3RD PERSON
Tutto si stava sgretolando nella vita di Marco. Tutto. Lei era tornata, rovinandogli la vita.Era chiuso in casa da più o meno 4 giorni, almeno così pensava.
Non aveva mosso un muscolo, ormai convinto si fossero addirittura intorpiditi.Alcune lacrime gli rigavano il volto, di tanto in tanto.
I suoi amici lo chiamavano, bussavano alla porta, ma lui non avrebbe ceduto così facilmente.Una cosa che lo stupì maggiormente, era il fatto che, nemmeno per una volta, aveva sentito la voce angelica di Selene farsi strada per la casa.
Ma proprio in quel momento, qualcuno bussò alla sua porta. E lui si ritrovò scocciato.
«Marco...» era la voce che attendeva da giorni.Solo questo gli bastò che fargli comparire un sorriso sul volto. Ma si ricordò che doveva allontanarla, il prima possibile.
«Va via!» urlò come un bambino mentre era steso sul suo letto.
«Marco, non vado via finché non mi apri.» decretò testarda.Lui sapeva benissimo di essere di fronte ad una testa calda, e sapeva ancora meglio che non sarebbe andata via da lì.
Ma per lui poteva rimanere lì fuori tutta la vita, anche perché l'idea che fosse lì lo faceva stare meglio.
«Selene, vattene.» disse più calmo.
«Ti prego...» lei sembrava avere le lacrime agli occhi mentre lo pregava di uscire.Sentì gli occhi bruciare per le lacrime, ma non poteva.
Probabilmente si stava solo facendo trascinare dalle paranoie presenti nella sua testa, forse la sua ex non le avrebbe fatto niente.«No, Selene.» cercò di sembrare freddo quando dentro di lui si sentiva così in colpa per farla stare male.
«Davvero? Se tu stai male ci stiamo male anche noi qui fuori, davvero non ti frega nulla?» il suo cambio d'umore, probabilmente dovuto allo stress, fece sentire più in colpa lui.«Non mi interessa.» si ritrovò a rispondere mentre le mani gli tremavano e il respiro si faceva irregolare.
Selene rimase ferma davanti alla porta, con un mix di rabbia d tristezza nella pancia.
Al contempo empatizzava il ragazzo, non sapeva cosa gli stesse prendendo, ma anche lei si era rifugiata nella quattro mura della sua camerata quando stava male.«Ok.» disse lei tornando dai ragazzi più dispiaciuta che mai. Avrebbe voluto sostenerlo, abbracciarlo.
Se fosse stato a pezzi, lei lo avrebbe uniti. Se fosse stato in lacrime, lei le avrebbe asciugate. Se fosse stato arrabbiato, lei avrebbe fatto di tutto per calmarlo.
Si sentiva piccola e colpevole rispetto a tutto quello che stava provando lui. Non capiva il motivo di allontanarla ma in ogni caso voleva totalmente scomparire dopo quella conversazione.
Voleva rivederlo, ci sperava. E pensava anche di essere abbastanza importante da poter entrare e parlargli. Ma a quanto pare no.
Lui era lì solo, e, con la testa sprofondata bel cuscino, si malediva. Era stupido e paranoico. Doveva farla entrare.
Voleva lei entrasse per raccontarle tutto, farle capire che lui le voleva bene, e che se si allontanava era solo per lei.
Ma lei era già andata dai ragazzi, e con le lacrime agli occhi e il groppo in gola, aveva fatto cenno di no con la testa.
Voleva piangere, sfogarsi, cadere nelle braccia di Caph. L'aveva addirittura chiamato "Marco" davanti alla porta, per fargli capire quanto fosse reale e umano quel momento.
E, anche se quel nome avesse causato in lui parecchio scompiglio, si era ritrovato a dover scappare dai sentimenti.
Lui aveva voglia di urlare, abbracciare Selene, e affondare nelle sua braccia aspirando il suo odore.
Ma non poteva, era questo a fermarlo. Non che fosse mai stato orgoglioso lui, però non poteva rischiare di metterla in pericolo.
Voleva tenerla al sicuro da tutti e tutto, voleva che lei stesse bene. Con o senza di lui.
Ma tutto quell'allontanamento, stava facendo stare solo male Selene, che sentiva il panico propagarsi all'altezza del cuore.
«Ma perché fa così?» disse Piccolo mettendosi le mani nella parrucca rossa.
Gli occhi di Selene si bagnarono di lacrime.
Piccolo le fece spazio accanto a lui, e lei si sedette.Scoppiò a piangere, lì, in quel momento. Con la testa pesante e il cuore annegato nell'ansia.
Si ricordava perfettamente quando era lei al posto mi Caph.Seduta nella sua piccola stanza a odiarsi e odiarsi ancora.
Quella stanza tratteneva tutte quelle cose non dette, insieme all'aria viziata che si respirava.Sentiva il respiro mancare, l'ansia avanzare e voleva solo uscire da quel tunnel buio.
Si faceva piccola piccola nel letto comodo, mentre le lacrime le scendevano.Ricordava ogni singola cosa facesse chiusa lì dentro, ogni singolo istante. Perché lì, aveva visto la morte in faccia, e mai lo avrebbe dimenticato.
«Non piangere, ti prego.» Piccolo le accarezzava i capelli con cura, mentre il suo unico pensiero era riavere Caph.
Sperava che le braccia di Piccolo fossero quelle di Caph, a stringerla e accarezzarle i capelli.
Invece, si era rinchiuso in quella camera senza fine.Lo detestava, il modo in cui scappava dalle cose e in cui si rifugiasse lì. Ma in fondo lo faceva anche lei.
Scappava, correva e evitata ogni errore commettesse. E sapeva quanto fosse sbagliato.
Ma lei voleva riavere Caph, voleva che gli parlasse di cose entrava nella piccola testolina che si ritrovava.
Voleva si sfogasse con lei, che parlasse fino ad avere la lingua intorpidita. Voleva si spazzasse tra le sue braccia, non accanto al suo cuscino.
Non nella sua stanza. Non sul suo letto. Non sul quel cuscino.
Fu lì, che lei abbe un solo pensiero, un'unica cosa che l'avrebbe fatto uscire.
«Se non esce con le buone, lo facciamo con le cattive.» sussurrò Selene.
spazio autrice
non siate lettori silenziosi, per favore.
ed eccoci all'inizio della fine!!!
(mettendo in punti esclamativi per rendere la frase più carina ma so che mi state odiando.)le cose non sono molto facili ora, ma la parte peggiore arriverà quando Selene scoprirà tutto.
comunque questo è forse il capitolo più corto di questa storia, ma volevo pubblicare per forza!
GRAZIE. siamo praticamente alle 2k visualizzazioni di questa storia, e vi giuro che nessuna delle mie storie ha mai fatto così tante letture.
se avete voglia, "proibito" è una storia completamente inventata da me che trovate nel mio profilo, vi amo.
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CUORE D'ACCIAIO -Caph-
FanfictionSelene Moro ha solo 18 anni quando diventa manager di una band, i bnkr44. Prima di tutto questo, neanche li conosceva, solo che il disperato bisogno di soldi in quel periodo basso della sua vita, l'aveva portata a prendere scelte che la vecchia lei...