3RD PERSON
Instaurare relazioni o cose che si avvicinavano notevolmente al senso di questa parola, non era da Selene.Impaurita dai suoi sentimenti riusciva solo a sentire un forte bruciore sotto gli occhi mentre piangeva accovacciata sul suo morbido letto.
Era in bilico tra ciò che era giusto, e ciò che era più semplice. La verità era che lei leggeva come una matta, e vedeva così l'amore come qualcosa di difficile ed irraggiungibile, e questo le si palesava davanti ogni volta che ne provava solo il piccolo brivido.
Essere lei era qualcosa di impossibile, contorta e in continua lotta con se stessa, eppure sapeva di sbagliare.
Si allontanava appena la cosa si faceva leggermente più seria, solo per paura che potesse accelerare, oppure per paura di scottarsi ancora.
Provava quel brivido sotto lo stomaco, ma non si farfalle, di disagio, quando si parlava apertamente di relazioni, e lei era l'unica ad averle evitate.
Avrebbe però voluto che con Marco fosse più facile, perché lui le sembrava così affidabile e gentile che scottarsi con lui sembrava quasi impossibile, come se fosse quello che ti mette la crema sulle scottature.
Eppure il piccolo cervello che si ritrovava voleva sempre il peggio per lei, decidendo anche che le cose belle doveva risparmiarle, come se non le meritasse neanche.
Da un lato era convinta di ciò che pensava, Marco era troppo e lei era nulla, paranoica e introversa; dall'altro sapeva di sbagliare, non c'era nulla di male nel buttarsi una volta a capofitto e ritagliarsi spazi necessari.
Evidentemente si odiava.
Nascondere i sentimenti le sembrava impossibile quanto reprimerli. Quindi si allontanava inspiegabilmente, e si giustificava ogni qualvolta ne avesse la possibilità.
Ma adesso tra lei e Marco ci si metteva anche il lavoro. Non avrebbe potuto evitarlo se il lavoro era l'unico appiglio della sua vita in quel momento.
Si era data malata per qualche giorno, consapevole che non se la sarebbero bevuta per troppo. Ma invece o ragazzi le avevano lasciato il suo tempo.
Anche Marco si era chiuso in camera, mangiava appena ed era di cattivo umore. I ragazzi avevano capito che qualcosa tra i due aveva diviso un po' tutto, per cui le lasciarono il tempo necessario per riprendersi leggermente.
Non avevano messo bocca, consapevoli che avrebbero solo infastidito i diretti interessati. Rimanevano al loro posto.
Difatti, qualche giorno prima Faster aveva ricevuto una grossa partaccia da Marco, solo perché aveva accennato il bel nome di Selene.
I ragazzi erano silenziosi, non si facevano sentire e cercavano di non infastidire nessuno dei due, non schierandosi.
La situazione pareva parecchio delicata, da parte di entrambi. Caph si chiedeva costantemente se fosse stato lui il problema.
Era arrivato a pensare di baciare veramente male, come se questo cambiasse e giustificasse il modo in cui aveva reagito Selene.
Ma lei era solo spaventata, impaurita.
«Marco, vuoi uscire un po' con noi?» chiese Faster affacciandosi in modo tranquillo nella camera del ragazzo, messa completamente a soqquadro.
«No.» il suo tono era gelido e distaccato, quasi cattivo, ma era solo il suo malumore.
Faster afferrò il concetto, e decise di entrare nella stanza e sedersi proprio sul letto, accanto al ragazzo.«Che succede? L'abbiamo capito tutti che si tratta di Selene.» pose la domanda il moro, che stanco di quel comportamento, voleva ricevere risposte.
Marco ci pensò sopra un poco, giusto per capire se la scelta giusta fosse parlarne. Sbuffò poco dopo.
«Ci siamo baciati. Credo due, tre volte.» disse.«Quindi? È fantastico! Insomma, si vede lontano un miglio che siete cotti.» affermò Faster.
«Già. Il problema è che lei è scappata, dopo il terzo bacio, è uscita dalla porta e io non l'ho più sentita.» concluse il discorso.Faster rimase in silenzio, rimarginando un po' sulla risposta.
«Secondo me siete solo spaventanti. Non siete certo ragazzini alle prime armi, però capisco che a volte i sentimenti possono essere complicati e spaventosi. In più scappare è una delle scelte più facili, magari l'ha fatto per questo.» sospirò il ragazzo dai capelli nero pece.«E in ogni caso è comuqnue andata via.» il solito pessimista, Marco.
«E quindi? Se siete destinati tornerete l'uno dall'altro. Se è quello che vuoi, bussa a casa sua, fa la persona matura, e discutetene. Credete che i problemi si risolvano da soli?» questa volta Faster parlava con più enfasi, più rabbia, era quasi più coinvolto nella situazione.«Sai anche pensare certe volte, però!» ironizzò Marco, molto preso dal discorso del ragazzo davanti a lui, di cui osservava il volto lineare.
Faster gli diede una pacca amichevole sulla spalla, e poi, dopo un'ultima sguardo d'intesa, abbandonò la camera di Caph.E così, erano in bilico, in un limbo infinto: trovarsi per perdersi.
La loro vita e la loro felicità erano appese al filo di un'unica scelta: orgogliosi o maturi?
spazio autrice
NON SIATE LETTORI SILENZIOSI, VE NE PREGO❤️
ciao belliii!
come state? le feste di pasqua sono andate bene?
capitolo più corto del solito, scusatemi infinitamente.questi sono pazzi comunque, prima ci fanno aspettare 10 capitoli per un bacio e poi manco si sposano.
ma non preoccupatevi, durerà poco.detto questo, vi amo, e grazie mille per tutto il supporto❤️
STAI LEGGENDO
CUORE D'ACCIAIO -Caph-
FanficSelene Moro ha solo 18 anni quando diventa manager di una band, i bnkr44. Prima di tutto questo, neanche li conosceva, solo che il disperato bisogno di soldi in quel periodo basso della sua vita, l'aveva portata a prendere scelte che la vecchia lei...