero orribile, continuo a pensare che se lo avessi conosciuto prima lo avrei aiutato, lo scorso mese mi ha chiesto di fidanzarci e io ho accettato." Continuai a sorridere.

"Ti sarebbe piaciuto, ci tiene molto a me e mi fa sentire come una regina." Dissi guardando per terra, poi il mio sorriso svanì piano piano, guardai la lapide.

"Mi manchi mamma." Pronunciai guardando l'incisione del suo nome.

Nadia Amari
Nobile
Madre

Lei era più di tutto questo, era una donna straordinaria che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, amava viaggiare, amava il cibo piccante, amava andare sul suo cavallo e correre nel deserto di Dubai mentre il sole tramontava, amava l'oceano e la natura, odiava con tutta sé stessa l'inquinamento, odiava i politici, le guerre, il razzismo, l'omofobia, odiava l'odio, era una donna speciale, ma usando penso a lei mi viene in mente la fine delle primavera e l'inizio dell'estate, quel periodo tiepido, con tanta frutta dolce, fiori profumati e pace, lei era tutto questo.

È proprio vero che la morte porta via soprattutto le persone buone.

Mi alzai e abbracciai la lapide prima di tornare a correre, era molto presto, ero uscita dalla villa al alba  per fare jogging e liberare la mente, e passai al cimitero di mamma, la hanno seppellita a Gotham, era stata un'idea di mio padre, odiavo vedere la sua bara lì lei odiava le grandi città americane, mi sono sempre promessa di farla uscire da quella bara e farla cremare per buttare le sue ceneri nel mare di Dubai, a casa sua, dove la sua essenza si sentisse.

Arrivai davanti la villa, inserì le chiavi ed entrai, andai in cucina per bere qualcosa e mi ritrovai davanti Dick.

"Ehi buongiorno" Mi disse passandomi una spremuta d'arancia appena fatta.

"Giorno" Risposi bevendo un sorso.

"Anche tu fai jogging ogni tanto per sgombrare la mente?" Domandò.

Sorrisi e annuì.

"Tu perché sveglio a quest'ora?" Domandai.

Sorrise e posò il bicchiere.

"Ero stressato e mi sono allenato in palestra." Rispose.

"Capito, ora vado a fare una doccia ci vediamo dopo." Dissi.

"Certo, ah e Laila se vuoi parlare di qualcosa puoi contare su di me." Mi disse.

Mi girai e gli sorrisi, uscì dalla cucina oltrepassando il salotto e salì le scale, entrai in camera mia, Jason stava ancora sul mio letto, era seduto, sorrisi dolcemente e mi sedetti accanto a lui, gli carezzai il viso, mi guardò negli occhi.

"Ci chiamavano ragazzini" [Jason X Rader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora